La federazione inglese, tremendamente scottata dall’eliminazione dalla fase finale di Germania ’74 subita ad opera della Polonia, affida la panchina della nazionale a Don Revie, il tecnico che ha fatto del Leeds United una squadra vincente in casa -due titoli, una FA Cup e una Coppa di Lega- e nelle competizioni europee -due Coppe delle Fiere vinte e una finale raggiunta in Coppa delle Coppe. Al suo posto a Leeds arriva Brian Clough. Inizia così il film di Peter Morgan The Damned United, che racconta dell’aspro conflitto che si crea nello spogliatoio del Leeds United e che rende breve, molto breve l’esperienza di Clough. Ma anche l’altro sodalizio nato in questo frangente, quello tra Revie e la nazionale, non porterà i risultati sperati e sancirà il definitivo tramonto delle speranze inglesi di vedere la propria squadra occupare stabilmente nel calcio internazionale un posto che si addica alla loro prosopopea.
Con molta difficoltà e con qualche aiuto di troppo, l’Inghilterra era arrivata a vincere il suo Mondiale nel 1966. Sir Alfred Ramsey aveva comunque fatto un ottimo lavoro e che l’Inghilterra fosse finalmente diventata una squadra da temere, lo avevano dimostrato il terzo posto agli Europei del ’68 e il positivo Mondiale messicano, in cui solo il Brasile di Pelé e una tremenda rimonta della Germania Ovest avevano impedito ai bianchi di giocarsi il podio.
I problemi cominciano, però, ad arrivare durante le qualificazioni per la fase finale dell’Europeo del 1972. Nel girone eliminatorio la Svizzera crea qualche patema, ma la vittoria a Basilea e la migliore differenza reti permettono all’Inghilterra di non tremare troppo, anche sull’1-1, a Wembley. Il sorteggio per i quarti dice Germania Ovest, andata proprio nel tempio del football il 29 aprile 1972. La squadra di Ramsey annovera ancora cinque dei campioni del mondo del 1966, Banks, Bobby Moore, Ball, Peters e Hurst. I tedeschi sono quelli di Sepp Maier, Beckenbauer, Breitner e Gerd Müller, del giovane Höneß e di uno straordinario Günter Netzer. Da una proiezione palla al piede di quest’ultimo nasce l’azione che alla mezzora del primo tempo porta allo 0-1, a segnare è Höneß con un tiro da fuori. Gli inglesi pareggiano al 78′ con Lee, ma la Germania Ovest non si scompone e in contropiede ottiene con Held il rigore che Netzer realizza. Passano tre minuti e segna anche Müller, la prima vittoria della storia della Mannschaft a Wembley si materializza. Al ritorno, a Berlino Ovest, è 0-0: inglesi fuori e tedeschi proiettati verso il primo successo agli Europei.
Con Revie e non più Ramsey al timone, l’Inghilterra prova a rimettersi in carreggiata dopo aver visto da casa vincere anche ai Mondiali la Germania Ovest. Ci sono di nuovo gli Europei e si parte dal girone di qualificazione: Portogallo, Cecoslovacchia e Cipro gli avversari. Gli impegni domestici condizionano i calendari, sono le federazioni nazionali a mettersi direttamente d’accordo su quando e dove giocare. Così, gli inglesi hanno la bella idea di concentrare le loro tre partite casalinghe tra ottobre 1974 e aprile 1975. I risultati, 3-0 ai cecoslovacchi, 0-0 col Portogallo e un 5-0 ai ciprioti (con cinque reti del 35enne Malcolm McDonald), lasciano ben sperare, ma tutte le altre partite sono ancora da giocare. Cipro si dimostra poco più che uno sparring partner, la Cecoslovacchia, invece, cresce e travolge 5-0 il Portogallo in casa, fatto non da poco visto che a parità di punti conta la differenza reti. A Bratislava il 30 ottobre 1975 per l’Inghilterra di Revie arriva la doccia fredda: al gol di Channon risponde prima Nehoda e poi, nella ripresa, Gallis. Quel giorno in campo non ci sono più reduci dal Mondiale vinto, c’è il talentuoso Kevin Keegan e solo Clarke e Madeley del Leeds United di Revie (anche perché molti dei giocatori forti di quella squadra sono scozzesi): il cambio generazionale non è, però, servito.
Il pareggio dei cecoslovacchi in Portogallo tiene ancora accese le speranza inglesi, ma a Lisbona anche i bianchi non vanno oltre l’1-1. Così il 23 novembre alla Cecoslovacchia basta vincere a Cipro per proseguire nel torneo, che dopo i successi contro le più quotate URSS, Olanda e Germania Ovest si concluderà con un inatteso trionfo.
L’Inghilterra perde anche il Torneo Interbritannico nel 1976, ma in fondo il vero motivo, per cui Revie è stato chiamato due anni prima, è far bene i Mondiali in Argentina. L’ex manager del Leeds United ha, dunque, ancora un’occasione, ma, diciamo subito che né lui, né la nazionale attraverseranno l’Oceano: ad agosto del 1977, con la qualificazione ancora possibile, nonostante la sconfitta in Italia, Revie molla la FA e firma per diventare tecnico degli Emirati Arabi; il suo sostituto Greenwood otterrà un 2-0 sugli azzurri, ma non basterà perché questi ultimi si qualificheranno per migliore differenza reti.
federico
Nella foto in evidenza: Don Revie. Con lui, per la nazionale inglese, arrivano anche le tute Admiral. Ci saranno dei sospetti su introiti personali di Don in relazione a questa sponsorizzazione