Al Campionato Europeo del 2017 una netta sconfitta in semifinale subita dalle olandesi padrone di casa. Al Mondiale 2019 un’altra semifinale andata male, stavolta contro gli Stati Uniti e per colpa anche propria, visto il penalty sbagliato nel finale da Houghton. All’Olimpiade di Tokyo, la scorsa estate, un rocambolesco 3-4 nel quarto di finale contro l’Australia che le ha impedito di aspirare a una medaglia. Vista così, per l’Inghilterra, più che una opportunità, l’essere paese anfitrione della imminente edizione del Campionato europeo si è trasformato in una sorta di must: le Lionesses devono arrivare fino in fondo e magari vincere. Come mai accaduto prima (per loro miglior risultato due secondi posti nel 2009 e nel lontano 1984) e come non sono riusciti a fare gli uomini, in simile circostanza, un’estate fa.
Interessante che, per raggiungere questo obiettivo, la F.A. si sia affidata a Sarina Wiegman, l’allenatrice che fino allo scorso anno guidava l’Olanda, con discreto successo vista la vittoria europea nel 2017 e il secondo posto mondiale del 2019. È la prima volta di una donna sulla panchina della Nazionale femminile inglese, se escludiamo il periodo gennaio-agosto 2021 in cui la norvegese Hege Riise è stata ct ad interim per supplire in sede olimpica alla partenza di Phil Neville (l’ex United aveva salutato tutte e firmato per l’Inter Miami, franchigia della MLS di proprietà anche di Beckham).

Per l’Europeo Wiegman ha convocato quasi esclusivamente giocatrici della F.A. Women’s Super League, 23 su 24. Unica eccezione Rachel Daly che dal 2016 gioca in NWSL con le Houston Dash. Il club con più rappresentanti sarà il Manchester City, ben nove, anche se il titolo inglese se lo sono giocate in volata Chelsea e Arsenal (e hanno rivinto le blues). Le due squadre di Londra daranno alle Lionesses quattro elementi ciascuna, tra cui segnaliamo le giocatrici del Chelsea Carter, Kirby e England, le gunners Mead e Parris. Le Citizens più attese (almeno da chi scrive) sono, invece, l’attaccante Ellen White e l’esterna Lucy Bronze, da due anni tornata a giocare nel campionato inglese a dimostrare l’appeal che cerca di conquistarsi l’equivalente femminile della Premier.

Attenzione, però, ai numeri: considerando l’insieme di tutte le convocate al 24 giugno, le giocatrici che militano nel Chelsea salgono a undici, quelle che vestono la maglia dell’Arsenal dieci. Tra le “altre” blues Maren Mjelde, capitana della Norvegia, che è l’avversaria più ostica per le padrone di casa tra  quelle inserite nel gruppo A. Nel 2019, al Mondiale, ai quarti di finale fu un netto 3-0 per le inglesi, ma quella Norvegia era senza Hegerberg. La giocatrice del Lione, dopo alcune tribolatissime stagioni causa infortuni, ha fatto rivedere in Women’s Champions League tutte le qualità che nel 2018 l’avevano portata a vincere la prima edizione del Pallone d’Oro al femminile. Ricordiamo che Hegerberg aveva lasciato nel 2017 la sua Nazionale per protestare contro il diverso trattamento riservato alle giocatrici rispetto ai colleghi uomini in termini di compensi, infrastrutture riservate per gli allenamenti, investimenti (e questo nonostante a livello femminile la Norvegia abbia ottenuto molto di più di quanto fatto al maschile). Nel mese di marzo del 2022 la forte attaccante norvegese è tornata a rappresentare il suo paese in ambito internazionale, anche se non sappiamo quanto le cose siano davvero cambiate (dall’ottobre 2017 dovrebbe essere in vigore l’equal pay).
Tornando alle questioni tecniche, non va dimenticata tra le stelle della Norvegia l’esterna d’attacco Graham Hansen, grande protagonista a Barcellona. Un punto interrogativo rappresenta, invece, la questione porta: la storica numero 1 Cecile Fiskerstrand si è infortunata e le tre convocate Mikkelsen, Pedersen, Skoglund insieme fanno due presenze in Nazionale.

Chiudono il gruppo A Irlanda del Nord e Austria. Una sorta di persecuzione per queste due squadre, che condividono con l’Inghilterra anche il girone di qualificazione per il Mondiale del 2023 (le inglesi sono in testa a punteggio pieno). Sono certamente le due squadre più deboli e, visto che andranno ai quarti solo le prime due di ogni girone, è lecito pronosticare una loro uscita. In realtà, le irlandesi del Nord di certo cercheranno di opporre la massima resistenza possibile alle padrone di casa nello scontro diretto e le austriache, dal canto loro, sono state la sorpresa dell’Europeo del 2017, che le ha viste arrivare addirittura in semifinale (sconfitta ai rigori dalla Danimarca). A proposito, le federazioni di Austria e Irlanda del Nord non hanno diramato la lista delle convocate. Di sicuro ci sarà Zadrazil del Bayern Monaco, le altre le scopriremo insieme sul campo.

Nell’immagine in evidenza: le inglesi festeggiano il gol di Lucy Bronze in Norvegia-Inghilterra al Mondiale 2019