British tales. Storie di football d’oltremanica (1857-1939). 2° puntata: I primi tour delle squadre inglesi in Europa continentale

In principio furono le navi, facendo sbarcare marinai, studenti e commercianti britannici innamorati del pallone o riportando nel continente giovani altolocati che, dopo aver svernato a Londra, raccontavano di un nuovo sport open air chiamato football association.
Poi si mosse qualche club d’oltre manica, di quelli amatoriali e meno spocchiosi, solo dopo cominciarono ad arrivare i club professionisti e tutto accadde tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
In questo processo di diffusione del nuovo verbo si possono individuare almeno tre momenti significativi.

Il primo è datato 1890, anche se giorno e mese sono ignoti. Il Clapton Football Club, squadra amatoriale proveniente da un sobborgo di Londra, affronta ad Anversa una selezione composta da giocatori belgi e così va in scena il primo match in assoluto giocato oltremanica da una formazione britannica1. Il risultato è di 8-1 per gli inglesi, che in patria non vanno certo per la maggiore e sono abituati a non andare oltre i primi due turni in F.A. Cup.

Prima di poter ammirare una selezione di rango superiore devono passare nove anni. Il merito è di un 26enne tedesco, Walther Bensemann, cofondatore di numerose società nel Sud della Germania e pioniere di una visione internazionale del gioco del calcio. La Germania non ha ancora una federazione, ma Bensemann, da segretario del comitato per gli incontri internazionali (l’Ur-Länderspiel), ha organizzato nel dicembre 1898 una trasferta a Parigi coronata da due vittorie per la selezione tedesca (7-0 contro i White Rovers e 2-1 contro una squadra formata da giocatori parigini).
Bensemann non si ferma qui: nel settembre 1899 manda un invito alla Football Association inglese, a ottobre è in visita a Londra e ottiene che una squadra rappresentante la federazione si rechi in tour in Germania il successivo novembre. Nel continente arrivano cinque membri della F.A., tra cui Charles Alcock, l’ideatore della F.A. Cup, e quattordici giocatori, otto appartenenti a squadre professioniste e sei a club amatoriali. Tra questi ultimi il capitano Stanley Briggs e E.D. Brown del Clapton (forse per omaggiare la prima squadra che aveva traversato la Manica) e due giocatori del Corinthian, che quanto a qualità non ha nulla da invidiare alle squadre professioniste2.

Walther Bensemann nel 1896

Walther Bensemann nel 1896

Quattro le partite in programma tra il 23 e il 28 novembre. Oltre ai ragazzi di Bensemann, infatti, gli inglesi affrontano a Praga un undici formato da giocatori austriaci e boemi. Il dislivello tra i maestri e gli altri è abissale. Il primo incontro contro i tedeschi termina 13-2 davanti a 1500 spettatori, il secondo 10-2. La stampa locale ipotizza che il risultato di questo match, giocato il giorno dopo e di mattina per permettere alla selezione della F.A. di partire alla volta di Praga, sia stato meno imbarazzante per via dell’alcol versato nel terzo tempo la sera prima. Evidentemente gli inglesi sembravano più annebbiati.
Nel resto del tour altre due vittorie nette (8-0 contro il mix austriaco-boemo, 7-0 al terzo match contro i tedeschi). La squadra dell’Ur-Länderspiel a settembre 1901 restituirà la cortesia, si recherà in Inghilterra e beccherà altri 22 gol in due match senza mai segnare.

Dal 1901 anche Aston Villa, Newcastle United, Celtic Glasgow, Everton, Tottenham Hotspur, Chelsea e altri grandi club del Regno Unito si fanno giri per l’Europa Centrale. Si disputamp anche scontri tutti britannici, come due Everton-Tottenham nel 1905 o un Celtic Glasgow-Newcastle nel 1906. La terza data da ricordare è, però, il 20 maggio 1907, perché la vittoria 2-1 del Tottenham sul Fulham a Ostenda arriva al termine di un quadrangolare. Non è, dunque, solo un’esibizione di cosa sia un vero match di football inizi Novecento, ma è anche il risultato di due vittorie nette in semifinale: 10-1 del Fulham su di una selezione di giocatori belgi e il ben più importante 8-1 del Tottenham sulla Union Saint-Gilloise, vincitrice negli anni precedenti di numerosi tornei nazionali e internazionali.

Una superiorità ancora netta della scuola britannica, un abisso di vantaggio rispetto alle altre nazioni europee che però non verrà concretizzato, se non in tre vittorie alle Olimpiadi tra il 1900 e il 1912 e in qualche successo in tornei internazionali (vedi i dilettanti del West Auckland e il Lipton Trophy). All’evangelizzazione calcistica dell’Europa Centrale non seguirà, infatti, il dominio in competizioni di carattere continentale o mondiale.
Un po’ come se la cattolicizzazione delle Americhe si fosse limitata alla conversione della popolazione e non avesse avuto come fini la distruzione delle culture precolombiane e  l’edificazione in loro vece di un solido dominio coloniale.

federico

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