Prima che i sorteggi per i Mondiali del 2014 e per gli Europei del 2016 rifacessero incrociare le strade di Italia e Malta, le due nazionali si erano affrontate solo in altre quattro occasioni, anche queste ufficiali e anche queste disputate in un arco di tempo relativamente breve, sette anni tra il 1986 e il 1993. Due gite a Malta caratterizzate da vittorie sofferte, due partite in casa corredate da gol e applausi, quando gli avversari si chiamavano Busuttil, Buttigieg e Laferla, Degiorgio, Terence e Silvio Vella, Gregory e Bonello, il mitico portiere Bonello che gli spagnoli adorano per quel generoso 12-1 del novembre 1983.

I primi due incontri, validi per le qualificazioni agli Europei del 1988, sono caratterizzati nel bene e nel male da Alessandro Altobelli. Nel dicembre del 1986 Riccardo Ferri e Spillo portano l’Italia avanti 2-0 al Ta’ Qali in soli venti minuti, poi l’attaccante in forza all’Inter sbaglia due rigori, la nazionale di Vicini si perde un po’ e il risultato rimane invariato. Un mese dopo, a Bergamo, l’Italia è più in palla e segna cinque gol nel primo tempo. In gol ci vanno Bagni, Bergomi, Altobelli due volte e Vialli, poi tira il freno a mano. Il terzo gol è frutto di un’azione talmente bella che la Rai decide di usarlo come sigla per le partite dell’Italia: da Baresi a Cabrini sulla sinistra, palla a Dossena che crossa, Altobelli a centro area in girata mette la palla sotto la traversa.

L’incontro in terra maltese del 19 dicembre 1992, valido per le qualificazioni a USA ’94, ha invece un prologo triste. A poche ore all’inizio della partita arriva la notizia della morte per incidente stradale di Gianni Brera.[1] Bruno Pizzul al microfono è un po’ stordito e anche la Nazionale sembra quasi risentire della notizia e rimane impacciata per tutto il primo tempo. Così bisogna aspettare la ripresa per vedere i due gol di Vialli e Signori. Prima della fine Baresi viene espulso (all’estero era permesso), Laferla si fa parare da Pagliuca il rigore conseguente, poi Gregory segna all’89’ e corona così un’ottima prestazione della squadra maltese. Qualche mese dopo a Palermo è un’altra storia. L’Italia di Sacchi gioca senza risparmiarsi e va a segno con Dino Baggio, Signori, Pietro Vierchowod, Mancini, Maldini e di nuovo Mancini. I maltesi escono dal campo comunque soddisfatti per aver violato la porta di Pagliuca grazie a un rigore trasformato da Busuttil sul 4-0. Il risultato finale dice 6-1, cinque gol di scarto come a Bergamo sei anni prima. Purtroppo per gli spettatori che a Modena nel 2012 e a Firenze nel 2015 assisteranno a una nuova Italia-Malta, non ci sarà lo stesso spettacolo, anche se non mancherà il successo finale. In compenso a La Valletta la Nazionale continuerà a vincere con molta fatica e sofferenza.

federico

In foto: Kristian Laferla
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[1] Tra dialetto lombardo e boccate di pipa, i discorsi di Gianni Brera alla TV erano a volte incomprensibili. Brera ha, però, un merito incontestabile: ha dato al giornalismo sportivo italiano un proprio linguaggio. Celebri alcuni soprannomi da lui inventati quali Rombo di Tuono, Abatino e Bonimba (affibbiati rispettivamente a Gigi Riva, Rivera e Boninsegna), incredibile la capacità di coniare o risignificare parole come contropiede, libero o melina che oggi appartengono al bagaglio comune di ogni calciofilo