Calcio d’agosto. 3° puntata: Il torneo di St. Moritz del 1911

«È riuscito pur troppo una vera sconfitta per le nostre squadre, eccone la prova». L’esordio scelto da La Stampa Sportiva non è incoraggiante. Del resto Internazionale, Torino e U.S. Milanese al cospetto di Viktoria Berlino, Phoenix Karlsruhe e Young Boys hanno ottenuto risultati davvero pessimi. A rendere, però, il tutto rilevante da un punto di vista storico non è la debacle rimediata dal calcio italiano, bensì mese e anno in cui il tutto avviene.
Se, infatti, vi siete mai chiesti quale sia stato il primo trofeo internazionale estivo a cui abbiano partecipato club italiani, quale manifestazione sia in sostanza la molta lontana antenata dell’International Champions Cup, eccovi serviti: il Torneo di Saint Moritz, andato in scena tra il 22 e il 25 agosto del 1911.

Amichevoli contro club stranieri giocate in pieno agosto da Torino o Internazionale vanno considerate come del tutto eccezionali nel panorama calcistico dei primi anni del XX secolo. Figuriamoci dei veri e propri tornei.
È vero, infatti, che dall’annata 1909/10 la stagione agonistica per i club del Nord Italia è diventata più lunga, si comincia in autunno e si finisce in primavera inoltrata; che i giocatori sono impegnati molto di più e che le cose si stanno facendo anno dopo anno sempre più serie, tra la nascita della rappresentativa nazionale e il pubblico che sempre più segue il gioco e rende più accese le rivalità tra le squadre. Ma da qui a parlare di preparazione atletica o di ritiro precampionato, i due ingredienti che porteranno alla nascita del cosiddetto calcio d’agosto, ce ne vuole, se non altro perché chi scende in campo è un amateur e deve avere necessariamente una fonte di rendita diversa dal gioco del football.
Così, fare qualche amichevole contro squadre del circondario, andare a giocare la Coppa Stresa o contendersi la Scarpa Radice nel mese di settembre può bastare per riprendere il ritmo prima che inizino le partite ufficiali. E poi le finestre solitamente dedicate al confronto col calcio estero ci sono già a Pasqua e intorno a Capodanno.

Anche negli altri Paesi le cose non devono andare molto diversamente, se è vero che il Torneo di Saint Moritz non conterà altre edizioni e che tra tutti i tornei internazionali riservati a squadre di club e giocati in questo periodo pionieristico del calcio continentale, cui la Grande Guerra porrà fine per ragioni che vanno ben oltre il rettangolo verde, ce n’è solo un altro che viene disputato nel mese di agosto. O almeno questo risulta spulciando il sito rsssf.com, sempre prodigo di dati. Ci riferiamo al Blankenberge Toernooi, che la stazione balneare belga affacciata sul mare del Nord ha ospitato per tre anni consecutivi, dal 1910 al 1912.
A voler essere pignoli il torneo è internazionale quanto un campionato piemontese cui si iscriva il Nizza, visto che vi partecipano solo squadre provenienti dal Belgio a parte i francesi dell’Ivry nel 1910 e lo Sparta Rotterdam nel 1911, ma la località scelta non lascia dubbi sulla natura vacanziera della competizione. E se al mare sostituiamo la montagna appare molto più chiaro perché l’Internazionale, lo Young Boys e le altre si vedano tutte a Saint Moritz a fine agosto 1911.

È arrivato, dunque, il momento di tornare tra le Alpi e di raccontare della pessima figura delle squadre italiane. Nonostante La Stampa nell’annunciare l’incontro tra Torino e Viktoria Berlino dica che «una vittoria [granata] non ci stupirebbe e ci giungerebbe oltremodo gradita», la squadra campione di Germania vince 9-0. Superiorità netta che l’infortunio dell’attaccante torinese Arioni I e la conseguente inferiorità numerica per buona parte dell’incontro può giustificare solo in parte. Sette reti quel giorno le realizza il ventiquattrenne Otto Dumke, che morirà improvvisamente l’agosto successivo.
Sotto il diluvio anche U.S. Milanese e Internazionale finiscono male: sconfitta 5-1 dallo Young Boys la prima, battuta 3-1 o 7-3 -a seconda delle fonti- dal Phoenix Karlsruhe la seconda. Il corrispondente de La Stampa Sportiva individua giustamente nella «mancanza di allenamento» manifestatasi in tutte e tre le compagini italiane la causa principale della debacle.

Per disputare le semifinali serve, però, una quarta squadra. Così la lucky loser Internazionale viene ripescata e il sorteggio la accoppia nuovamente al Phoenix Karlsruhe. Chi fra venti anni rimpiangerà nostalgicamente l’International Champions Cup potrebbe quasi commuoversi alla scoperta che tornei estivi in posti “esotici” e con regolamenti assurdi si facevano anche nella notte dei tempi…[1]
Ad ogni modo il replay Phoenix-Internazionale diventa poco più di un allenamento, perché il nerazzurro Bontadini nel corso del primo match si è infortunato e i milanesi, per evitare di giocare in dieci, hanno chiesto di potersi avvalere del granata Bachmann. In cambio, qualsiasi sarà il risultato del campo, saranno i tedeschi a disputarsi la finale. Se non altro il risultato che dà il campo, sempre allagato e infangato per la copiosa pioggia, è di 1-1.

Nell’ultimo atto del torneo il Phoenix viene poi battuto 2-1 dall’altra compagine tedesca, il Viktoria Berlino che diventa così, inconsapevolmente, la prima vera regina d’estate.

federico

Puntata precedente: La Supercoppa di Spagna e il trofeo Gamper
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[1] Il torneo statunitense dell’International Champions Cup 2015 proponeva, ad esempio, un girone all’italiana con dieci squadre che aveva solo quattro giornate in programma. Due partite valide per la MLS furono considerate parte integrante del torneo. Tra le location scelte spiccavano poi un Chelsea-Barcellona giocato a Landover e un Barcellona-Manchester United a Santa Clara, rispettivamente al FedEx e al Levi’s stadium, giusto per capire il metro di scelta