Quello che le statistiche non dicono. 1° puntata

A inizio Novecento il Genoa Cricket and Football Club a Torino va a giocarci malvolentieri, questo è poco ma sicuro. Sarà per via dei maldestri tentativi della Federazione di favorire l’Internazionale Torino nel campionato del 1900. Sarà anche per gli incidenti avvenuti in occasione della interminabile Juventus-Genoa valida per il girone finale del 1906. Ma sarà anche perché la città sabauda porta sfiga.

Enrico Debernardi in maglia azzurra

Enrico Debernardi in maglia azzurra

Il 29 novembre 1908 i rossoblù accettano l’invito a giocare un classico match prestagione con il Torino, società che nei suoi primi due anni di vita non ha avuto screzi con quella genoana. Che per gli ospiti la giornata non sia un granché si capisce verso la fine del primo tempo, quando il terzino Hug, per evitare che la palla arrivi al granata Caldelli, la passa al suo portiere Mackwürth “in modo forte e inaspettato”, come si sottolinea su La Stampa il giorno seguente. Goalkeeper sorpreso e 1-0.
Il raddoppio di uno dei due Zuffi chiude il discorso sportivo e lascia spazio a quello clinico. Inizia il démi sinistro forward genoano Crocco, che ricade sull’anca e si provoca una “cosiddetta insaccatura, della quale ne risentirà per parecchi giorni”. Poco dopo arriva il vero disastro. Mackwürth, che nel frattempo ha anche parato un rigore a Debernardi, si lancia in ampia spaccata per intercettare un pallone calciato da un non ben identificato attaccante granata. La sua gamba destra “nel disbordare incontra quella dell’avversario, contro la quale, nell’urto violento, fa leva, spezzandosi”. E pensare che Mackwürth è alla prima partita in Italia. All’arbitro Valvassori non resta che sospendere l’incontro.

Nel commento il cronista de La Stampa sente di dover precisare che “ambedue questi disgraziati incidenti sono puramente casuali ed assolutamente deve escludersi che siano causati dalla brutalità del gioco”. E poi, se la partita non fosse stata un’amichevole, l’arbitro non avrebbe mandato tutti fuori dal campo con dieci minuti di anticipo. Alle fredde statistiche viene però consegnata una partita sospesa per infortuni multipli dei giocatori. Come Partinicaudace-Paternò valida per il Girone N dell’Interregionale 1989/90. Come Salernitana-Nocerina del 10 novembre 2013.

Al cospetto dei padroni di casa del Partinicaudace, allenati addirittura da Gigi Del Neri, il Paternò scende in campo in nove per la diserzione di alcuni giocatori, i cui stipendi non sono stati regolarizzati, e nel corso della partita, tra un gol subito e l’altro (saranno sei in 56′), registra gli infortuni veri o presunti di tali Caprano, Viscusso e Maccarrone e costringe l’arbitro Sapia a sospendere. Il Paternò, per questo e altri giochetti, riceverà solo due punti di penalizzazione, ma finirà la stagione senza falsare troppo il campionato.

salernitana_nocerina_3_cambiNella famigerata Salernitana-Nocerina, invece, non sono gli stipendi a mancare. Le motivazioni che portano i giocatori ospiti a presentarsi in campo in ritardo e in maglia bianca e poi fingere un’epidemia di infortuni muscolari di massa non sono chiarissime. Vanno, però, ricercate nelle pressioni ricevute dalla tifoseria contrariata per il divieto impostole dal Comitato sicurezza del Viminale di recarsi a Salerno per il tanto atteso derby. Così in pochi minuti di non gioco si vede l’allenatore Gaetano Fontana provvedere a tre sostituzioni (nei primi 50 secondi), i giocatori Remedi (al 3′), Palma (al 7′), Danti (al 13′), Kostadinovic (al 15′), Lepore (al 21′) infortunarsi e l’arbitro Sacchi sospendere la partita. Una farsa a cui fa seguito una spropositata risposta della Federazione che sa tanto di sentenza “modello”: esclusione della Nocerina dalla Lega Pro 2013/14, squalifica di un anno per i finti infortunati e di tre anni e mezzo per i quadri dirigenziali dei rossoneri campani.

E, al di là di tutto, fa specie che la dicitura “sospesa per infortuni” accomuni quella drammatica Torino-Genoa giocata al tempo dei pionieri con le due partite citate e con chissà quante altre non-partite andate in scena su campi e campetti a nostra insaputa.

federico

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