Storia della coppa più bella: 9° puntata
Sepp Maier, Franz Beckenbauer, Gerd Müller e Franz Roth. L’ossatura del Bayern Monaco che dominerà in Europa è già presente a Norimberga il 31 maggio 1967, in occasione della finale di Coppa delle Coppe contro il Rangers Glasgow. Ma se i primi tre avranno la gioia di sollevare la Coppa del Mondo e, per di più, davanti al proprio pubblico, per Roth le tre finali di Coppa dei Campioni vinte tra il 1974 e il 1976 rimarranno il momento più alto della carriera[1], anche per via di quel suo “vizio” di segnare quando la posta in palio è altissima. Lo farà contro Leeds United e Saint Etienne, lo comincia a fare a Norimberga.
Agli ordini di Concetto Lo Bello, va in onda la solita finale giocata a folate e un po’ bloccata dalla paura di perdere. A sentire La Gazzetta dello Sport il migliore in campo è proprio l’italiano, capace di dirigere con una «perfetta interpretazione del calcio atletico». Sospettiamo, però, il solito malcelato sciovinismo. Gerd Müller, invece, delude. Pesa, in particolare, un gol mancato da centro area a inizio partita. La rosea ci va giù duro, riferendosi a lui come alla «nuova rivoluzione chiamata la Bomba, ma che di bomba ha davvero poco», un giudizio che a rileggerlo oggi fa un po’ sorridere, visto che Gerd diventerà uno dei più prolifici attaccanti della storia del calcio europeo. I Rangers, dal canto loro, giocano bene soprattutto nei primi 45′ ma davanti hanno Roger Hynd che di norma fa il difensore centrale e questo alla lunga influisce. Alex Smith è il più pericoloso dei suoi, ma un’occasione da lui mal sfruttata a inizio partita peserà sull’economia del match. Si arriva così ai supplementari e al 4′ del secondo tempo ecco che un lancio profondo di Beckenbauer trova Roth in proiezione offensiva. Il centrocampista bavarese è noto per il suo tiro potente, ma sa anche inserirsi bene e in quella occasione con un bel tocco sotto porta mette fuori causa il portiere scozzese Martin, regalando al Bayern la prima coppa europea della sua storia.
I Rangers Glasgow si rifanno qualche anno dopo, nel 1972. La coppa è la stessa coppa, ma stavolta siamo all’altezza delle semifinali. Dopo l’1-1 all’Olympiastadion di Monaco, a Ibrox i blu vanno subito in vantaggio con una gran rete di Jardine e raddoppiano al 22′ di testa con Parlane, assicurandosi il passaggio del turno. Più ancora dei gol, però, è una trovata della guizzante ala Willie Johnston nel corso del match d’andata ciò che i tifosi dei Gers assoceranno a questa sfida: lo scozzese prende palla sulla sinistra all’altezza della metà campo, punta un avversario, arriva al limite dell’area opposta e provocatoriamente si siede sul pallone.
Johnston e i suoi completano poi l’opera vincendo in finale contro la Dinamo Mosca. Un gol di Stein e due proprio dell’ala sinistra allargano il divario tra le due formazioni nel corso del primo tempo, poi le due reti di Eshtrekov e Makhovikov servono solo a ridurre il passivo.
A proposito, se Roth non ha avuto un grande feeling con la Nazionale e ha dovuto assistere da spettatore alla vittoria dei tedeschi ovest nel 1974, anche per Johnston la Coppa del Mondo ricorda un episodio poco edificante: convocato per la fase finale del 1978, viene allontanato dal ritiro dopo la sconfitta contro il Perù perché trovato positivo a uno stimolante, prescrittogli contro la febbre.
federico
Nell’immagine in evidenza: il gol con cui Roth dà la vittoria al Bayern Monaco nella finale del 1967
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[1] Roth vestirà la maglia della Nazionale della Germania Ovest solo quattro volte, l’ultima in un’amichevole contro la Grecia del novembre 1970