Lo hanno fatto sicuramente apposta. Vi immaginate le ultime due giornate dei gironi di Champions League con la sicurezza o quasi di aver passato il turno? Chi avrebbe disdetto ogni appuntamento con settimane di anticipo per non perdersi Malmö-Juventus o CSKA-Roma, sperando di non sbagliare ora o giorno, ché in Russia si gioca alle 18 e nell’alternanza martedì-mercoledì non è facile orientarsi?
Facili ironie o complottismo da scie chimiche, ma per il calcio italiano già il fatto di avere due squadra ancora in lizza per gli ottavi va considerata cosa positiva. Partiamo dalla Roma, che tra campionato e coppa non sta attraversando un bel periodo: in un mese il pareggio in casa della Sampdoria, la brutta sconfitta di Napoli e la doppia mazzata contro il Bayern Monaco, che ha vinto agevolmente sia quando García ha giocato a viso aperto che quando ha provato a chiudere gli spazi.
La notizia importante è che a Trigoria c’è stato un contrordine. L’avversario adesso si chiama CSKA, reduce dal trionfo per 1-2 in casa del Manchester City. Una vittoria a Mosca il 25 novembre potrebbe voler dire passaggio del turno, perché i russi all’Olimpico hanno perso 5-1 e perché i giallorossi sono ancora, nonostante tutto, secondi nel girone. Non sarà comunque facile. Il CSKA ha mostrato di saper sfruttare i passaggi a vuoto degli avversari. Al Khimki, infatti, il Manchester City vinceva comodamente 0-2, ma dopo un palo colto da Milner si è rilassato e i russi hanno pareggiato grazie a Doumbia e a un rigore di Natcho (generosamente concesso per fallo dubbio di Kolarov, c’è da sottolineare). Il City ha subìto il contraccolpo e, un po’ come la Roma, è andato in crisi anche in Inghilterra (sconfitto dal West Ham in campionato ed eliminato dal Newcastle in Coppa di Lega) e non ha saputo riprendersi all’Etihad Stadium nella partita di ritorno contro il CSKA: sintesi del match la “spazzata” con cui Clichy serve Natcho in occasione del gol vincente (segnato da Doumbia su assist del’israeliano), invece di buttare la palla altrove, chiaro indice della non tranquillità dei citizens in campo.
A proposito di calcio inglese, diamo subito al Southampton e a Pellé il posto che si meritano: i saints sono addirittura secondi in Premier, dietro l’inarrivabile Chelsea, e l’attaccante leccese è arrivato a quota sei gol. Vedremo se Conte continuerà a dargli fiducia in nazionale. Intanto, il sostituto del neo ct della nazionale sulla panchina della Juventus, Masimiliano Allegri, ha finalmente messo a tacere chi sosteneva che tutti potevano allenare i bianconeri al suo posto e, in occasione della partita di Torino contro l’Olympiacos, ha varato la sua prima formazione contiana negli uomini, ma non nel modulo: 4-3-1-2 e Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal tutti in campo contemporaneamente. La squadra ha creato azioni offensive con maggior continuità di quanto fatto a Madrid contro l’Atletico e ad Atene contro lo stesso Olympiacos ed è sembrata, per così dire, più vicina al modo in cui si gioca in Europa. Il risultato finale di 3-2 l’ha premiata in parte, perché, se Vidal avesse realizzato il rigore concesso a tempo scaduto, sarebbe andata in vantaggio nel computo dei confronti diretti. Ma in casa Juventus non ci si può lamentare perché l’1-1 è nato per concessione generosa di un angolo da parte di Buffon e perché al 60′ i greci erano avanti. Come dire, l’anno scorso in situazione molto simile il Galatasaray uscì da Torino con un 2-2 decisivo ai fini della qualificazione.
Dagli altri gironi non c’è molto da segnalare. Al pari del Bayern Monaco, anche Real Madrid, Borussia Dortmund, Porto e Paris Saint-Germain hanno già ottenuto il passaggio agli ottavi. L’Atletico Madrid ha l’occasione di chiudere il conto ospitando l’Olympiacos nel prossimo turno, mentre per Barcellona, Bayer Leverkusen, Arsenal, Chelsea e Shakhtar Donetsk sembra solo una questione di formalità. I minatori ucraini hanno tra l’altro rifilato 12 gol in due partite al povero Bate Borisov. Ne ha segnati otto il solo Luiz Adriano che, facendone cinque nell’andata in Bielorussia, ha eguagliato il record di Messi (cinquina in Barcellona-Bayer Leverkusen 7-1, ritorno degli ottavi 2011/12).
Infine, per determinare la seconda qualificata in tre gironi occorrerà quasi sicuramente attendere l’ultimo turno: dietro il Real c’è il Basilea (6 punti), che si è rilanciato travolgendo 4-0 il Ludogorets, ma si attendono notizie dal Liverpool fermo a 3 punti; il Monaco (5 punti) perdendo a Lisbona ha rimesso in corsa il Benfica e lo Zenit (entrambe a 4 punti); nel doppio confronto Sporting Lisbona (4 punti) e Schalke 04 (5 punti) hanno vinto 4-2 e 4-3 i loro rispettivi incontri casalinghi e quindi attendono le prossime giornate per capire quanto influiranno Chelsea e Maribor (ancora non spacciata a quota 3).
Esaurito l’argomento Champions, vediamo quali cose belle ci hanno offerto qua e là i campi da gioco in questo ultimo mesetto. Non possiamo non partire da Mannone (lo vogliamo in nazionale), Vergini, Wes Brown e da tutta la difesa del Sunderland, che a cavallo tra l’8-0 subito a Southampton e lo 0-2 patito in casa contro l’Arsenal è riuscita a farsi fare -e a farsi- dei gol tali che in Italia avrebbero subito aperto un fascicolo d’inchiesta su scommesse clandestine (e chissà che non l’abbiano fatto anche in Inghilterra). Meraviglioso, poi, il gol in rabona di Lamela nella partita di Europa League contro l’Asteras. Ma visto che parliamo sempre di gol e, al più di grandi parate, chiudiamo citando due salvataggi sulla linea. Il primo è in Serie A, è il tuffo con cui Rami in Cagliari-Milan salva lo 0-0 ancora per pochi minuti. Un salvataggio che servirà meno di quello fatto da David Luiz, uno non nuovo a miracoli del genere (ricordate quello nella Confederations Cup 2013 in finale?). E sì, perché la supercorazzata P.S.G. a Nicosia contro l’Apoel ha sofferto tantissimo e, prima che Cavani segnasse il gol vincente all’87’ scivolando, il brasiliano ha tolto da dentro la porta con un colpo di ricciolo una conclusione di testa a botta sicura di Tiago Gomes.
federico