A Torino oggi c’è il derby. Tirzan non è riuscito ad arrivare allo stadio perché una pattuglia ha fermato il suo camion, ma la sua Giuventus ha vinto lo stesso. Certo questo ha aumentato l’acredine dei due poliziotti, un romanista e un fiorentino, e la multa che gli hanno comminato.
Anche a Milano c’è il derby. Lo scontro tra tifosi lo vincono i milanisti e non perché Donato urla Viuulenza!, ma perché Santrino il mazzulatore, capo ultrà nerazzurro, scivola nell’inseguirlo. Poi Donato per completare l’opera va all’ospedale e seduce la ragazza di Sandrino, fingendo di essere uno che odia il calcio.
Lo scontro sul campo lo vince invece l’Inter grazie a un gol di Oriali, futura vita da mediano. Per la gioia di Franco, che la sera stessa si accorge di aver fatto un tredici. E che tredici: 800.420.038 lire! Solo un po’ inferiore a quello di Lino e Parola in Al bar dello sport.
Tirzan, Donato, Franco. In Eccezzziunale… veramente, anno 1982, Diego Abatantuono è uno e trino. E che abbia stretti rapporti con l’Altissimo lo si capisce sin dall’omelia, con tanto di parabola su Gianni Rivera, che Donato recita nel suo club di tifosi rossoneri la mattina del derby.
La trinità del protagonista è, poi, un ovvio vantaggio per il film: poter agire su tre storie accomunate dal tifo sfegatato per la squadra del cuore, poter operare su tre vicende sportive e personali che si intrecciano, permette di toccare tanti aspetti reali del rapporto tra calcio e società. Anche se alcuni di essi, solo di sfuggita e in modo più umoristico che ironico.
Mi riferisco, ad esempio, al bonario accenno allo scandalo del Totonero che solo due anni prima aveva sconvolto il mondo del calcio italiano.[1]
La schedina vincente di Franco è, infatti, un falso, perché frutto di uno scherzo degli amici interisti del bar, ma Franco lo scopre solo dopo aver lasciato moglie e lavoro e firmato cambiali per 60 milioni. Proprio un tredici-che-ti-cambia-la-vita. Così, il gruppo di amici per recuperare i soldi scommette sulla vittoria dell’Avellino contro l’Inter e poi prova a intimidire l’arbitro Miciché di Siracusa per far sì che ciò accada, sbagliando persona.
Bonario è anche l’accenno agli scontri tra ultras e alla viuulenza, in un periodo in cui le tifoserie di tutte le principali squadre italiane ed europee cominciano ad organizzare gruppi e gruppetti che oltre alla fede calcistica hanno a volte altro in comune. Immancabile, poi, il conflitto tra amore e tifo. L’immagine finale di Donato che al cinema con la sua ragazza sente la radio con l’auricolare e gioisce per il gol di Jordan a Cagliari è emblematica.
A far da sfondo ai tanti aspetti della vita reale connessi al calcio, tanti pezzi di calcio reale datati ottobre 1981: dal già citato gol di Oriali nel derby di Milano al gol di Virdis in Milan-Juventus, da Sandro Ciotti, che annuncia per la gioia di Tirzan il gol di Claudio Gentile in Torino-Juventus, al gendarme francese che comunica a un Tirzan stavolta disperato che la Juventus soccombe 3-1 in Coppa Campioni contro l’Anderlecht.
Certo, la schedina vincente di Franco è un pasticcio e l’Inter ad Avellino vincerà 1-0 e non 5-0 come viene predetto nel film, ma Al bar dello sport ci ha già insegnato che le arti divinatorie degli sceneggiatori di questi film non sono un granché.[2][3]
E se Eccezzziunale… veramente per i tifosi di Milan, Inter e Juventus basta e avanza, è normale che seguano a stretto giro di posta altri film che parlano di altre squadre e di altre rivalità calcistiche, film caratterizzati da minor qualità e più strizzatine d’occhio alla commedia sexy. Mi riferisco a Il tifoso, secondo episodio de Il tifoso, l’arbitro e il calciatore, sempre del 1982, e a Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento, anno 1983.
Il tifoso narra la storia del povero Amedeo, che deve barcamenarsi tra il padre, che gestisce il bar Forza Lupi e pensa che è meglio avé un fijo frocio che uno laziale, e il commendator Pecorazzi, suo datore di lavoro e possibile suocero, nonché sfegatato laziale. Tutto bene perché la Lazio è in B e la Roma in A, fin quando non viene organizzato un derby per beneficienza, partita amichevole ma solo sulla carta: botte in campo condite dai Devi morire! urlati dagli spalti, rigore al 90° per la Roma e gioia di Amedeo che non si accorge di essere col suocero nella curva della Lazio. Solita scazzottata light tra tifosi e lieto fine perché la figlia del commendatore dà ad Amedeo due gemelli, uno per nonno.
In Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento il protagonista è, invece, l’asso brasiliano Cotechiño, un po’ Falção, per nome e forse capigliatura, e un po’ troppo Alvaro Vitali, per tutto il resto. Acquistato dal Napoli a suon milioni, Cotechiño non segna neanche su rigore perché sente tanta saudade. L’arrivo dal Brasile della sua fidanzata, interpretata da Carmen Russo non risolve i suoi problemi sul campo, come si può immaginare.
Per motivi vari l’asso viene poi rapito e sostituito sul campo da un idraulico suo sosia che all’esordio contro l’Inter segna due gol a culo e non per essere volgari. Come dire, nel giro di un’annata siamo scesi veramente in basso e non solo per la statura di Cotechiño…
Ma visto che siamo finiti a Napoli e abbiamo già parlato troppo, vogliamo chiudere con una scena di Scusate il ritardo, film del 1983 che con i precedenti ha in comune poco altro a parte il periodo di uscita. Domenica pomeriggio. Anna ha appena fatto l’amore con Vincenzo e prova a iniziare un discorso sul loro rapporto di coppia. Vincenzo distrattamente accende la radio, sente che il Cesena è in vantaggio a Napoli e comunica con innocenza il suo disappunto. Anna si mette a piangere e Vincenzo la consola: “Tanto è o primo tempo, non ti preoccupa’… può essere pure che pareggia.” Niente da aggiungere, se non che Anna è interpretata da Giuliana De Sio, Vincenzo dal grande Massimo Troisi e che il Napoli quel 7 marzo 1982 pareggiò davvero.
Scheda dei film citati
Eccezzziunale… veramente, 1982, regia Carlo Vanzina (soggetto: Enrico e Carlo Vanzina, Diego Abatantuono), interpreti Diego Abatantuono (Donato; Franco; Tirzan), Stefania Sandrelli (Loredana, la fidanzata di Donato), Massimo Boldi, Teo Teocoli, Ugo Conti (amici di Franco)
Il tifoso, 1982, episodio de Il tifoso, l’arbitro e il calciatore, regia Pier Francesco Pingitore, interpreti Pippo Franco (Amedeo), Mario Carotenuto (Sor Memmo, padre di Amedeo), Gigi Reder (comm. Pecorazzi, suocero di Amedeo)
Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento, 1983, regia Nando Cicero, interpreti Alvaro Vitali (Cotechiño; Alvaro Cotechino, il sosia), Mario Carotenuto (zio di Alvaro), Carmen Russo (fidanzata di Cotechiño), recita la parte di se stesso: il giornalista Mario Mattioli
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[1] Le indagini portarono alla retrocessione in B di Milan e Lazio; comparirono in tribunale o addirittura furono arrestati calciatori del calibro di Paolo Rossi, Bruno Giordano e Ricky Albertosi. Per maggiori dettagli si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_del_calcio_italiano_del_1980.
[2] Franco ha in mano la schedina del concorso del 22/11/1981, ma la colonna vincente che appare nel film è di una schedina falsa: infatti, a parte i derby di Milano e Torino giocati il 25/10/1981 e due partite del 22/11/1981, essa contiene due partite giocate il 29/11/1981, due il 3/1/1982, una il 13/9/1981, una il 31/1/1982, una il 7/3/1982, una il 28/3/1982 e una il 18/4/1982. Per curiosità vi diciamo che Franco avrebbe fatto 9 punti giocando quella che è spacciata come colonna vincente, ma anche se ne avesse fatti 13 difficilmente avrebbe vinto 800 milioni.
[3] Parliamo di predizione perché Avellino-Inter 0-1 fu giocata il 17/1/1982, quando le riprese del film erano ultimate.