La storia dei Campionati del Mondo è piena di piccoli aiuti o di giganteschi favoritismi che permettono alla nazionale del paese ospitante di fare più strada, alla big in crisi di rimettere in sesto una partita o all’avversario scomodo di non arrivare lontano. Una pratica che a volte ha raggiunto livelli imbarazzanti -vedi le spinte ricevute da Corea del Sud e Brasile nel Mondiale più coreano che nipponico del 2002-, ma che, in fondo, è percepita come un qualcosa di inevitabile. La storia dei Campionati del Mondo è, però, anche piena di prestazioni arbitrali disastrose, di sviste incredibili che hanno condizionato l’esito della manifestazione non meno degli aiuti orientati.
Quando, invece, si parla di Europei, con molta più difficoltà vengono in mente grandi “ingiustizie” sportive. Un po’ perché gli arbitri provengono tutti dalla UEFA e, quindi, hanno un metro di giudizio più omogeneo. Un po’ perché ci sono meno pressioni dall’alto che ne falsano l’esito; del resto gli interessi in ballo e le ricadute, in termine di immagine o di consenso, che dà la vittoria in un Europeo sono nettamente inferiori a quelle che dà un Mondiale. Nondimeno, delle macchie si possono scorgere qua e là. Noi ve ne segnaliamo qualcuna.
Partiamo da Euro ’96, probabilmente l’edizione meno emozionante e più soggetta a influssi arbitrali tra quelle andate in scena finora. Ben tre delle sette partite a eliminazione diretta finiscono ‘0-0 ai supplementari e vengono decise ai rigori. Anche il quarto di finale tra l’Inghilterra e la Spagna segue questo andamento, ma a contribuire alla vittoria finale dei padroni di casa è l’arbitro francese Batta, che nel primo tempo annulla un gol regolare a Julio Salinas e nel secondo tempo ignora un fallo subito in area avversaria da Alfonso e, per giunta, ammonisce lo spagnolo. La cosa curiosa è che nelle prime due partite dei gironi agli inglesi sono stati fischiati due rigori contro: evidentemente, quando si arriva ai match dal non ritorno essere gli organizzatori del torneo cominciare a contare davvero.
L’Inghilterra, comunque, non riesce a superare l’ostacolo Germania in semifinale e, così, il gol annullato al tedesco Kuntz, per fallo di confusione nel corso del primo tempo supplementare, non genera lascia strascichi. La classica decisione a metà, fatalmente passibile di doppio sbaglio, caratterizza, invece, la finale: al quarto d’ora della ripresa il risultato è ancora 0-0, Poborsky parte in contropiede, viene abbattuto da Sammer; il fallo sembra iniziare poco fuori area, ma il fantasista ceco cade in area. L’arbitro Pairetto dà rigore e solo giallo a Sammer. Berger segna, poi Oliver Bierhoff entrerà e cambierà la storia del match.
Strana l’analogia con quanto avvenuto 16 anni prima, quando in finale la Germania, allora Ovest, vince 2-1 con il Belgio grazie a una doppietta -di Hrubesch in questo caso- e a un rigore fischiatole contro per un fallo avvenuto fuori area.
A proposito sempre di Germania Ovest, un piccolo aiutino l’arbitro inglese Hackett glielo dà a Düsseldorf il giorno in cui si apre Euro 88. I tedeschi, padroni di casa, sono appena andati sotto grazie a un gol di Roberto Mancini, quando il direttore di gara fischia in modo più che fiscale una punizione a due in area contro Zenga, reo di aver fatto troppi passi col pallone in mano. Brehme la trasforma e l’1-1 influisce, alla lunga, su chi vincerà il gruppo. Di arbitraggi casalinghi non si può. però, parlare: dei due rigori concessi durante la semifinale tra tedeschi e olandesi, quello assegnato ai primi sembra un po’ generoso, ma quello dato più tardi ai tulipani, per bilanciare le sorti, lo è ancor di più.
Accennato all’aiuto non ricevuto dai padroni di casa azzurri in Italia-Belgio a Euro ’80, chiudiamo con una decisione veramente casalinga che, in realtà, fa un po’ tenerezza. L’Austria organizza, insieme alla Svizzera, Euro 2008, ma ha una nazionale davvero inconcludente. Dopo aver perso 0-1 all’esordio con la Croazia, è sotto 0-1 anche con la non irresistibile Polonia, quando al secondo minuto di recupero si riversa tutta in area avversaria per sfruttare una punizione a favore. Cross lunghissimo e il centrale Sebastian Prödl si accascia, leggermente strattonato da Marcin Wasilewski. Per l’inglese Webb è rigore. Vastić, appena entrato, realizza dal dischetto l’1-1 e diventa, a quasi 39 anni, il giocatore più vecchio a segnare nella fase finale di un Europeo. Gli austriaci ovviamente non passeranno il turno, ma in compenso Vastić, autore di un gol anche a Francia ’98, vincerà una fornitura di birra a vita da uno degli sponsor della nazionale. Cosa che nobilita il favore ricevuto.
federico