Pian piano diventerà Serie A. 2° puntata
Al primo campionato organizzato dalla F.I.F. (Federazione Italiana Foot-Ball) sono iscritte quattro squadre. Tre di queste, la Foot-Ball Club Torinese, l’Internazionale Torino e la Reale Società Ginnastica, sono di Torino. Nella capitale sabauda, del resto, si mastica nobile football già da un decennio. L’Internazionale è nata nel 1891 dalla fusione della Nobili Torino e della Football & Cricket Club Torino, fondate rispettivamente nel 1889 e nel 1887, e in nome del comune amore per il nuovo gioco e per il tempo libero unisce esponenti della aristocrazia savoiarda, ricchi commercianti britannici e italiani impiegati in filiali di ditte inglesi. La F.B.C. Torinese è stata fondata nel 1894 e la sua divisa oro-nera è stata scelta dal marchese Alfonso Ferrero di Ventimiglia e, quindi, quanto a nobiltà non ha nulla da invidiare ai rivali. La Società Ginnastica è, infine, rappresentante di un altro movimento, quello del calcio ginnastico, che sta parallelamente diffondendo il foot-ball tra i giovani studenti, approfittando di alcune direttive ministeriali che hanno imposto una valorizzazione dell’educazione fisica nelle scuole. Persino qualche giornalista è interessato allo sviluppo del football tanto che La Stampa, gazzetta piemontese (come recita il sottotitolo), nella breve sezione sportiva non manca di avvertire i lettori dei match amichevoli che vedono coinvolte le società torinesi e, a volte, di farne un resoconto.
Se aggiungiamo che anche la federazione ha sede nella città sabauda, non sorprende che il campionato si disputi a Torino e, precisamente, al Velodromo che, nonostante l’anarchico Gaetano Bresci non l’abbia fatto ancora fuori, è già dedicato a Umberto I Re d’Italia. Domenica 8 maggio 1898 le tre torinesi e il Genoa scendono in campo per contendersi la coppa messa in palio dal Duca degli Abruzzi che varrà come primo titolo italiano. Proprio mentre il generale Bava Beccaris reprime a cannonate i moti milanesi e Umberto I, encomiandolo pubblicamente, sta facendo sì che corsi e viali anche nelle restanti parti d’Italia possano in futuro essere associati al suo nome.
Giorno 7 la Stampa non si era lasciata sfuggire l’importanza dell’evento in programma e in seconda pagina aveva annunciato la “Gran Gara nazionale” valida per il campionato e invitato le persone a recarsi al Velodromo, dando anche indicazioni sulle squadre in lizza e sul prezzo dei biglietti. Ma nemo propheta in patria e così a vincere la Coppa Duca degli Abruzzi è la quarta squadra il Genoa Cricket and Athletic Club. La società, nata nel 1893 per volere di alcuni commercianti inglesi, è meno nobile delle rivali piemontesi e solo l’anno precedente ha aperto una vera e propria sezione football permettendo anche a italiani e a svizzeri di tesserarsi, ma evidentemente è più preparata allo scontro agonistico. Per tutta risposta la suddetta gazzetta piemontese ignora l’accaduto e non pubblica né il 9 maggio, né nei giorni seguenti resoconti della Gran Gara. Le cannonate di Bava Beccaris monopolizzano giustamente la prima pagina, ma tre righe in terza pagina ci potevano anche scappare.
L’anno successivo l’amnesia pare ripetersi e stavolta senza la concomitanza di rivolte o scontri di piazza. Le protagoniste del campionato sono le stesse, la formula è, però, cambiata: la vincente tra le torinesi affronterà i campioni in carica. Il 10 aprile 1899 a pagina 2 la Stampa dà notizia della vittoria dell’Internazionale Torino sulla Società Ginnastica e comunica che “domenica prossima questa Società si recherà a Genova per combattere colla Società di Genova e toglierle la Coppa di campionato italiano”. Salvo poi ignorare il tutto la settimana successiva perché a vincere è nuovamente il Genoa.
Bisogna aspettare ancora un anno e il terzo titolo dei genoani conquistato di nuovo al Velodromo di Torino contro la F.B.C. Torinese, perché finalmente sulla gazzetta piemontese appaia un articolo in cui si elogino “i genovesi per la splendida vittoria ottenuta e i torinesi per la bella resistenza opposta”. Meno male…
federico
Nella foto in evidenza: Il genoano Dapples calcia un rigore nella finale del 16/4/1899 contro l’Internazionale Torino (da Football 1898-1908, L’Età dei pionieri)
Puntata precedente: Il primo giorno di scuola; Puntata successiva: La memoria del diavolo e la genesi della Juventus
I giorni del primo campionato italiano sono anche i giorni dei tumulti di Milano affogati nel sangue dalle cannonate del generale Bava Beccaris. 127 morti il bilancio finale. Questo il principale motivo per cui l’unico articolo dettagliato sul primo campionato italiano di football apparirà solo l’11 maggio e sul Corriere dello Sport.
Per capire la portata dei tumulti e il clima successivo, va tenuto presente che persino il direttore de “La Gazzetta dello Sport” viene arrestato con l’accusa di anarchismo e trattenuto in prigione 22 giorni.
Parliamo di Eliso Rivera, ex avvocato milanese, che nel 1896 era direttore de “Il Ciclista” e aveva co-fondato la (futura) rosea insieme a Costamagna, all’epoca direttore de “La Tripletta”.
Umberto I, a cui è dedicato il velodromo in cui si disputa il primo campionato, viene assassinato da Gaetano Bresci il 29 luglio 1900 a Monza anche in virtù delle sperticate e pubbliche lodi fatte al generale Bava Beccaris a seguito dei fatti di Milano. Il re d’Italia, tra l’altro, è quel giorno a Monza per assistere a una festa ginnastica