La possibilità di vedere una squadra diversa dal Real Madrid alzare la FIFA Club World Cup era davvero molto bassa. Per i nomi che vestono di bianco, per il fatto che la squadra di Ancelotti arrivava da una serie ininterrotta di vittorie consecutive in partite ufficiali (ora siamo a 22, con 80 gol fatti e 10 subiti), perché gli avversari avevano come punti di forza il trentacinquenne Torrado o il Pitu Barrientos, perché in Marocco c’è lo stesso fuso orario dell’Europa, perché a Auckland si sono attrezzati per i sogni ma non ancora per i miracoli.
ramos 2014Quello che, però, sorprende ancora una volta è che a sbloccare il risultato in entrambe le partite giocate e a indirizzarle verso la tranquillità sia stato Sergio Ramos. Nel ritorno della semifinale di Champions 2013/14, a Monaco di Baviera, una doppietta sullo 0-0 aveva garantito l’accesso alla finale di Lisbona. Lì un suo colpo di testa al secondo minuto di recupero aveva strozzato in gola l’urlo dell’Atletico Madrid e mandato tutti ai supplementari. Adesso, in Marocco, una testata al 15′, su angolo di Kroos e uscita a vuoto del portiere Corona, è valsa il vantaggio contro il Cruz Azul in semifinale e una testata simile sul solito allitterante “cross di Kroos” ha dato l’1-0 in finale contro il San Lorenzo.

Superfluo dire che nemmeno le due ammonizioni rimediate, una per partita, hanno dato noia al Real Madrid. Con la prima è arrivato anche un rigore per atterramento di Pavon, ma Torrado, infallibile contro il Western Sydney nei quarti, non è riuscito a battere Casillas e a riportare la Cruz Azul momentaneamente in partita in semifinale. Si era sullo 0-2, il risultato finale è stato poi di 0-4 (gli altri tre gol hanno avuto la firma di Benzema, Bale, Isco).
La seconda, giunta dopo soli 22′ dall’inizio del match di finale contro gli argentini per un fallo a metà campo su Buffarini, è stata indice di un inizio combattuto, pieno di interventi anche decisi e di qualche giallo distribuito dall’arbitro per far rimanere il tutto nei ranghi. Un inizio in cui, però, solo il Real ha avuto davvero occasioni. Non a caso, dopo il vantaggio già descritto e la papera di Torrico (e della sua difesa che aspettava un fischio per off side) sul tiro di Bale che è valso il 2-0, non c’è stata più partita.
Ci verrebbe quasi da dire che Sergio Ramos merita il Pallone d’Oro. Del resto il suo 2014 è stato, pieno di soddisfazioni e gol, eccezion fatta per il pessimo Mondiale giocato con la maglia della Spagna, in cui Ramos ha fatto ciò che gli esce peggio: il difensore. Ma questo cambia poco visto che ai difensori il Pallone d’Oro non va mai…

Scherzi a parte, vogliamo concludere elogiando la squadra neozelandese dell’Auckland City. Per la prima volta i campioni della versione OFC della Champions sono arrivati in semifinale e, per di più, hanno saputo conquistare un posto sul podio. Senza il gol di Matos al quarto del primo tempo supplementare, forse i neozelandesi avrebbero potuto avere l’onore di essere sconfitti dal Real Madrid in finale: le due volte che sono arrivati ai rigori l’hanno infatti spuntata. Ma alla fine poco importa.

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federico