Nel gergo giornalistico la locuzione gol fantasma è usata indifferentemente in due casi ben distinti che tornano agli onori delle cronache ogni volta che un nuovo episodio si aggiunge. Ad esempio, di palloni che oltrepassano la linea di porta senza esser visti da terna, quaterna o cinquina arbitrale se ne è parlato molto a seguito del caso Muntari nel febbraio 2012. Nel 2013, invece, un clamoroso episodio avvenuto in Bundesliga ha ridato memoria a tutti quei gol assegnati nonostante il pallone non abbia varcato la linea del gol o l’abbia varcata in modo, per così dire, non canonico. Il gol di Geoff Hurst nella finale mondiale del 1966 è di gran lunga il più importante tra i gol appartenenti a questa tipologia di gol fantasma e per questo merita una trattazione a parte. In attesa di capire se la goal line technology introdotta nel Mondiale brasiliano metterà in futuro a tacere ogni dubbio, ecco una carrellata dei casi più eclatanti.
Partiamo proprio da quanto accaduto in Bundesliga il 19 ottobre 2013. La sfida tra Hoffenheim e Bayer Leverkusen, valida per la nona giornata, è sul risultato di 0-1 quando Stefan Kieβling, in forza al Leverkusen, incorna di testa su calcio d’angolo. La palla accarezza l’esterno della rete ed entra in porta da un buco laterale. L’attaccante giustamente reagisce mettendosi le mani sul volto e rammaricandosi per l’occasione fallita, poi però si rende conto che il pallone è in rete, alza le braccia per esultare e viene abbracciato da alcuni compagni. L’arbitro Felix Brych, vedendo la sfera in fondo al sacco, il giubilo del Leverkusen e notando che la squadra di casa non sta protestando, assegna il gol. A questo punto i giocatori di casa si accorgono del buco nella rete e lo mostrano a Brych, che però è irremovibile e convalida la segnatura. Siamo al minuto 70, il Leverkusen va sullo 0-2 e alla fine vincerà per 1-2. Una decina di giorni dopo la federazione tedesca omologa il risultato, nonostante l’ammissione dello stesso Kieβling.
La Bundesliga non è nuova a episodi del genere. Il 23 aprile del 1994, Il Bayern Monaco sconfigge 2-1 il Norimberga sbloccando il risultato con Helmer: corner a rientrare, spizzata di testa e difensore bavarese che sul secondo palo, incredibilmente, non riesce ad insaccare sulla linea a portiere battuto. La palla esce ma l’arbitro, tra lo stupore generale (anche dello stesso Helmer che intanto stava aiutando l’estremo difensore avversario a rialzarsi), indica la metà campo assegnando il gol al Bayern. La partita verrà comunque ripetuta, su reclamo del Norimberga, e il Bayern per non sbagliarsi vincerà 5-0.
Il 17 gennaio 2010 si gioca Duisburg-Francoforte, match di Zweite Liga. I padroni di casa conducono nettamente per 4-0, quando all’81’ Christian Tiffert prende palla al limite dell’area e supera il portiere avversario con un pallonetto che, respinto dalla traversa, rimbalza addirittura a più di un metro dalla linea di porta. Il direttore di gara Marco Fritz si difenderà sostenendo di non avere nemmeno visto l’accaduto e di essersi fidato del parere dell’assistente di linea. Un Phantomtor, per dirlo alla tedesca, grande quanto una casa.
Anche in Italia ci sono casi di gol assegnati ingiustamente. Ad esempio la rete con cui Fabio Galante segna il definitivo in Juventus-Genoa del 1994/95. L’episodio più famoso capita, però, il 22 ottobre 1967 nel derby di Milano; l’Inter va in vantaggio con una rete (una delle pochissime) del peruviano Victor Benitez, i rossoneri poi pareggiano grazie ad una gran botta di Gianni Rivera, che di controbalzo scaglia il pallone sulla traversa. Questo torna in campo e viene allontanato dalla difesa: l’arbitro però concede la rete ai milanisti.
Ha a che fare con l’Inghilterra, patria di Hurst, anche un altro importantissimo gol fantasma assegnato.3 maggio del 2005, Anfield Road, semifinale di Champions tra Liverpool e Chelsea. All’andata a Stamford Bridge finisce 0-0. Il ritorno è deciso da una rete contestatissima di Luis Garcia: Baroš è messo giù da Čech in uscita, Luis Garcia tocca da pochi passi e Gallas tenta un disperato rinvio. Arbitro e guardalinee ritengono che la palla abbia varcato la linea, vanificando gli sforzi del difensore dei Blues [1]. Il Chelsea comunque si rifa il 15 aprile 2012, nella semifinale di FA Cup, ai danni del Tottenham. Al termine della prima frazione gli ospiti conducono 0-1 (rete di Drogba) e raddoppiano al 4’ della ripresa con Juan Mata: mischia su corner, lo spagnolo calcia al volo di sinistro, Cudicini respinge ben al di qua della linea, ma il direttore di gara è incredibilmente di opposto avviso. 0-2 e gara in discesa, stravinta poi dai Blues per 1-5.
Ma l’episodio più incredibile e fantozziano, rimane quello accaduto Brasile durante la sfida valida per la coppa Paulista nel settembre 2006 tra Santacruzense e Atletico Sorocaba. A un minuto dalla fine il Sorocaba conduce 0-1, i padroni di casa attaccano e sfiorano il pari con una conclusione che termina sull’esterno della rete. Il raccattapalle dietro la porta, anziché consegnare il pallone al portiere, lo deposita all’interno della stessa. L’arbitro, peraltro in quel caso una donna, decide per il gol. Gli ospiti sono sbigottiti e furiosi, i locali e il non proprio onesto raccattapalle fanno gli indifferenti. Il concitato finale non cambierà la decisione della direttrice di gara. L’Atletico Sorocaba trova il pari e perde la faccia.
roberto
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[1] Mourinho, allenatore dei londinesi, parlerà di «gol venuto dalla Luna». Il dubbio permane, ma le immagini sembrano dare ragione allo slovacco Michel, l’arbitro della gara, che ha comunque affermato che se non avesse convalidato la rete avrebbe espulso il portiere del Chelsea e concesso il rigore ai reds. Il Liverpool vincerà poi la Champions nella famosa finale di Istanbul contro il Milan.