“¡Hijos de puta!” Passando in rassegna i giocatori dell’albiceleste schierati a metà campo, la telecamera ruba questa frase apertamente detta da Maradona. La banda sta eseguendo l’inno nazionale argentino e dagli spalti dell’Olimpico di Roma, pieno di tedeschi e di italiani che tifano Germania Ovest, partono continue bordate di fischi. In tutte le partite disputate dall’Italia (se si eccettua quella contro l’Argentina giocata, però, nella “incivile” Napoli) l’Olimpico ha fischiato più o meno rumorosamente l’inno della nazionale avversaria. Ma il frastuono adesso è davvero assordante, è il modo che hanno gli italiani di sentirsi dentro la finale che deciderà la vincitrice del Mondiale fatto in casa e visto svanire in semifinale proprio contro l’Argentina. I tifosi tedeschi si sono solo accodati.
Un modo poco sportivo, ma condiviso se è vero che il giorno dopo in prima pagina sul Corriere dello Sport la notizia diventerà “Tifosi inviperiti per una parolaccia”. L’editorialista, dal canto suo, non spenderà neanche finte parole di rimbrotto per il pubblico, redimerà l’antipatico Maradona solo perché alla fine ha pianto e chiuderà le sue considerazioni a riguardo con un eloquente “Concediamogli il nostro rispetto. Almeno”

Di mezzo c’è la partita, la prima finale della storia dei Mondiali in cui la squadra che perde non segna. Una partita spigolosa, fatta di pochi tiri in porta e di tanti falli, come molte altre finali che i Mondiali ci offriranno di lì in poi, ma con un’aggravante, l’arg ger 90arbitro Edgardo Codesal Méndez, calatosi perfettamente nel ruolo di giustiziere.
Il problema di fondo è che la Germania Ovest dei panzer Völler, Matthäus, Brehme e Klinsmann ha fatto il suo, mentre l’Argentina è arrivata in finale non si sa bene come. Sconfitta dal Camerun all’esordio, nonostante gli africani chiudano in nove, batte 2-0 l’URSS (ma sullo 0-0 un’evidente fallo di mano di Maradona sulla linea di porta viene ignorato), fa 1-1 contro la Romania e passa il turno perché ripescano le migliori terze dei gironi. Con Diego a mezzo servizio batte il brutto e sfortunato Brasile di Lazaroni all’80’, grazie a un lancio del Pibe che smarca Caniggia. Poi è la volta di Goycoechea: portiere di riserva divenuto titolare per l’infortunio di Pumpido, non commette errori in partita e ai rigori si scatena. La Jugoslavia ai quarti e l’Italia in semifinale escono così.
Il mondo intero, che non tollererebbe la vittoria dell’Argentina di Maradona, impazzirebbe se a trionfare fosse quella dei Troglio, dei Ruggeri, dei Simón e dei Basualdo che, conscia della propria inferiorità tecnica e dei problemi fisici del proprio leader, passa tutto il tempo a coprirsi in attesa del giusto lancio per Caniggia (assente, però, in finale per squalifica) o dei rigori parati da Goycoechea.

Il problema reale è che questa pur brutta Argentina è difficile da battere sul campo, nonostante sia in dieci uomini dal 64′ per un fallaccio di Monzón su Klinsmann. I tedeschi hanno creato qualche patema con le discese di Littbarski e le punizioni di Brehme, ma col passare dei minuti i biancocelesti hanno preso più coraggio. Ecco, dunque, la necessità del messicano di origine uruguayane Codesal. Fischietto dal penalty facile (tre rigori dati nella sola Camerun-Inghilterra) decide al minuto 82 della finale che i supplementari non si devono giocare: lancio di Matthäus per Völler che entra in area dalla sinistra, punta il fondo e, appena toccato da Sensini, cade.La rabbia dei biancocelesti è tanta, perché poco prima Calderón era stato agganciato da Matthäus in modo netto appena dentro l’area.[1] Dopo due minuti di proteste, il rigore è realizzato da Brehme in modo impeccabile. I nervi saltano e anche il cremonese Dezotti deve raggiungere gli spogliatoi in anticipo. La partita finisce poco dopo, italiani e tedeschi sono tutti contenti, Maradona -come già detto- scoppia a piangere e ripensa agli hijos de puta. Non ai tifosi, la cui ostilità e i cui continui fischi gli sono scivolati addosso, come dichiara ai giornalisti a fine partita.
Per lui i veri figli di puttana sono Codesal, Blatter e la FIFA intera e da allora non smetterà mai di esternare questo suo pensiero con i suoi ben noti modi pacati e politically correct.[2]

federico

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[1] Per completezza bisogna aggiungere che la Germania Ovest a inizio ripresa protesta per un intervento di Goycoechea su Augenthaler
[2] Codesal poco dopo verrà accusato di corruzione e radiato dalla federazione messicana. Ricomparirà al Mondiale del 2002 in veste di capo della commissione arbitrale