Durante il quarto di finale del Mondiale 1966 tra Inghilterra e Argentina l’arbitro tedesco ovest Kreitlein espelle il capitano albiceleste Rattin, reo di avergli detto qualcosa o forse solo di averlo guardato in tono minaccioso. Il giocatore argentino rifiuta la decisione e, facendo finta di niente, rimane in campo altri undici minuti. Una pantomima che il responsabile degli arbitri FIFA Ken Aston imputa all’assenza di un gesto che, nel rituale del campo, indichi chiaramente la volontà da parte del direttore di gara di cacciare un giocatore. L’ex arbitro inglese si mette così a lavoro e trova una soluzione che lo farà passare alla storia del calcio unitamente alla scandalosa direzione a senso unico di Cile-Italia al Mondiale del 1962:[1] i fischietti si avvarranno di due cartellini, quello giallo per ammonire e, quindi, far capire al destinatario che la sua condotta non sarà oltremodo tollerata, quello rosso per espellere dal terreno di gioco, in caso di fallo grave o doppia ammonizione.
La sperimentazione semaforica (non è una battuta, lo stesso Aston racconterà che l’idea gli era venuta in attesa del via libera in mezzo al traffico) va per la prima volta in scena al Mondiale del ’70. Il sovietico Kakhi Asatiani ha l’onore di rompere il ghiaccio nel match inaugurale contro i messicani padroni di casa. Prende, infatti, il primo dei cinque gialli esibiti nel corso della partita dall’arbitro Tschenscher, anche lui, come Kreitlein, proveniente dalla Germania Ovest. Per il primo rosso bisognerà aspettare il cileno Caszely e il Mondiale successivo.
Intanto, dopo il Mondiale messicano le singole federazioni nazionali cominciano a recepire la novità regolamentare. Il 15 gennaio 1971 tocca alla Federación Española de Fútbol ufficializzare l’introduzione delle tarjetas, ma a leggere la notizia sul giornale ABC ecco la sorpresa:
Gli arbitri esibiranno cartellini bianchi per le ammonizioni e rossi per le espulsioni
Perché la FEF sceglie il bianco e non il giallo? La rivista cihefe riporta una spiegazione un po’ naif: l’assenza delle furie rosse dal Mondiale del ’70 e la sua conseguente fruizione, anche da parte dei dirigenti federali, attraverso la TV a bianco e nero pare abbiano portato a questa differenziazione cromatica. Ci chiediamo perché allora la FEF non adotti il cartellino nero al posto del rosso per l’espulsione, ma per non cadere noi in ipotesi metafisiche o metapolitiche che tirino dentro il franchismo, andiamo oltre.
Così il 24 gennaio 1971, in occasione della 19° giornata, arriva per proteste nel corso di Espanyol-Sporting Gijon il primo cartellino blanco della storia della Liga. Destinatario Enrique Castro ‘Quini’, attaccante ospite e futuro blaugrana, Balaguer Garcia l’arbitro che lo sventola.[2]
La cosa abbastanza curiosa è che il colore bianco continuerà a essere utilizzato in Spagna al posto del giallo per altri cinque anni, fino all’inizio della stagione 1976/77. E ci vorrà qualche anno in più perché i giornalisti smettano definitivamente di usare in automatico la locuzione “tarjeta blanca” per indicare le ammonizioni comminate dai direttori di gara. Fa specie, infatti, leggere nel resoconto che fa il quotidiano ABC della finale di Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Liverpool del 27 maggio 1981 che «Stielike vide l’unico cartellino bianco che l’arbitro mostrò ai madridisti».
federico
Adattato da La tarjeta blanca en el fútbol español, www.cihefe.es
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[1] Aston, dopo Cile-Italia, non viene più utilizzato nel corso del Mondiale del 1962, ufficialmente per un infortunio al tendine di Achille. La FIFA lo nomina successivamente responsabile degli arbitri per il Mondiale del 1966, ruolo in cui verrà confermato per le edizioni del 1970 e del 1974
[2] Come si sottolinea su Cihefe, in realtà, i primi cartellini bianchi in assoluto si erano già visti la mattina nella partita di Segunda Division, Maiorca-Moscardò