Quando lo scorso anno Real Madrid e Atletico Madrid si affrontarono nei quarti di Champions League, la partita rimase incerta fino all’ultimo. Le merengues, allenate da Ancelotti, non riuscirono a segnare al Vicente Calderòn e sbloccarono il match di ritorno solo a pochi minuti dal termine grazie a un gol del Chicharito Hernandez, potendosi per di più avvalere della superiorità numerica per un’espulsione ingiustamente comminata ad Arda Turan. Nel commentare questo doppio confronto i giornalisti di Sky parlarono quasi con disprezzo di pullman parcheggiato dall’allenatore dei colchoneros Simeone davanti alla sua area di rigore per impedire ai frombolieri del Real Madrid di giocar bene, senza minimamente considerare come quello stesso Atletico Madrid nel 2014, con sagacia tattica e una organizzazione di gioco in grado di annullare la netta differenza tecnica, aveva cullato fino al novantesimo l’idea di poter battere proprio il Real Madrid nella finale di Champions League.

Simeone-Che-Guevara-Gazzetta-Sport_CLAIMA20160429_0019_28Ora, a maggio del 2016, Il Cholo Simeone pare aver dismesso il berretto da autista di autobus e, a vedere il montaggio di dubbio gusto che campeggiava sulla prima pagina della Gazzetta qualche giorno fa, ha indossato il basco del comandante. Le pagine dedicate allo sport dei principali giornali italiani sono, infatti, piene di elogi per l’Atletico Madrid, in grado di far fuori prima il Barcellona e poi il Bayern Monaco, e di approfondite analisi del cholismo, filosofia di gioco che sembra essere definibile solo in quanto contrapposta al tiki taka di Guardiola.
Il mondo, specie quello dello sport, ha sempre bisogno di narrazioni epiche, di grandi eroi e la stampa pare averne ancora maggior necessità per questioni di tiratura o di visite. Così, se CR7 vs Messi ha un po’ stufato e poi i due non si incontreranno più quest’anno, se le squadre italiane vanno male, se il Leicester City riporta in auge vecchi discorsi sul calcio d’antan, se Lewandowski e Müller sono forti, ma hanno poca forfora e poco appeal, ecco debordare sui giornali e in TV il “dibattito” cholismo vs guardiolismo. Noia e banalità la fanno spesso da padroni, ma un modo per vedere il bicchiere mezzo pieno c’è: in Italia si è voluto rendere personaggio Simeone con alcuni anni di ritardo, chiudendo inspiegabilmente gli occhi sui risultati già ottenuti dall’allenatore argentino. Una rapida ricerca in rete, infatti, svela che già nel novembre 2013 sui quotidiani spagnoli si parla di cholismo e di una legittimazione da parte della Fundación del Español Urgente di questa terribile parola che a me -che son pugliese- fa venire inevitabilmente in mente cose più sconce.
Il risultato più apprezzabile di questa negligenza è che chi ha seguito l’Atletico Madrid negli ultimi anni ha potuto farsi una propria opinione sulla squadra, sul suo carattere, sul suo tecnico, senza per questo dover intravedere in questo o quell’aspetto qualità morali, precetti filosofici o una nuova Weltanschauung calcistica. E ora basterebbe evitare la stampa mainstream per non farsi condizionare o passare al contrattacco producendo noi stessi altri allenatorismi per saturare il tutto e ridurne la portata.

Del resto l’Atletico Madrid in  finale incontrerà nuovamente il Real Madrid, che Zinedine Zidane ha saputo rendere molto concreto con la prospettiva di convincere i giornali a puntare sullo zidanesimo come terza via tra cholismo e guardiolismo. Con buona pace del luis-enriquesimo che di quest’ultimo sarà sempre ritenuto una sottocorrente.
A conti fatti va poi detto che quella che si sta concludendo è stata un’altra stagione europea in cui le squadre spagnole l’hanno fatta da padrona. Il Siviglia, ripescato dalla Champions League, ha avuto la costanza di arrivare alla sua terza finale di Europa League consecutiva, vero obiettivo dell’unai-emerismo, che invita a rifuggere i grandi obiettivi per concentrarsi su quelli alla propria portata. Solo il Villareal non c’è l”ha fatta a completare la quaterna, sconfitto dal Liverpool che ad Anfield Road ha saputo rimontare l’1-0 subito all’andata. Ma a Liverpool c’è Klopp e si sa che il kloppismo, a patto di smascellare con continuità durante i novanta minuti di gioco, è garanzia di successo. La partita filosofica è aperta. Vedremo chi vincerà.

federico