Una Coppa sospesa tra due continenti. 8° puntata: La Supercoppa Intercontinentale
Chi seguiva il calcio negli anni Ottanta ricorda certamente il Mundialito Club Coppa delle Stelle. Il motivo del ricordo, oltre che a una vittoria della squadra del cuore o forse a una partita da tramandare ai posteri, è legato a una sensazione di prima volta. Un qualcosa che è accaduto in occasione di quella manifestazione e che poi è divenuto normalità: il calcio sulla rete privata interrotto dalle pubblicità, ontologicamente necessarie, a sentir dire i telecronisti, per l’evento in sé e non solo per la testimonianza di esso.
Un prologo si è vissuto con la Coppa d’Oro dei Campioni del Mondo all’inizio del 1981, il Mundialito riservato a tutte le nazionali che avessero vinto una edizione dei Mondiali. Per la prima volta i diritti sulla trasmissione in Italia di un torneo di calcio sono andati a un network privato, Canale 5, unico fatto di rilievo legato a quella manifestazione.
Il colpo gobbo convince la società che gestisce quello stesso network a organizzare per l’estate del 1981 a Milano una versione per squadre di club da chiamare con un nome simile. Si avranno repliche nel 1983 e nel 1987. L’idea, o meglio la scusa, è quella di organizzare un torneo a inviti (e non riconosciuto né da UEFA, né da CONMEBOL) tra squadre europee o sudamericane che abbiano già ottenuto una vittoria nella Coppa Intercontinentale e, visto che si gioca a San Siro, Inter e Milan saranno sempre presenti. Il format è quello del girone all’italiana, che assicura più partite e più passaggi pubblicitari.
Nello scegliere le altre partecipanti c’è dell’elasticità. Nel 1983, ad esempio, viene invitata e vince la Juventus, che fino a quel momento non conta nessun successo in Coppa dei Campioni e una sconfitta contro l’Independiente nella sfida europeo-sudamericana. Nel 1987 non ci sono, invece, squadre sudamericane, sostituite dalle prime europee che dicono sì (Barcellona, Porto e Paris Saint Germain). Capitano cose anche più strane, da vera tournée estiva, tipo vedere nel 1981 il pensionato di lusso Johann Cruijff in maglia rossonera, preludio della confusione che regnerà in casa Milan la stagione seguente, quella della retrocessione in B sul campo.
L’albo d’oro alla fine parlerà solo italiano (Inter nel 1981 e Milan nel 1987 oltre al successo bianconero già citato), ma a quale pro citare questo trofeo poco più che amichevole in uno special che si occupa di coppe ufficiali contese da club di due diverse Confederazioni? Il fatto è che il Mundialito Club Coppa delle Stelle è la sorellastra televisiva della Supercoppa Intercontinentale, una manifestazione inutile che dura solo due anni, ma che è avallata da UEFA e CONMEBOL e, pertanto, va citata.
Il 1968 è l’anno in cui le due Confederazioni si inventano questa nuova sfida. La prima fase prevede eliminatorie, gestite a livello continentale, tra tutti i club che hanno vinto almeno un’edizione della Coppa Intercontinentale, le due vincenti si incontrano in partita di andata e ritorno. Siamo a fine anni Sessanta, ma il calendario è già pieno: il Real Madrid non riesce a trovare una data buona per incontrare l’Inter nel 1968, l’anno dopo le due squadre e il Milan rinunciano già in partenza e questo mette la parola fine sulla Supercoppa. Per la statistica ricordiamo che il Santos vince la prima edizione (vittoria in trasferta 0-1 in casa Inter, che rinuncia ad attraversare l’Oceano per giocarsi il ritorno). Il Peñarol vince, invece, la seconda e ultima edizione, o meglio vince l’eliminatoria sudamericana e, per rinuncia altrui, l’intera manifestazione.
Bene così. Ci fosse stato un ingaggio più alto e qualche sponsorizzazione in più anche questa inutile Supercoppa avrebbe avuto una storia più lunga.
federico
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