Ctonio non è mai stato allo stadio. Non è che il calcio non gli interessi, è che proprio non gli piace: non gli piace il gioco in sé, non gli piace il sistema calcio, non gli piacciono i calciatori, non gli piace neanche quel modo di agire identitario e machista tipico anche delle tifoserie organizzate di sinistra. Ctonio non vede mai le partite in tivvù e, da internazionalista, non riesce a tifare Italia neanche ai mondiali e suscita così le ire di tutti e tutte.

(foto Stefano Dottori)

(foto Stefano Dottori)

Oggi 23 novembre 2011, però, è diverso perché allo stadio di Assisi, anzi di Santa Maria degli Angeli, si stanno per affrontare la nazionale italiana under 20 di Lega Pro, la vecchia Serie C, e la nazionale olimpica palestinese ed è la prima volta che una nazionale palestinese disputa una partita in Europa. Tutti nell’autobus che ha portato Ctonio allo stadio avevano una kefia. “Che figo, oggi posso tifare contro l’Italia e nessuno mi dirà niente.” Ctonio prende posto in “curva” e partono i cori: BEVI LUCANO, ODIA SAVIANO! BEVI PERONI ODIA MARONI!        
Intorno a lui facce conosciute, anche se in borghese, controllano. La partita, forse, è iniziata. In campo ci sono anche delle donne, arbitro e guardalinee. “Mamma quanto so’ socialdemocratici: tutto in uno stesso calderone come sempre: pace in medioriente, razzismo, parità dei diritti uomo-donna, magari anche violenza negli stadi. Poi realmente non fanno mai un cazzo, anzi…”

(foto Stefano Dottori)

(foto Stefano Dottori)

MARONI IN MINIERA, BERSANI IN FONDERIA, ECCOLA LA NOSTRA DEMOCRAZIA! Il coro esce dal profondo del cuore. A un tratto qualcuno gli comunica che ai palestinesi hanno annullato un gol. Parte la bestemmia, che in territorio assisano vale sempre doppio. Dopo un po’ l’Italia segna. “SOLO RUBARE, SAPETE SOLO RUBARE” urla Ctonio diventato ormai esperto di cori da stadio. E giù altra bestemmia.
Cori e incitamenti nei minuti restanti  non servono, la Palestina rimane sotto 1-0. “Ma in fondo chi se ne frega. Però… però è pur sempre una partita e prima o poi le partite bisogna imparare a vincerle.”

Questa, intanto, è finita. La nazionale italiana Lega Pro alza il Trofeo dell’Amicizia e parte il coro mediatico. Il vicepresidente del CIO Mario Pescante dice che lo sport è veicolo di pace in Terrasanta, guai a dire territori occupati, e auspica un triangolare Italia, Israele, Palestina.
Jibril Rajub, presidente della federcalcio palestinese si dice contento di aver sentito l’inno palestinese in una città simbolo come Assisi e aggiunge che il loro desiderio è giocare il mondiale, ma anche dimostrare che esiste il loro popolo e la loro sofferenza.[1]

Ctonio intanto è tornato a casa. Addosso ha ancora l’odore dei fumogeni, ma è contento. Manifestazione tranquilla, ma la prossima volta…

(foto Stefano Dottori)

(foto Stefano Dottori)

federico

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[1]  Le dichiarazioni ufficiali sono prese dalla pagina dedicata alla partita sul sito della figc