Tutti i tedeschi ricorderanno l’immagine di Ronald Koeman che si pulisce il culo con la maglietta di Olaf Thon dopo la vittoria in semifinale agli europei del 1988 o lo sputo di Rijkaard a Rudi Völler agli ottavi di Italia ’90. Due reazioni discutibili che dimostrano come i discendenti di Guglielmo d’Orange a volte non si comportino in modo cavalleresco nei confronti degli avversari teutonici.
Germania-Olanda è un duello storico, 39 partite ufficiali e una statistica che dice 15 vittorie tedesche, compresa quella del 13 giugno 2012 a Kharkiv, e 10 olandesi. Una rivalità nata negli anni settanta e esplosa alla fine degli anni ottanta. L’Olanda perse 2-1 il Mondiale del 1974 contro la Germania Ovest nonostante l’incredibile inizio e il vantaggio conseguito senza far toccar palla ai tedeschi, ma 14 anni dopo eliminò in semifinale i teutonici nel “loro” Campionato Europeo. Una dolce vendetta che culminò con il gol del 2-1 di Van Basten a due minuti dalla fine e fu preludio della vittoria finale.
Due anni dopo a Milano, dentro il rettangolo di gioco non c’era solo un duello tra nazioni, ma anche uno più interno, un piccolo Derby della Madonnina visto che si affrontavano i tedesco-interisti Klinsmann, Brehme e Matthäus e gli olando-milanisti Gullit, Van Basten e Rijkaard. Tanta tensione, tanto caldo e qualche scorrettezza di troppo: Rijkaard espulso per lo sputo e Völler espulso per essersi fatto sputare. E quella volta a vincere furono i tedeschi, ovviamente 2-1.
Stesso risultato al Metalist Stadium nella partita valida per la fase a gironi di Euro 2012. Una sfida in cui si è vista una formazione tedesca decisamente in forma, con un Gomez all’altezza del palcoscenico europeo e con un gioco che ha lasciato alle individualità olandesi ben poco margine di azione. Così, dopo la sconfitta per 3-1 a Euro 1992 e il pareggio (1-1) a Euro 2004, i tedeschi si sono presi anche la loro dolce vendetta europea nei confronti di chi li aveva sconfitti nel 1988.
Víctor, traduzione di Federico
