Ecco, Cristiano Ronaldo ora piange, ora si toglie la fascia da capitano, ora torna dagli spogliatoi e si mette in panchina, ora spinge Raphael Guerreiro a tornare in campo invadendo la zona di Deschamps, ora alza la coppa, il trofeo più prezioso della sua carriera. Per fortuna che a fine partita la telecamera inquadra Pepe che vomita, certamente per citare Messi, altrimenti non si parlerebbe che di CR7. E non importa che la vittoria contro la Francia il Portogallo di Fernando Santos l’abbia ottenuta in campo, con un po’ di fortuna e con dei cambi azzeccati, ma senza il fuoriclasse del Real Madrid, che è dovuto uscire subito a causa di un pestone ricevuto da Payet. Tutto ciò è solo l’ultimo indizio della piattezza con cui un evento sportivo e complesso come Euro 2016 è stato raccontato.
FBL-FRA-EURO-2016-FANZONEPrima, infatti, di fare le nostre considerazioni legate al campo, vogliamo riprendere un’altra immagine, controversa e, pertanto, ignorata ad esempio dalla Rai, che questa finale ha regalato: l’immagine della Tour Eiffel con un maxischermo sotto, migliaia di francesi da una parte, polizia antisommossa dall’altra e fumo di lacrimogeni che sale verso l’alto. Non sappiamo esattamente cosa sia successo, ma probabilmente non lo sapremo mai.

Torniamo alla finale di Saint-Denis. L’idea che l’Europeo a 24 squadre avrebbe potuto portare molto avanti anche squadre così così, l’abbiamo messa in evidenza sin da subito. Non credevamo che il Portogallo arrivasse ad alzare addirittura la coppa, da ripescata nel girone e dopo esser stato avvantaggiato da un tabellone che ha concentrato le favorite tutte da un lato. Questo spingerebbe un po’ a sentenziare che si è raggiunto un livello ancor più basso che nel 2004, quando la Grecia vinse, giocando in modo non esaltante, ma comunque sconfiggendo avversari di valore. E il fatto che Santos proprio sulla panchina ellenica sedeva fino a due anni fa aumentare questa sensazione.
Sospendiamo, comunque, il giudizio e diamo atto all’ex allenatore della Grecia di essere ulteriormente andato avanti nella sua politica di destrutturazione dell’idea di calcio portoghese. Dopo aver messo i trequartisti fuori, oppure sulla fascia a difendere, e quelli senza piedi buoni a centrocampo, è riuscito a cambiare la partita e a vincere inserendo una prima punta, Eder, l’erede di Helder Postiga e Hugo Almeida, giusto per fare due nomi. Cosa ancor più strana, nella finale è stato impeccabile Rui Patricio, un portiere che non ha mai comunicato tanta sicurezza né ai suoi compagni, né agli spettatori. Non si può comunque non considerare che «se quel palo sarebbe andato in gol, […] qualcosa avrebbe cambiato», citando Rizzitelli e riferendosi a quanto accaduto a Gignac al 90’+2′. E, viste le occasioni create, se la Francia avesse vinto nei tempi regolamentari, non avrebbe rubato nulla. Cioè, avrebbe rubato sicuramente il modo di festeggiare a qualche altra nazionale, visto il geyser sound proposto dopo la semifinale contro la Germania e il po-popo-popo risuonato durante la cerimonia che ha preceduto il calcio d’inizio.

Chiudiamo con una cosa che riguarda Cristiano Ronaldo e che, in qualche modo, spiega perché è stato fortunato Santos a poterlo sostituire. Roberto Baggio, Puskas e Ronaldo, inteso come Luiz Nazario de Lima, hanno giocato da infortunati o, comunque, non al meglio della condizione le finali Mondiali del 1994, del 1954 e del 1998, rispettivamente. E in tutti e tre i casi alla nazionale in questione è andata male.

federico