Il tempo regolamentare sta per terminare, mancano due secondi al termine del terzo minuto di recupero quando nei pressi del centrocampo Zuniga ferma Giovinco lanciato in corsa. L’arbitro Paolo Mazzoleni estrae giustamente il giallo. Peccato che dieci minuti prima abbia già ammonito lo stesso Zuniga per aver subito un fallo da Pirlo al limite dell’area e che cinque minuti prima abbia cacciato Pandev su consiglio del permaloso assistente Stefani, offeso probabilmente dalla pronuncia non perfetta del macedone. Il Napoli si ritrova in nove e la paura della Juventus di perdere contro i partenopei la seconda coppa di fila termina lì.
La cosa che fa più rabbia è che, complice il clima piovoso e non tanto caldo, Pechino era stata fino a quel momento teatro di un bella partita e non solo veicolo di facili guadagni per Napoli e Juventus. Ma veniamo alla fredda cronaca.
Al via la Juventus di Antonio Conte, pardon di Massimo Carrera, sembra un po’ svagata specie in difesa e il Napoli colpisce in contropiede su buco di Lucio. Cavani si fa prima fermare da Buffon, ma non sbaglia sulla ribattuta. Dieci minuti e Asamoah al volo di sinistro su cross di Vidal rimette tutto in parità. Il Napoli è però più in palla e Bonucci non vuole essere da meno del suo nuovo compagno di reparto: Pandev gli ruba palla, s’invola e con un bellissimo pallonetto di sinistro batte Buffon. Il tempo si conclude sul 2-1 per gli azzurri.
Matri anche nella ripresa non scende in campo, ma stavolta perché Carrera lo lascia negli spogliatoi e dà fiducia a Vučinić. La partita cambia in quel momento. Il montenegrino è incontenibile: prima coglie una traversa, su deviazione di De Sanctis, poi scarta il portiere e solo un intervento di Cannavaro salva il 2-2. Poi Mazzarri sostituisce Cannavaro, un po’ nervoso ma sicuramente più a suo agio del nuovo entrato Fernandez. Intanto Cavani in contropiede si divora più volte il gol del doppio vantaggio, più che altro per poco altruismo e fatalmente il pareggio arriva. Vučinić si procura un rigore dubbio, Vidal trasforma e il Napoli comincia a perdere le staffe. Poi arriva il ciclone Mazzoleni che distrugge i partenopei e la partita in tre mosse. I supplementari servono solo a sancire la vittoria dei bianconeri. Il 3-2 è un autogol: Maggio mette dentro di testa una punizione di Pirlo. Il 4-2 è un capolavoro: Asamoah in profondità per Marchisio, assist al volo per Vučinić che mette dentro.
La Juventus così passa col rosso e si porta a casa il primo trofeo dell’anno. Le polemiche possono iniziare.
federico
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