Se ad ogni giornata gli fosse stata data la possibilità di scegliere contro chi giocare, il Lecce annata 1993/94 avrebbe scelto sempre l’Atalanta. E come biasimarlo? Contro le altre squadre i salentini collezionano 26 sconfitte, 5 pareggi e 1 vittoria, ma quando vedono i bergamaschi si scatenano: 5-1 a via del Mare nel girone d’andata e vittoria 4-3 a Bergamo con gol finale di Kwame Ayew, il fratello “meno forte” di Abedì Pelé.
Scegliere, però, non si può e così il Lecce retrocede in B col suo magro bottino di 11 punti in 34 partite. Anche Nedo Sonetti, allenatore dei salentini nelle prime undici giornate, ottiene un primato poco invidiabile: esonerato dal Lecce viene preso dal Monza e arriva ultimo anche in B!

Nella stagione successiva il Brescia in A fa addirittura peggio del Lecce 1993/94: 2 partite vinte, 6 pareggiate, 26 perse, 12 punti in totale ma giusto perché la vittoria da quella stagione vale tre punti. Notevole anche la striscia di quindici sconfitte consecutive tra la 20° e la 34° giornata, una serie interrotta perché per fortuna delle rondinelle finisce il campionato.

Eppure… a legger le statistiche in modo asettico si scopre che il record del minor punteggio realizzato in serie A non è né del Lecce, né del Brescia, ma è della Juventus che nel 2005/06 risulta essere arrivata ultima con zero punti all’attivo. Un finto zero spaccato però, perché frutto di 91 punti di penalizzazione per illecito!

Se però da Brescia ci si sposta in provincia, a Palazzolo sull’Oglio, ecco palesarsi uno zero spaccato reale. Nel 1996/97 la squadra locale, appena retrocessa dalla C2, ha difficoltà finanziarie. Si iscrive lo stesso al girone C del Campionato Nazionale Dilettanti, ma in campo può mandare solo una squadra farcita di ragazzini poco adatti alla categoria. Risultato? zero punti in 34 partite, 16 gol fatti, 191 subiti e score a volte imbarazzanti. Si contano tra gli altri due 11-0, due 10-0, un 11-1 e un 10-1 e solo tre sconfitte di misura.

Questo zero spaccato stile “Ti piace perdere facile?” non ha, però, lo stesso fascino di quello regalatoci dai parquet della serie A1 di Basket. Stagione 1989/90. La neopromossa Pallacanestro Aurora Desio affronta il campionato di A1, forte della buona impressione lasciata l’anno prima in A2 e della paura fatta prendere ai cugini dell’Olimpia Milano agli ottavi dei playoff. La squadra che ha vinto l’A2 è però stata smantellata, l’allenatore cambiato. Tra i pochi rimasti Pino Motta, noto alle cronache mondane per essere all’epoca marito della conduttrice Antonella Clerici. Come sponsor è invece confermato IRGE, quelli del pigiama che “mette chi si ama!”. Ma ad amare IRGE saranno principalmente le avversarie.Nelle prime giornate ancora si combatte (due partite perse per soli due punti e una persa ai supplementari contro la Libertas Livorno), poi il tracollo completo. È vero che a pallacanestro non si pareggia, ma alla fine la squadra di Desio conta 30 sconfitte in 30 partite, -635 come differenza canestri totale (circa -21 di media punti a partita) e zero spaccato nella casella dei punti.[1]

 federico
ringraziando gio per il contributo sull’ IRGE

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[1] Gli sport in cui non si può pareggiare sono avvantaggiati. Anche la serie A1 di pallavolo ha uno zero spaccato: Toscana Volley annata 1993/94, 26 partite perse e solo un set all’attivo