Erik Edman, difensore svedese, si rivolge all’avversario Niclas Jensen: «pensi che dovremmo fare un bel 2 a 2?». Il danese risponde: «sì, forse potremmo». Edman chiosa: «Allora fateci fare gol per primi». Jensen si allontana, sorridendo.
A intercettare e pubblicare questo dialogo tra i due calciatori è la rivista sportiva di Göteborg Offside il cui direttore, Mattias Göransson, in seguito dichiarerà che lo scambio di battute tra i giocatori sarebbe stato solo “uno scherzo di cattivo gusto” e che la partita sia finita 2-2 per “una coincidenza”. Coincidenza che quel 22 giugno 2004 fa approdare ai quarti di finale degli Europei portoghesi sia Svezia che Danimarca a scapito dell’Italia, arrivata terza nonostante la vittoria contro la Bulgaria con tanto di gol di Cassano al 90′ e gioia che si tramuta in pianto quando dalla panchina gli dicono del 2-2 svedese a Oporto.
A parte qualche flebile speranza legata anche ai luoghi comuni sulla correttezza nordica, tutti in fondo ci aspettavamo che i due Paesi uniti dal ponte di Øresund sarebbero arrivati a braccetto ai quarti, a differenza di quanto accaduto otto anni prima tra Francia e Bulgaria.[1] Del resto sugli spalti di Oporto a inizio partita si vedevano striscioni quali “2-2 Ciao Italia” o “2-2 Nordic Victory” e i bookmakers britannici avevano abbassato la quota del 2-2 da 16/1 a un risibile 5/1. E dire che per larga parte è sembrata partita vera, tanto da indurre la Gazzetta dello Sport ad accantonare la tesi del “biscottone”. È vero, rivedendo tre dei quattro gol non si notano svarioni difensivi o papere dei portieri, ma la smanacciata di Sørensen sul definitivo pareggio di Jonson all’89’ convince fino a un certo punto. E poi se il giornale rosa fa fatica a dubitare della lealtà di Svezia e Danimarca, noi facciamo fatica a credere che il 2-2 sia stata una “coincidenza”, a maggior ragione leggendo la trascrizione dei dialoghi tra i giocatori. Sul 2-1 per i danesi lo svedese Anders Andersson si rivolge al dirimpettaio Gravesen e gli dice «Fateci fare un gol». Al che Gravesen grida: «Sì, allora attacca e basta, al diavolo».
«Ho sentito come parlavano i giocatori prima della partita, e loro stessi in seguito mi hanno raccontato che tra un’azione e l’altra si prendevano gioco degli italiani», continua Göransson. Magari è vero che si tratta solo di goliardia, ma un po’ di buonsenso non avrebbe guastato. Solo Allbäck decide di non esagerare: quando il portiere avversario Sørensen a fine partita lo solleva da terra per festeggiare, pare che l’attaccante svedese, imbarazzato, abbia chiesto di essere immediatamente messo giù dicendo «lasciami stare, è una cosa penosa».
Sia chiaro, non è che gli azzurri meritassero il passaggio del turno dopo le due prestazioni tutt’altro che convincenti nello 0-0 proprio contro i danesi (quello dello sputo di Totti a Poulsen) e nell’1-1 contro gli svedesi (quello del gol di tacco di Ibrahimovic versione taekwondo). E anche se fosse valsa la differenza reti totale e non solo quella negli scontri diretti sarebbero andati fuori.[2] Né gli azzurri potevano pretendere di risultare simpatici, visto il gesto di Totti e le dichiarazioni del solito Buffon che, incapace di star zitto, aveva auspicato le “teste di cuoio in campo” a Oporto in caso di 2-2. Non a caso la UEFA non ha reputato necessario indagare, come spesso avviene quando l’Italia sarebbe parte lesa (mi si perdoni un po’ di complottismo).
È però il modo con cui il tutto è avvenuto che a distanza di anni ancora brucia. A vendicarsi, se di vendetta si può parlare, è stato però il fato: Svezia e Danimarca sono eliminate nei quarti rispettivamente da Olanda e Repubblica Ceca, e due anni dopo comodamente seduti in poltrona i leali giocatori nordici vedono capitan Cannavaro alzare la Coppa del Mondo.
daniele
[1] Euro 1996. Alla vigilia del terzo turno della fase a gironi, Francia e Bulgaria si ritrovano nella stessa situazione di Svezia e Danimarca: un 2-2 promuoverebbe entrambe e farebbe fuori la Spagna. I francesi vincono, però, 3-1. Il biscotto franco-bulgaro non si può concretizzare: ai blu brucia ancora il gol di Kostadinov al 90′ al Parco dei Principi che nel novembre 1993 li ha incredibilmente estromessi da USA ’94
[2] Il regolamento UEFA in caso di parità prevede nell’ordine: differenza reti negli scontri diretti, maggior numero di gol fatti negli scontri diretti, differenza reti totale, maggior numero di gol fatti in totale. In caso di ulteriore parità spazio alla fantasia…