Storia dei risultati internazionali delle Nazionali africane. 8° puntata: Mondiali 1986
Già nel 1970 il Mondiale giocato in Messico aveva segnato un traguardo storico per il calcio africano e per il Marocco: per la prima volta la CAF aveva un posto assicurato nella fase finale ed era stata proprio la squadra nordafricana a conquistarlo. Sedici anni dopo, la Coppa del Mondo torna nel grande Stato centramericano, come soluzione di ripiego perché la Colombia ha dovuto rinunciare all’organizzazione. E puntualmente torna il Marocco che si toglie un’altra soddisfazione, diventando la prima compagine affiliata alla Confederazione africana a superare la fase a gironi. Un passo in più rispetto all’Algeria, fatta fuori al primo turno per accordi altrui nel 1982; un passo in meno del Camerun che nel 1990 arriva quasi alle semifinali. Due imprese, che a differenza di quella marocchina vengono ricordate molto di più, forse perché Bouderbala o i palloni d’oro africani Zaki e Timoumi hanno lasciato meno tracce nel calcio europeo di Rabah Madjer, Roger Milla o Thomas N’Kono.[1] Eppure gli avversari che quel Marocco si riesce a mettere dietro nel gruppo F hanno nomi davvero altisonanti.
Il primo incontro oppone i nordafricani alla Polonia, che schiera sei undicesimi della formazione tipo che quattro anni prima, al Mondiale spagnolo, era arrivata al terzo posto. Tra loro Boniek, reduce dalla prima stagione con la Roma, il portiere Młynarczyk e Włodzimierz Smolarek, la punta che il giorno della sua cinquantesima presenza in Nazionale avrebbe segnato l’unico gol polacco della trasferta messicana, ma nel vittorioso match successivo col Portogallo. Infatti, la grande esperienza internazionale contro il Marocco non basta, nonostante l’andamento della partita ricordi molto quegli incontri che alla fine arridono ai favoriti della vigilia: partenza migliore della squadra meno quotata, che tiene palla e impegna con tiri da fuori il portiere avversario; seconda metà della ripresa che invece registra un chiaro dominio della compagine più quotata. Solo che non arriva il gol, ma un palo, colto da Urban.
Il Marocco così, anche con un po’ di fortuna, ha già da parte un punto. Il secondo match è contro l’Inghilterra, che ha perso di misura col Portogallo la prima e non può permettersi altri passi falsi. I bianchi partono decisi, ma Ray Wilkins al 42′ del primo tempo commette un’ingenuità incredibile: piccato per un fallo fischiatogli contro, scaglia a gioco fermo il pallone verso l’arbitro paraguayano Gonzalez che non la prende bene e lo espelle. La partita in pratica finisce qui e lo 0-0 non lo schioda neanche il futuro capocannoniere Gary Lineker.
Due punti in due partite sono un bel bottino, visti gli avversari incontrati, ma per i marocchini la prospettiva di finire fuori dal Mondiale rimane concreta, visto che il girone è molto equilibrato e se si pareggia ma non si segna si può finire anche quarti e poco importa se vengono ripescate le quattro migliori terze. Sarà forse per questa necessità, che i Leoni dell’Atlante contro il Portogallo l’11 giugno 1986 a Guadalajara sfoderano una prestazione maiuscola. Possesso palla, accelerazioni, scambi veloci e tiro da fuori. Il Marocco inizia così. Aziz Bouderbala sfiora solamente il vantaggio, Khairi al 19′ lo realizza. Dopo sette minuti cross di Kalifa e ancora Khairi al volo di sinistro raddoppia. I portoghesi riescono a impegnare il portiere Zaki solo con tiri da fuori e in contropiede, al quarto d’ora della ripresa, arriva anche il terzo gol. Lo segna Abdelkrim Merry ben smarcato da Timoumi. Il neoentrato Diamantino fa 3-1 a dieci minuti dal termine, ma vale solo per la statistica. L’Inghilterra ha, infatti, contemporaneamente travolto 3-0 la Polonia e, quindi, il Marocco è l’unica a chiudere il girone con quattro punti. Le tre europee sono tutte dietro in classifica, l’Inghilterra, seconda, e la Polonia, terza, avanzano lo stesso, il Portogallo è proprio fuori dal Mondiale.
Il problema è che anche negli altri raggruppamenti le cose non sono andate come previsto e così l’Inghilterra trova agli ottavi il Paraguay, secondo nel gruppo B, avversario certamente più abbordabile della Germania Ovest, seconda nel gruppo E, che tocca ai Leoni dell’Atlante. Gli stessi marocchini nel 1970, la Tunisia nel 1978, l’ Algeria nel 1982… tutte le nordafricane hanno finora dovuto salutare il Mondiale per meriti diretti o indiretti dei tedeschi Ovest e il 1986 non fa eccezione. La partita è brutta, Zaki prima tiene a galla i suoi respingendo una girata da pochi passi di Karl Heinz Rummenningge, poi all’87’ piazza malissimo la barriera su una punizione dai trenta metri. Lothar Matthäus ringrazia.
Il mancato finale a sorpresa, il fatto che venga giocata quando in Italia è notte e per di più a poche ore di distanza dalla sconfitta degli azzurri contro la Francia, tutti ingredienti che spingono a dimenticare in fretta quella partita. E con essa l’impresa fatta fino a quel momento dal Marocco.
federico
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[1] Zaki ha vinto il pallone d’oro africano assegnato da France Football nel 1986, Timoumi nel 1985, Madjer nel 1987, Milla nel 1976 e nel 1990, N’Kono nel 1979 e nel 1982. Bouderbala non lo ha mai vinto, è stato però eletto miglior giocatore della fase finale della Coppa d’Africa nel 1986 e nel 1988