Le avvisaglie c’erano state a inizi gennaio. In una partita strana, certamente condizionata dai tre rigori tre fischiati contro nel corso della ripresa, il Parco dei Principi aveva visto i propri beniamini del Paris Saint-Germain uscire dalla Coppa di Lega all’altezza dei quarti di finale, come non accadeva dalla stagione 2012/13, cui erano seguite cinque campagne trionfali nelle terza manifestazione domestica per ordine di importanza. Quel 9 gennaio 2019 il Guingamp aveva vinto 1-2, sbagliando con Marcus Thuram il primo penalty concessogli prima del gol di Neymar, segnando con N’Gabakoto il secondo al minuto 81′ e riproponendo, stavolta con successo, il figlio del grande Lilian sul dischetto al terzo minuto di recupero. I bretoni, che avrebbero poi eliminato il Monaco in semifinale, ma perso la finale con il Racing Strasburgo, tutto sempre ai rigori, avrebbero pagato lo scotto della lesa maestà in Ligue 1, sconfitti 9-0 dieci giorni dopo.
“Facile vincere 8-0 col Digione… è contro il Real Madrid che la squadra deve dimostrare la sua forza”. Così aveva polemizzato Rabiot la scorsa stagione e anche questo anno, a un mesetto di distanza dalla rotonda vittoria sul Guingamp e con una Ligue 1 già in tasca da novembre, è arrivata l’eliminazione dalla Champions League all’altezza degli ottavi di finale, superati sul fil di sirena da un rigore di Rashford che annullava la bella vittoria ottenuta a Old Trafford.

Aprile altro periodo di avvisaglie. Nonostante la mancanza di impegni europei, il mese pasquale della squadra guidata da Tuchel era stato pessimo: un pareggio interno con lo Strasburgo e due rovesci a Lilla e Nantes avevano procrastinato l’ufficialità del titolo, giunta come da tradizione nel match interno contro il Monaco. Così, la sconfitta nella finale di Coppa di Francia contro il Rennes non può che essere la giusta conclusione di un anno che ha visto i parigini non riuscire a sollevare la coppa nazionale dopo quattro anni di successi.
Due parole sul match vanno dette, perché non è facile vedere una squadra dall’organico così superiore a quello dell’avversario non riuscire ad amministrare il doppio vantaggio ottenuto grazie a un ottimo inizio, tra l’altro, con due bellissime reti firmate Dani Alves e Neymar. A rimettere tutto in discussione è stato l’autogol di Kimpembé su cross di Hamari Traoré prima del riposo, anche se poco prima l’ex Milan, Genoa e Torino Niang aveva colto un palo. A inizio ripresa il Rennes ha spinto molto e ha raggiunto meritatamente il pari con Mexer su corner. Solo allora il Paris Saint-Germain ha provato di nuovo a giocare, ma l’unica nota lasciata a refertoè stata l’espulsione di Mbappé, reo di un fallo su Damien Da Silva intervenendo con piede a martello all’altezza del ginocchio.
I rigori hanno così deciso la compagine vincitrice. Nessuno ha sbagliato dei primi dieci tiratori, poi al primo turno a oltranza il giovane Nkunku, entrato a tempo supplementare finito per Diaby, ha mandato il pallone in orbita. Il portiere del Rennes Koubek a quel punto ha esultato neanche se avesse fatto la parata decisiva, ma in fondo poco importa. La squadra della Bretagna ha così portato a casa la terza Coppa di Francia della sua storia, 48 anni dopo l’ultimo successo. E mentre il meme diffuso al termine dell’andata dei sedicesimi di Europa League tra Rennes e Arsenal assumeva una sorta di dimensione di premonizione, Tuchel in conferenza stampa parlava di fragilità di testa dei suoi…

federico