Mancano solo tre minuti allo scadere dei supplementari e nulla è ancora deciso. Il pubblico neutrale quasi non ci crede che questa finale UEFA, che il Liverpool ha più volte pensato di avere già in cassaforte, sia ancora in corso e ormai neutrale più non è perché tifa apertamente Deportivo Alaves.

La matricola basca ha dovuto inseguire per quasi tutto il tempo, ma non si è mai persa d’animo: una finale europea capita una volta nella storia e va giocata fino in fondo. Sotto 2-0 dopo un quarto d’ora per due colossali dormite difensive che mandano in gol Babbel e Gerrard, di nuovo in partita grazie alla testa di Ivan Alonso, di nuovo a meno due per il rigore che Owen si procura in contropiede e McAllister realizza. Poi la doppietta di Xavi Moreno che riporta il risultato sul 3-3 a inizio ripresa e il diagonale da fuori area di Fowler che dà nuovamente il vantaggio ai reds al minuto 73. E quando tutto sembra finito, un corner e il 4-4 ancora di testa con Jordi, il Cruijff che per evitare paragoni non si fa chiamare per cognome.

Adesso siamo al 117′ e la speranza di portare gli inglesi ai rigori è più che mai viva, nonostante l’inferiorità numerica. Anzi la doppia inferiorità perché Karmona ha appena steso Šmicer in fuga sulla sinistra e si è guadagnato il rosso. Sulla palla va McAllister, cross e Geli di testa mette dentro la sua porta il 5-4. I reds festeggiano il golden autogol che, a quattro giorni dalla conquista della F.A. Cup in rimonta sull’Arsenal, vale la terza coppa dell’anno. Ne arriveranno addirittura altre due.[1] Sui giocatori dell’Alaves scende la disperazione per la sudden death, anzi il suicidio improvviso. A nulla vale il tributo che la gente allo stadio e in tv idealmente offre alla matricola spagnola. L’occasione di vincere una coppa non tornerà mai più.

federico

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[1] Nell’anno 2001 il Liverpool vince il 25 febbraio la Carling Cup (Coppa di Lega inglese), il 12 maggio la F.A. Cup, il 16 maggio la Coppa UEFA, il 18 agosto la Charity Shield e il 24 agosto la Supercoppa Europea