Storia della coppa più bella: 4° puntata
Una partita in casa della prima squadra sorteggiata, un’altra in casa della seconda e, solo in caso il numero di reti realizzate dalle due compagini sia lo stesso, uno spareggio in campo neutro con possibilità di tempi supplementari. Il format scelto dalla UEFA per la Coppa dei Campioni consente a ciascun club di ospitare nel proprio stadio una sfida a ogni turno, con l’obiettivo di attirare l’attenzione del maggior numero possibile di appassionati, ma allo stesso tempo offre un modo corretto ed equilibrato per stabilire, in caso di parità, quale squadra debba andare avanti. Non si ripeterà, insomma, quanto successo in occasione delle qualificazioni al Mondiale del 1954, quando la Spagna è stata costretta a giocare a Roma una terza sfida contro la Turchia nonostante avesse vinto 4-1 la partita in casa e perso poi solo con un gol di scarto a Istanbul. Senza contare che poi, oltre al danno, per gli iberici è arrivata la beffa, visto che il match dell’Olimpico è finito 2-2 e il successivo sorteggio ha favorito i turchi.
La prima volta che si deve ricorrere a uno spareggio arriva nel corso del turno preliminare della seconda edizione della Coppa dei Campioni. Al Rote Erde di Dortmund il 16 settembre 1956 il Borussia batte i lussemburghesi dello Spora 7-0. Si potrebbe obiettare che il terreno scelto sia tutto tranne che neutro e, visto che lo stesso inconveniente statistico capita agli ottavi (Real Madrid-Rapid Vienna si rigioca a Madrid, Nizza-Rangers Glasgow si rigioca a Parigi), bisogna attendere il turno preliminare dell’edizione successiva per vedere finalmente messa in pratica la regola quintessenza dell’equilibrio. Di mezzo c’è il Milan futuro finalista che vince 4-1 in casa l’andata contro il Rapid Vienna, perde 5-2 il ritorno al Prater e poi vince 4-2 al Letzigrund di Zurigo lo spareggio il 30 ottobre 1957.
C’è da dire che la coppa dalle grandi orecchie non muove ancora tutti quegli interessi sportivi ed economici che ben conosciamo e così le sfide valide per lo stesso turno non si giocano tutte nella stessa settimana. Anche per questo è complesso trovare una finestra buona e un campo neutro libero in una nazione terza in caso di spareggio. La UEFA, però, non cambia niente, almeno finché non realizza che una qualsiasi nuova regola che possa limitare la necessità di una terza sfida può essere prima sperimentata in Coppa delle Coppe, della cui organizzazione si prende carico a partire dal 1961/62.
Dà un’idea dell’abnorme dilatazione del numero di match giocati che può determinare il ricorso agli spareggi quello che capita nella stagione 1962/63 al Napoli, fresco vincitore della Coppa Italia. Gli azzurri fanno il loro esordio nelle competizioni UEFA incontrando nel turno preliminare della Coppa delle Coppe i gallesi del Bangor City. Sconfitti 2-0 in trasferta a inizi settembre, si rifanno con un 3-1 in casa il 26 settembre e, a due settimane di distanza, a Londra, vincono 2-1 il play-off, qualificandosi per gli ottavi. Qui i partenopei incrociano i propri destini con quelli dello Ujpesti Dozsa di un giovanissimo Ferenc Bene, che segna al primo minuto della prima sfida, quella di Budapest. Il gol di Fraschini vale il benaugurante 1-1, ma a campi invertiti il risultato il 28 novembre è lo stesso. Serve uno spareggio, che si disputa a Losanna il 4 dicembre 1962 e promuove di nuovo il Napoli, grazie a un 3-1, le cui basi sono state poste nel primo tempo grazie ai gol di Fanello, Ronzon e Tacchi. Su La Stampa si annuncia che gli azzurri nei quarti affronteranno l’OFK Belgrado «entro il 20 marzo 1963». Impegno che verrà disatteso visto che quello è il giorno del match di ritorno, in cui il Napoli, in casa, rimette in equilibrio le cose vincendo 3-1.
Infatti, neanche a dirlo, per la terza volta in tre turni serve uno spareggio. Le due squadre si rivedono a Marsiglia il 3 aprile 1963. La Gazzetta dello Sport racconta di un Napoli fiducioso alla vigilia perché solo il fango di Belgrado e la formazione di ripiego, schierata causa infortuni e impegni di campionato nel ritorno a Fuorigrotta, hanno lasciato la qualificazione ancora in bilico. Poi c’è «il negretto» Cané che la domenica precedente in campionato ha ben impressionato… E, invece, vincono 3-1 gli jugoslavi dell’OFK, in modo inequivocabile assicura la rosea, e a nulla serve il momentaneo pareggio di Cané. Ai partenopei non rimane che il curioso record di aver giocato due partite in più del futuro vincitore Tottenham Hotspur pur essendosi fermato con due turni d’anticipo.
Nella stagione successiva è lo Sporting Lisbona a fare incetta di partite ripetute: alla “bella” batte prima l’Atalanta nel turno preliminare (3-1 ai supplementari) e poi 1-0 l’Olympique Lione in semifinale. Caso curioso, se fosse valsa la regola del gol in trasferta in entrambi i casi i portoghesi futuri vincitori della coppa sarebbero stati eliminati. A proposito, per non farsi mancare nulla, lo Sporting avrà bisogno di ripetere anche la finale con l’MTK Budapest prima di uscire vincitore.
Non sappiamo quando la UEFA cominci a studiare una prima soluzione in grado di ridurre gli spareggi, di sicuro è il Torino a essere protagonista dell’ultimo caso in cui non c’è differenza tra reti segnate in casa e in trasferta: nella semifinale della Coppa delle Coppe 1964/65 il Monaco 1860 perde 2-0 al Comunale l’andata, vince 3-1 in casa il ritorno e 2-0 lo spareggio al solito Letzigrund di Zurigo. Se fosse accaduto nell’edizione successiva della manifestazione quel golletto segnato da Reo Lancioni in Germania sarebbe bastato ai granata per arrivare in finale![1]
federico
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[1] Tra l’edizione 1961/62 e l’edizione 1964/65 in Coppa delle Coppe si ricorre 13 volte alla terza partita per decidere una qualificazione. Oltre ai sei confronti già citati finiscono alla “bella”: nell’edizione 1963/64 Olympiacos-Zaglebie Sosnowiec e Linz-Dinamo Zagabria (turno preliminare), Barcellona-Amburgo (8vi), MTK Budapest-Fenherbahçe (4ti); nell’edizione 1964/65 Magdeburgo-Galatasaray (turno preliminare), Slavia Sofia-Losanna e Legia Varsavia-Galatasaray (8vi). In due casi (Linz-Dinamo Zagabria e Magdeburgo-Galatasaray) 300′ di gioco non bastano ed è necessario il sorteggio, in 10 dei 13 casi totali la regola del gol trasferta avrebbe reso non necessario lo spareggio, in 7 di questi 10 casi avrebbe promosso la squadra uscita sconfitta dallo spareggio