La nostra nazione abbassò a mezz’asta la bandiera
e partì in crociata di beneficenza […]
Lo sport non doveva restare in seconda linea
La Stampa Sportiva Anno 8 [1909], n°2

La notte tra il 7 e l’8 settembre 1905 una forte scossa viene avvertita sulla costa tirrenica calabrese, i morti sono più di cinquecento, i danni ingentissimi. Comitati per la raccolta di fondi e per l’invio di cibo e materiali di prima necessità si costituiscono in molte parti d’Italia. I privati cittadini vi possono contribuire con delle sottoscrizioni in denaro o partecipando agli eventi che gli stessi comitati organizzano: serate di ballo, spettacoli vari, ma anche manifestazioni di carattere sportivo. Il 18 settembre, ad esempio, allo Sferisterio Umberto I di Torino va in scena una sfida tra i piemontesi Ghindo, Sardi e Guglielmo contro i toscani Iozzi, Pacini e Ziotti e «per accedere [devono] fare un’oblazione anche i frequentatori provvisti di tessera», come spiega La Stampa. Domenica 1° ottobre gli eventi in programma sono  di più: a Firenze canottieri e nuotatori si sfidano nell’Arno in una riunione patrocinata dal giornale La Nazione; a Pavia c’è una passeggiata di beneficenza; a Livorno c’è il Convegno turistico Pro Calabria con l’intervento di numerose squadre ciclistiche toscane e «col concorso dei bersaglieri ciclisti».

Quando il 28 dicembre 1908 un altro forte sisma e il conseguente maremoto distruggono Messina e Reggio Calabria, il meccanismo delle sottoscrizioni e delle manifestazioni organizzate per beneficenza è di così recente memoria che la “gara di solidarietà”, come scriverebbero i giornali di oggi, scatta immediatamente e con notevole presa su tutta la popolazione. Oltretutto, la situazione nelle terre colpite dal terremoto è ancor più disastrosa rispetto a quella registrata nel 1905. Parlare di «ecatombe», come fa sin da subito La Stampa Sportiva non è fuori luogo, tanto che le vittime saranno tra le novantamila e le centoventimila.[1]
Sportivi di grido come i lottatori Giovanni ed Emilio Raicevich non hanno bisogno di comitati che facciano da intermediari. I due, con la collaborazione della loro società Salus et Virtus, si attivano sin da subito per metter su a Piacenza una grande serata pro “danneggiati” dall’evento sismico, questa la parola usata con frequenza dai giornali del tempo. Giovanni, inoltre, propone che vada «a beneficio dei colpiti di Sicilia e di Calabria» l’incasso dell’incontro che a Milano vedrà l’italiano opposto al francese «più volte detentore del campionato del mondo» Paul Pons.[2]
Molti sportivi amateur si recano autonomamente nelle zone colpite: «ciclisti, alpinisti e podisti», ma anche gli affiliati all’ACI, l’Automobile Club d’Italia. Non c’è, infatti, nessun ente governativo a coordinare le operazioni di soccorso e così ogni vettura può servire all’occorrenza come mezzo per trasportare feriti o generi di prima necessità.[3] Il tutto con grande sorpresa di molti contemporanei che fino a quel momento hanno visto nell’automobile solo un rumoroso passatempo per aristocratici o per borghesi arricchiti. Lo stupore, però, è anche un po’ nostro che non ci aspetteremmo di vedere definito sportsman chi magari fino a quel momento ha guidato la propria FIAT solo per fare gite fuori porta.

Anche la Torino e la Milano del calcio non vogliono rimanere al di fuori della macchina della solidarietà, al contrario di quanto accaduto dopo il sisma del 1905. Per questo gli incassi delle già previste amichevoli di gennaio Juventus-Piemonte e Milan-Torino verranno devoluti in beneficenza, mentre Milan e U.S. Milanese si accordano per organizzare una giornata di sport pro danneggiati tra football e podismo.
La proporzione gigantesca dei danni subiti da Messina e Reggio Calabria ha, intanto, travalicato i confini nazionali, anche perché tra i primi a giungere per prestare soccorsi sono gli equipaggi di navi russe e inglesi che al momento del sisma si trovano in zona Stretto. Francia e Svizzera sono pieni di emigranti italiani e, così, non sorprende che prima l’Olympique di Marsiglia e poi il Servette di Ginevra organizzino amichevoli per raccogliere fondi. A Marsiglia il 24 gennaio 1909 si reca la più forte squadra italiana del momento, la Pro Vercelli, anche se serve il beneplacito della FIF: secondo un recente dettame federale, infatti, contro i club francesi della USFSA non ci si dovrebbe giocare perché la loro federazione non è affiliata alla FIFA.[4] È, invece, la Juventus a fare visita al Servette il 13 febbraio 1909.

Il tremendo terremoto del 1908 ha, dunque, come inaspettata conseguenza quella di traghettare il calcio italiano all’interno del mondo delle gare organizzate per intenti benefici. Ma attenzione, perché tra una sottoscrizione e un’altra il rischio di finire dentro qualcosa che ha anche una forte connotazione politica è dietro l’angolo.
Se, infatti, nel febbraio 1910 si organizzano a Roma eventi ginnici, un incontro di football tra Lazio e Roman e un concerto per le vittime dalle inondazioni che il 28 gennaio hanno colpito Parigi e la Francia, quasi a ringraziare i transalpini della sensibilità mostrata l’anno prima… ecco che il 24 dicembre 1911, in piene vacanze di Natale, il grande match di beneficenza organizzato in Piazza d’Armi tra Torino e Juventus serve per aiutare le famiglie dei soldati caduti in Africa. Come se la guerra fosse una inattesa calamità naturale e non una precisa scelta del governo Giolitti.

federico

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[1] A livello di Magnitudo momento il terremoto del 1905 e quello del 1908 sono confrontabili: circa 7,1 per entrambi. La localizzazione dell’epicentro non è stata possibile in entrambi i casi
[2] Giovanni Raicevich e Paul Pons sono lottatori professionisti e pertanto non partecipano né ai Giochi Olimpici, né ai Mondiali organizzati dalla FILA, oggi UVW. Giornali sportivi come Les Sports e L’Auto organizzano, però, competizioni che sono dei veri e propri Campionati del Mondo di lotta greco-romana per professionisti. Nel 1907 a Parigi si disputano due Mondiali, Raicevich vince quello organizzato da Les Sports e Pons quello da L’Auto. L’incontro in cui a Milano il 16 febbraio 1909 Raicevich batte Pons ha, quindi, il valore di unificazione di corone tipica del pugilato.
La Stampa del giorno dopo racconta l’evento con dovizia di particolari, ma non fa alcun cenno all’eventuale possibilità che l’incasso sia stato devoluto in beneficenza. Probabile, quindi, che non si sia dato seguito al proposito annunciato da La Stampa Sportiva all’indomani del sisma. Da escludere, infatti, che Pons e Raicevich si siano affrontati due volte in un mese [grazie a Livio Toschi per il consulto storico]
[3] La prima legge che definisce competenza del ministero dei Lavori Pubblici e del Genio Civile la gestione dei soccorsi è del 1925
[4] Secondo il principio una nazione, una federazione, l’unica federazione calcistica francese riconosciuta dalla FIFA era in quel momento la CFI, che organizzava il Trophée de France, antesignano dell’attuale Coupe de France