Trapattoneide – settima puntata
«Strunz!». Se tanta gente ricorda che Giovanni Trapattoni è stato ad allenare anche all’estero, in fondo lo deve a quella focosa Pressekonferenz del marzo 1998 in cui l’allora allenatore del Bayern Monaco se la prendeva contro «diese Spieler», quei giocatori che «beklagen mehr als Spiel», si lagnavano invece di pensare a giocare[1]. Primo fra tutti proprio Thomas Strunz, che agli occhi del tecnico milanese aveva ancor meno diritto di aprire bocca perché era sceso in campo sì e no una decina di volte.
Difficile credere che il buon Giovanni non avesse provato intima soddisfazione a ripetere ad alta voce il cognome del centrocampista bavarese: troppa la somiglianza con un noto insulto della lingua italiana che il tecnico in quel momento avrebbe volentieri rivolto a molti dei suoi giocatori…
Epiteto a parte, a fare di quella conferenza stampa una vera e propria gag contribuì l’aggiunta dei sottotitoli in italiano che mettevano in evidenza come il linguaggio usato dal Trap fosse diretto e senza fronzoli e come il suo tedesco fosse pieno di errori grammaticali e sintattici. Insomma, qualcosa di vicino all’italiano “trapattoniano” che il programma tv Mai dire gol a inizio anni Novanta aveva reso celebre: «non dire gatto se non ce l’hai nel sacco», «il calcio è in Italia un grosso treno culturale-popolare», «più che un uomo direi, appunto, un uomo» e via dicendo.
Però, la trovata di rendere con la traduzione italiana gli sbagli fatti in tedesco non rendeva giustizia a un professionista che si era messo in gioco andando ad allenare all’estero e che non si era trincerato dietro assistenti madrelingua per comunicare la sua rabbia a giocatori e giornalisti. Vi ricordate Michael Schumacher che, dopo dieci anni di Ferrari, in italiano riusciva a mettere insieme solo brevi frasi di circostanza, nonostante si dicesse che lo studiava da tempo? Vi ricordate quanta distanza trasmetteva?
Giovanni Trapattoni non ha mai avuto timore a esprimersi nella lingua della nazione che in quel momento lo ospitava: ne usciva un tedesco maccheronico, un inglese maccheronico, un portoghese maccheronico e allora ecco il «not say the cat is in the sack if you have not the cat in the sack» o il «no vi jogar el Benfica come esto Benfica de hoy», ma tanto bastava a dare l’idea di quanto il tecnico italiano si volesse calare dentro la realtà in cui stava lavorando.
E questa, volenti o nolenti, è una delle ragioni per cui il Trap è riuscito a togliersi soddisfazioni anche in molte sue esperienze fuori dall’Italia.
Qui la conferenza stampa sottotitolata in italiano e qui sottotitolata in tedesco.
Trapattoneide – puntate precedenti:
5 settembre 1960: La sconfitta dal fondo del cappello
12 maggio 1963: Italia batte Pelé
Pippo e il Trap
La Juventus europea del Trap
26 ottobre 1986: Un atteso sbaglio di panchina
Gli ultimi successi italiani del “Vangelo di Giovanni”
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[1] La conferenza stampa fu tenuta due giorni dopo la sconfitta per 1-0 subita dal Bayern Monaco in casa dello Schalke 04, partita valida per la 25° giornata della Bundesliga 1997/98 che sarebbe andata al Kaiserslautern. Nella conferenza stampa si fa riferimento anche al match di Champions League del 4 marzo 1998, Bayern Monaco-Borussia Dortmund 0-0, valido come andata dei quarti. Sarebbe poi passato il Borussia Dortmund vincendo 1-0 dts il ritorno.
In quella stagione il Bayern Monaco vinse la DFB Pokal; nella foto in evidenza i festeggiamenti con Elber in quella occasione.