Siamo al Santiago Bernabeu, è il 21 giugno 1964. Si sta disputando la finale del secondo Campionato Europeo per Nazioni, quando al minuto 85 viene realizzato il primo grande gol della storia calcistica della Spagna. Marcelino si veste da eroe e quasi cinquanta anni prima di Torres e Iniesta inaugura la vetrina di trofei della selezione spagnola con il suo primo titolo continentale.
La competizione all’epoca prevedeva scontri a eliminazione diretta, con andata e ritorno, fino ai quarti. Semifinali e finale si giocavano in uno dei quattro paesi rimasti in lizza e in quel 1964 il paese anfitrione fu la Spagna. La compagine spagnola si impose con Romania, Irlanda e Irlanda del Nord, ottenendo il biglietto per le semifinali dove ad attenderla c’era l’Ungheria. Dopo aver superato 2-1 ai supplementari la squadra ungherese arrivò la gran finale contro l‘URSS, che aveva sconfitto 3-0 in semifinale la Danimarca. Durante la finale, gli spagnoli, con i gol di Chus Pereda e Marcelino superarono l’Unione Sovietica, che aveva momentaneamente pareggiato con un gol di Galimzian Khusainov.
Ma la storia non finisce qui, perché ogni grande episodio storico ha la sua parte oscura, e neanche questo fa eccezione.
La vittoria all’Europeo, e in special modo quella finale tra Spagna franchista e Unione Sovietica – una partita che andava oltre il calcio e lo sport – ci lascia un particolare da ricordare. Sommersa da una dura dittatura che durava già da 25 anni, la Spagna viveva sotto una censura culturale ed informativa governata dal NO-DO.[1]
Direttamente pilotato dalle alte cupole dell’autorità franchista, il NO-DO utilizzò questo gol quale simbolo politico rappresentativo del potere dello sport spagnolo. Cosa che era già avvenuta in precedenza in occasione del gol di Zarra contro l’Inghilterra nel mondiale del 1950, in cui la Spagna arrivò, per la prima volta nella sua storia, alle semifinali. Eppure, dietro il gol che aveva fatto vincere l’Europeo si nascondeva un equivoco.
A causa di un errore provocato dalla scarsità dei mezzi audiovisivi spagnoli, tutti coloro che seguirono quella partita in tv, tutti coloro che ammirarono mille volte il gol di Marcelino, videro un cross partire dalla fascia destra dai piedi del numero 7, Amancio, diretto al centro dell’area e Marcelino, tra due difensori sovietici, con un superbo colpo di testa rendere inutile il tuffo del leggendario Lev Jašin. In realtà le cose non andarono esattamente così: l’assist fu opera dell’8 spagnolo, Chus Pereda, autore del primo gol.
Potremmo perciò dire che Pereda fu un eroe che rimase “nell’ombra”, perché le immagini non mostrarono che il cross fu il suo. Dire il contrario, evidentemente, avrebbe significato porsi contro il Regime, cosa assolutamente impensabile nel 1964. Gli spagnoli, dunque, per molto tempo non seppero la verità su questo gol, e fu soltanto nel 2008 che il ‘segreto’ venne svelato. Fu Antonio García Valcálcer, in quegli anni montatore del NO-DO, che non avendo ripreso il traversone di Pereda, montò un’azione simile dove, sempre sulla fascia, Amancio crossava in direzione di Marcelino. In un’intervista poi concessa a TVE, García Valcálcer svelò il mistero. Ammise infatti che le tecnologie di allora non permettevano una registrazione completa di tutte le azioni, ma soltanto di quelle maggiormente significative. Il problema, però, è che proprio quel cross non venne registrato!
Per fortuna, dopo qualche anno, fu reso noto un video della scena, ripreso dal lato opposto a quello dove avvenne il cross, che permise di vedere che Pereda – con la sua personalissima cola de vaca – riuscì a lasciare sul posto il laterale russo, e calciò di destro un traversone diretto al cuore dell’area.
Sarà perché dire che il cross era stato di Amancio – giocatore di prestigio internazionale e uno dei grandi baluardi del Real Madrid di quegli anni – avrebbe dato maggiore importanza alla giocata, sarà perché la qualità dei mezzi audiovisivi dell’epoca era scarsa, comunque sia, oggi, tutto questo rimane un aneddoto.
La storia è stata riscritta e l’onore di chi regalò quel cross, poi tramutato nel gol che fece vincere la Spagna, è stato giustamente restituito a Pereda.
Víctor
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[1] Noticieros y Documentales: era un telegiornale che si proiettava obbligatoriamente nei cinema spagnoli prima dell’inizio del film, tra il 1942 e il 1981 sotto la dittatura del generale Franco.
IL MANCATO MATCH SPAGNA-URSS DEL 1960
Spagna e URSS si dovevano incontrare anche in occasione dei quarti di finale di Euro 1960, ma le due nazioni non avevano rapporti diplomatici. Così Francisco Franco impedì alla nazionale spagnola di recarsi in URSS e i sovietici passarono il turno per rinuncia. Anche per questo nel 1964 la finale si rivestì di un enorme significato politico e propagandistico