Coppa d’Africa 2017: La fase dei gruppi: prima giornata, seconda giornata, terza giornata;
I quarti; Le semifinali; La vittoria del Camerun

GRUPPO D: Classifica: Ghana 6; Egitto 4; Mali 1; Uganda 0

Tutto deciso o quasi nel Gruppo D. Il Ghana vince di misura garantendosi il passaggio del turno, l’Egitto lo imita in serata e guarda con fiducia all’ultima giornata in cui un pareggio con le già qualificate Black Stars vorrebbe dire quarti raggiunti

GRUPPO C: Classifica: RD Congo 4; Marocco 3; Costa d’Avorio 2; Togo 1

Nella seconda giornata del gruppo C si sono affrontate Costa d’Avorio e RD Congo nella partita del pomeriggio, mentre Marocco e Togo hanno preso parte alla partita giocata in serata. I risultati maturati sui due campi, a seguito di due match combattuti, lasciano tutto aperto per l’ultima giornata che si preannuncia piuttosto interessante.

GRUPPO B: Classifica: Senegal 6; Tunisia 3; Algeria, Zimbabwe 1

La prima qualificata ai quarti di finale della Coppa d’Africa Gabon 2017 è il Senegal: due vittorie in due incontri bastano ai Leoni del Teranga a staccare il biglietto per la fase a eliminazione diretta. Il derby nordafricano tra Tunisia e Algeria ribalta invece i pronostici, rilanciando la Tunisia di Kasperczak e appaiando una fin qui deludente Algeria allo Zimbabwe al quarto posto, con la possibilità di mancare la qualificazione.

GRUPPO A: Classifica: Camerun 4; Gabon, Burkina Faso 2; Guinea-Bissau 1

La seconda giornata del Gruppo A ci ha regalato due partite godibili e ben cinque gol, più del doppio di quanti se ne erano visti nei due giorni precedenti. La vittoria del Camerun ha impedito che si ripetesse una situazione di parità diffusa come quella che caratterizzò due anni fa il gruppo proprio dei leoni indomabili e che fu da preludio al sorteggio tra Mali e Guinea per decidere chi doveva avanzare ai quarti.

Gruppo D:

Port-Gentil, 21/01/2017
GHANA – MALI 1-0
Rete: Asamoah Gyan (G) 21′

A Port-Gentil si parte con un minuto di raccoglimento per le 80 persone morte due giorni fa nella base militare di Gao a seguito di un attentato terroristico di probabile matrice qaedista. Il Mali gioca con il lutto al braccio. Nella formazione di partenza maliana c’è un Coulibaly in meno -Lassama- e uno Yatabaré in più -Mustapha- rispetto al match d’esordio con l’Egitto. Il Ghana sostituisce invece Baba, seriamente infortunatosi nella partita contro l’Uganda, con Acheampong.

[Federico]
Solito inizio sotto ritmo delle Black Stars che dopo il quarto d’ora servono la prima accelerazione: Atsu se ne va alla grande sulla destra, mette al centro dove André Ayew aggancia con difficoltà e spara incredibilmente a lato. Fa meglio il fratello Jordan tre minuti dopo: cross sempre dalla destra, il capitano Asamoah Gyan indisturbato in tuffo di testa mette dentro. C’è una sola squadra in campo, il Ghana, ma come spesso gli capita, non fa tutto il necessario per aumentare il vantaggio e al riposo si va sull’1-0.

Il Mali si ripresenta in campo con un cambio, il talentuoso e a volte lezioso tre-quartista Boussuma per Sambou Yatabaré. Sarà per la novità o per il fatto che le Black Stars ora giocano più dietro, ma in tre minuti Brimah rischia di capitolare tre volte: il portiere ghanese è bravo sul colpo di testa di Mustapha Yatabaré ben servito da Bakary Sako; è fortunato che Marega non sfrutti una sua uscita incerta; mostra tranquillità nel vedere la conclusione di S. Coulibaly finire a lato.
Entrano anche il centrocampista del Rostov Moussa Doumbia nelle fila delle aquile maliane, al posto dell’ultimo Yatabaré rimasto e un terzo Coulibaly, Kalifa, al posto di Marega. Proprio l’ultimo arrivato all’81’ mette paura ai difensori avversari staccando su un cross da destra di Doumbia senza riuscire a servire nessuno al centro. Grant toglie Gyan, che si prende un giallo per perdita di tempo, e mette dentro Badu: il tutto per rafforzare ancor di più l’opinione di chi scrive che il gioco di questo Ghana per rapporto tra sofferenza patita e qualità in campo non sfruttata a pieno somiglia a quello di tante Nazionali azzurre.

Nel recupero un tiro sbagliato di Doumbia diventa un nuovo assist per Kalifa Coulibaly che batte con prontezza senza però sorprendere Brimah. Ancora qualche brivido, ma comunque alla fine la vittoria alla fine arride alle Black Stars. Vittoria che vuol dire qualificazione assicurata.

Port-Gentil, 21/01/2017
EGITTO – UGANDA 1-0
Rete: El Said (E) 89′

Con un gol nei minuti finali di una partita che ha dato poche emozioni l’Egitto mette una seria ipoteca al passaggio del turno.
Primo tempo molto avaro di emozioni, complice anche le precarie condizioni del campo da gioco. L’Uganda inizia la ripresa con un piglio più aggressivo. Il 44enne El Hadary non si fa però sorprendere, se non al 52′ quando Ochaya segna su assist di Faruku Miya ma in posizione di evidente fuorigioco.
L’Egitto sornione attende l’occasione giusta, che arriva quasi allo scadere con una rapida ripartenza ben orchestrata da tutta la squadra, rifinita da Salah che vede l’arrivo di El Said e lo manda in porta. Bell’azione, ma nessun gol se il portiere ugandese Onyango non avesse collaborato facendosi passare la sfera quasi sotto le gambe.

Gruppo C:

Oyem, 20/01/2017
COSTA D’AVORIO – RD CONGO 2-2
Reti: Kebano (RD) 10’- Bony (C) 26’- Kabanaga (RD) 28’- Serey Dié (C) 67’

(federico)
“Un applauso al signor Jerson dos Santos”, il guardalinee angolano che ha visto il millimetrico fuorigioco di Salomon Kalou. Il telecronista di Eurosport ringrazia l’aiutante dell’arbitro Sikazwe a ragione: il 2-2 è il risultato più giusto per un match intenso tra Costa d’Avorio e RD Congo.

Veniamo alla cronaca. I congolesi passano subito in vantaggio. Azione sulla sinistra del fronte di attacco, Kabanaga protegge la palla e la serve a Kebano che con un diagonale fulmina Gbohouo. Gli elefanti ci mettono un po’ a reagire, poi si affidano a Bony che prima sfiora un gol stile Van Persie in Spagna-Olanda, poi sempre di testa mette dentro su corner battuto da Gradel. Neanche il tempo di festeggiare e i leopardi tornano avanti. Mubele crossa da destra sul secondo palo dove un indisturbato Kabanaga mette dentro. La domanda è dove era finito Serge Aurier? Il resto del tempo mostra la RD Congo in pieno controllo del match e in grado di offendere ancora.

A inizio ripresa si va avanti allo stesso modo. L’atalantino Kessie prova a rendersi utile, ma è Mubele in contropiede ad andare più vicino al gol. Poi a metà del secondo tempo un tiro del capitano Serey Dié, maldestramente deviato da Tisserand, beffa Matampi e sigla il 2-2. Gli ivoriani sono consci di aver ricevuto un regalo inatteso e provano a capitalizzare al meglio. Kalou, in campo al posto di Gradel dal 76’, si fa trovare sempre al posto giusto. Nelle prime due occasioni questo non è un bene, visto l’esito delle sue conclusioni, nella terza l’ex del Chelsea è bravo a girare al volo in rete. Ma come detto all’inizio la bandierina alzata di dos Santos strozza in gola l’urlo ivoriano.
RD Congo sale così a 4, la Costa d’Avorio è a 2 e l’ultima giornata promette emozioni.

Oyem, 20/01/2017
MAROCCO – TOGO 3-1
Reti: Dossevi (T) 5’- Bouhaddouz (M) 14’- Saiss (M) 21’- En-Nesyri (M) 72’

(Trappola del Fuorigioco) La partita tra Marocco e Togo è stata la più bella tra quelle che mi sia capitato di vedere in questa coppa d’Africa; entrambe le squadre, infatti, hanno giocato al meglio delle proprie possibilità, dimostrando – soprattutto il Marocco – un buon mix tra doti tecniche individuali e una discreta organizzazione collettiva.

Lo scontro è iniziato – come altre volte è accaduto in questa competizione – con un ritmo molto alto, impresso sin da subito da entrambe le squadre. Dopo che la partita era iniziata da soltanto 5 minuti il Togo ha trovato la rete del vantaggio con un contropiede perfetto: pochi tocchi in velocità hanno smarcato in area di rigore Dossevi, che ha concluso in rete con un diagonale piuttosto sporco; un’esecuzione non impeccabile a conclusione di una ripartenza perfetta. Il Marocco non si è scomposto, ha continuato a sfruttare le doti tecniche a propria disposizione e si è riversato nella metà campo avversaria, cercando senza frenesia il gol del pareggio che puntualmente è arrivato ad opera di Bouhaddouz, abile nello sfruttare di testa un’indecisione della difesa avversaria su calcio d’angolo. Il gol del vantaggio marocchino è arrivato in modo piuttosto simile: ancora una volta marcatura di testa, questa volta a firma di Saiss, dopo un calcio piazzato battuto dalla tre quarti sul quale la difesa avversaria si è fatta trovare per la seconda volta in pochi minuti svagata e mal piazzata. Il primo tempo si è concluso con la squadra magrebina in vantaggio per 2 a 1, ma i gol segnati da entrambe le squadre sarebbero potuti essere anche di più. In particolare Adebayor, capitano e trascinatore dei suoi, è andato molto vicino alla rete, girando la palla verso lo specchio della porta dopo aver anticipato il difensore meglio posizionato con un eccellente movimento; impensabile che a rendersi protagonista di questa giocata sia stato uno che è considerato praticamente un ex-calciatore che nessuna squadra è disposta a tesserare.

Il secondo tempo è scivolato via con meno emozioni rispetto al primo. Il Marocco ha controllato il vantaggio con buona disinvoltura ed è riuscito a rimpinguare il bottino delle marcature segnando anche il terzo gol che ha chiuso la partita a 20 minuti dalla fine. Il sigillo finale alla partita l’ha messo a segno En-Nesyri con un bel tiro dalla distanza. A niente è valso il tentativo nel finale del Togo di recuperare una partita ormai compromessa.
Affidandosi alla qualità dei propri centrocampisti (Fajir e Boussoufra su tutti) il Marocco ha legittimato la vittoria e si è guadagnato la seconda posizione del girone: adesso può qualificarsi se non perde la prossima partita con la Costa d’Avorio. Per il Togo, invece, si presenta una situazione speculare a quella marocchina: vince soltanto se batte la capolista RD Congo nell’ultima partita.

Gruppo B:

Franceville, 19/01/2017
TUNISIA – ALGERIA 2-1
Reti: aut. Mandi (A) 50′- Sliti (T) 60′ rig.- Hanni (A) 91′

(Damiano Benzoni, Africalcio) La Tunisia di Henryk Kasperczak stravolge i pronostici e batte, non senza qualche preoccupazione, la nazionale algerina guidata dal belga Georges Leekens. Il belga boccia, rispetto al deludente pareggio con lo Zimbabwe, il terzino destro Belkhiter (sostituito da Mohamed Meftah), mentre perde per infortunio Soudani e soprattutto il portiere Raïs M’Bolhi. L’ala sinistra viene sostituita da Rachid Ghezzal del Lione, mentre tra i pali prende posto il poco più che esordiente Malik Asselah, una sola presenza in nazionale.
Due cambi per Kasperczak rispetto alla sconfitta con il Senegal, entrambi a centrocampo: al fianco di Ferjani Sassi non ci sono più Lahmar e Azouni, sostituiti da Mohamed Ben Amor e dal “corso” Wahbi Khazri del Sunderland.

Entrambe le squadre giocano a viso aperto, e l’incontro è fin da subito appassionante ed equilibrato, con quattro occasioni nei primi undici minuti. Al 5′ Yacine Brahimi, su punizione diretta, costringe il portiere tunisino Aymen Mathlouthi a spingere il pallone oltre la traversa con la punta delle dita. Sull’angolo risultante Mathlouthi è di nuovo determinante: Ramy Bensebaini prolunga il pallone di tacco e Islam Slimani del Leicester corregge di testa verso la rete. Solo il piede del portiere dell’Étoile du Sahel nega all’Algeria il vantaggio.
Al 10′ prima occasione di marca tunisina, con una punizione di Khazri sul primo palo deviata in corner da Asselah. Un minuto dopo ci prova Adlène Guedioura del Watford: tiro fulminante da trenta metri, deviato in angolo dal solito Mathlouthi.
Nuovi brividi arrivano a metà primo tempo. Al 21′ il tunisino Youssef Msakni colpisce di tacco su un corner di Khazri: la palla scorre a filo di tutta la linea di porta e poi, sul secondo palo, Ahmed Akaïchi non riesce a correggere in porta in scivolata. Al 24′ è di nuovo decisivo Mathlothi, che si fa trovare pronto quando Slimani libera al tiro dal limite dell’area il compagno di club Riyad Mahrez.

Nel secondo tempo la Tunisia sale in cattedra, mentre le individualità algerine sembrano scomparire: un silenzio particolarmente rumoroso è proprio quello di Mahrez, notevolmente sbiadito rispetto al primo tempo. Il gol del vantaggio arriva al 50′ sugli sviluppi di una rimessa laterale. Ferjani Sassi, il “Pirlo” tunisino, scavalca la difesa e libera Msakni sulla fascia: l’ala ventiseienne si porta sul fondo e prova a crossare in mezzo, ma la palla rimbalza sul ginocchio di Aïssa Mandi e inganna Asselah, insaccandosi inesorabilmente alle sue spalle.
Al 64′ il rocambolesco raddoppio su rigore: è la prima occasione offensiva dell’Algeria, Mathlouthi respinge una punizione di pugno e Msakni spazza dal limite dell’area. Nell’altra metà campo ad aspettare palla è il partenopeo Faouzi Ghoulam, che colpisce di testa all’indietro, regalando il pallone all’accorrente Khazri. Ghoulam non ha altra scelta se non quella di abbatterlo in area, regalando alla Tunisia il tiro dal dischetto con cui Naïm Sliti (nato a Marsiglia, in forza al Lille) sigla il raddoppio spiazzando totalmente Asselah.
Nel finale l’Algeria rialza la testa: Mahrez finalmente si sveglia e smarca Slimani in area, ma Mathlouthi riesce a deviare in corner prima di farsi male e farsi sostituire da Rami Jridi, non senza perdere quattro preziosi minuti di tempo. Dopo un corner per l’Algeria non concesso dall’arbitro delle Seychelles, che non vede l’ultimo tocco del tunisino Yakoubi, l’Algeria accorcia le distanze all’inizio dei cinque minuti di recupero: Guedioura viene smarcato in area e crossa rasoterra di prima per la conclusione al volo del subentrato Sofiane Hanni (Anderlecht), su cui Jridi non può nulla. Troppo tardi: nonostante la pressione algerina, la Tunisia riesce a gestire gli ultimi minuti e addirittura a terminare la partita all’attacco.

Per la Tunisia è un rilancio importante dopo la sconfitta con il Senegal (giunta comunque dimostrando un ottimo gioco, con tanti errori sotto porta), mentre l’Algeria di Leekens mostra tutti i limiti e i dubbi lasciati intuire nelle gare di qualificazione a Russia 2018, iniziate con il piede sbagliato, pareggiando con il Camerun e perdendo 3-1 con la Nigeria. E, considerando che il prossimo avversario è il Senegal, ora le Volpi del Deserto rischiano l’eliminazione al primo turno.

Franceville, 19/01/2017
SENEGAL – ZIMBABWE 2-0
Reti: Mané (S) 9′ – Saivet (S) 13′

(daniele) I favori del pronostico sono tutti per il Senegal, vittorioso nella prima uscita contro la Tunisia, anche se lo Zimbabwe contro l’Algeria nella prima giornata ha ampiamente dimostrato di essere un avversario ostico, soprattutto in contropiede. Una piccola curiosità: questa è la prima partita di questa edizione in cui si affrontano due allenatori della stessa nazionalità della propria squadra.

Il Senegal parte subito forte per sbloccare il risultato e facilitarsi la vita, come nella gara precedente, e crea una grande occasione al 5’ con Mame Diouf che, solo davanti al portiere, tira sull’esterno della rete. Il vantaggio lo trova poco dopo, al 9’, grazie a un’ottima azione di Keita Balde che mette in area una gran palla rasoterra, Mané la deve solo spingere in rete. Sull’1 a 0 i senegalesi giocano sul velluto, lo Zimbabwe sembra impotente di fronte alle scorribande sulle fasce di Keita Balde, scatenato, e di Saivet, ali del 4-4-2 old school messo in campo dal pittoresco selezionatore Cissé (un rasta con occhiali hipster e pizzetto da carabiniere, per capirci, che quando nel 2002 il Senegal stupiva ai Mondiali indossava la fascia di capitano).

Il raddoppio arriva al 13’ con una gran punizione proprio di Saivet, bellissimo tiro a giro a scavalcare la barriera. I Leoni della Teranga hanno tutto l’interesse ad addormentare la partita senza rischiare di subire i contropiedi avversari, e i Guerrieri sembrano tramortiti da questo inizio shock. Verso la mezz’ora lo Zimbabwe si affaccia timidamente nella metà campo senegalese, guadagnando un paio di punizioni dal limite che però non spaventano Diallo. Proprio quando stava prendendo un po’ di coraggio, però, il Senegal ha di nuovo alzato il baricentro ed è tornato a gestire la partita, mettendo in ghiaccio il doppio vantaggio fino al duplice fischio, nonostante l’occasione concessa a Billiat al 43’.

Il secondo tempo inizia praticamente come il primo, con i senegalesi arrembanti e Mame Diouf che spreca un’occasione dopo una manciata di secondi (a onor del vero ne sprecherà altre tre nel giro di un quarto d’ora, prima di lasciare spazio a Moussa Sow). Lo Zimbabwe sembra sempre più impotente e remissivo, atteggiamento ben diverso rispetto al match contro l’Algeria, merito di sicuro di una squadra avversaria ben più coesa e concentrata rispetto ai nordafricani. Al 63’, però, una fiammata improvvisa: Mushekwi si libera in area e subisce un fallo che sembrava abbastanza evidente, ma l’arbitro lascia correre. Il Senegal a questo punto torna ad attaccare, Mané butta via due ottime opportunità per chiudere la partita e anche Keita Balde, uno dei migliori in campo, prova a entrare invano nel tabellino dei marcatori. Dopo un tragicomico tentativo di rovesciata congiunta stile Holly e Benji da parte di Sow e Mané, molto gradita dalla regia gabonese, e una serie di occasioni sprecate da Keita (porta stregata per lui), non succede praticamente più nulla e i Leoni della Teranga si avviano tranquilli verso la qualificazione matematica. Rimane a un punto lo Zimbabwe, come l’Algeria. I Guerrieri quindi si giocheranno tutto contro la Tunisia, a cui peraltro basterà un pareggio per accedere ai quarti di finale.

 

Gruppo A:

Libreville, 18/01/2017
GABON – BURKINA FASO 1-1
Reti: Nakoulma (BF) 22′- Aubameyang (G) 38′ rig.

[Federico]
Sesto pareggio in nove match, terzo su tre nel Gruppo A e sempre per 1-1. La Coppa d’Africa continua sul filo dell’equilibrio e va a finire che per stabilire chi va avanti in questo girone bisognerà ricorrere al sorteggio come due anni fa per Mali e Guinea. In compenso, la partita almeno è stata piacevole e combattuta.

Due cambi da parte di Paulo Duarte nella formazione iniziale rispetto alla prima partita nel Burkina Faso: fuori Bernard Traoré e Nakoulma, dentro Diawara e Zonga. Nel Gabon non c’è invece Lemina: per lui Coppa d’Africa finita o quasi, viste le due settimane di stop per infortunio previste. Al suo posto Camacho getta nella mischia Biyogho Poko, 18 anni, proveniente dal vivaio del Bordeaux, ovviamente al debutto in Nazionale. L’unico capello ossigenato in campo è, quindi, quello di Ndong.
Il Gabon parte bene, Bouanga mostra estro e vitalità e al 7′ su corta respinta difensiva piazza un destro che colpisce la traversa, Aubameyang sulla respinta va di testa senza forza e la palla finisce nelle braccia di Koffi. Per problemi muscolari esce Pitroipa, eletto miglior giocatore nella Coppa 2013, ma apparso decisamente fuori forma in Gabon. Entra Nakoulma che al 22′ a sorpresa porta i burkinabé in vantaggio: su rinvio alla viva il parroco di Malo, susseguente a corner, il neontrato surclassa Obiang all’altezza del cerchio di centrocampo, resiste al ritorno di Tandjigora e appoggia delicatamente in rete sull’uscita di Ovono. Un bel gol.
I padroni di casa sono storditi, ma un errore sulla tre quarti dello stesso Nakoulma apre la strada al pareggio: Tandjigora stavolta conquista palla e lancia Aubameyang che con grande esperienza tocca la palla e fa in modo che Koffi impatti su di lui al vertice dell’area. Il ventenne portiere degli stalloni viene ammonito. L’attaccante del Borussia Dortmund si presenta dal dischetto e si fa perdonare l’errore a inizio match. Al 38′ è di nuovo parità

Il secondo tempo si apre con una bella iniziativa di Bouanga, fermata con fallo da Bakari Koné. Nell’occasione si fa male Zongo, sostituito da Bertrand Traoré. I neoentrati sembrano portar bene ai burkinabé. Al 58′ il terzo Traoré in campo, Bertrand appunto, se ne va infatti in dribbling sulla destra e fa partire un tiro insidioso che Ovono respinge non senza difficoltà. Seguono cinque-dieci minuti di grande pressione degli stalloni che anche con Diawara su punizione dalla tre quarti deviata mettono paura ai padroni di casa.
Un altro infortunio, stavolta per il gabonese Tandjigora, segna l’ingresso di un altro debuttante, Ngouali. Intanto le pantere del Gabon hanno ripreso il gioco in mano, la squadra di Paulo Duarte sembra invece accontentarsi del pareggio e arretra. E’ sempre Bouanga -davvero un bel giocatore- a portare scompiglio nella difesa avversaria: minuto 80, liberato da un bel colpo di testa di Aubameyang, tira a colpo sicuro e Koffi è bravissimo respingendo di piede alla Garella; minuto 89, su un suo cross da destra il colpo di testa dell’appena entrato Aboué va a lato di poco. Dopo quattro minuti di recupero arriva il fischio finale. Tutto è ancora in gioco.

CAMERUN – GUINEA BISSAU 2-1
Reti: Piqueti (GB) 13′- Siani (C) 61- Ngadeu-Ngadjui (C) 79′

Guinea-Bissau e Camerun, dopo aver pareggiato la prima partita del girone, si affrontavano nella serata di ieri per tenere aperta la porta della qualificazioni che una sconfitta avrebbe pregiudicato definitivamente o quasi.
Era, dunque, lecito attendersi una partita piuttosto bloccata, condizionata dalla paura di perdere che avrebbe potuto irretire le due squadre e incentivarle verso un atteggiamento guardingo. Il caso – o la cattiva organizzazione tattica camerunense per i meno fatalisti – ha completamente sparigliato le carte, mettendo sin da subito la partita su un binario piuttosto imprevedibile. È successo, infatti, che la Guinea abbia trovato l’inaspettato gol del vantaggio in apertura di primo tempo grazie a una progressione fantastica di Piqueti, assecondata dai colpevoli difensori camerunensi. L’attaccante in maglia bianca, infatti, è stato lasciato libero di portare palla da un’area di rigore all’altra senza che gli avversari – troppo incerti nel prendere correttamente la posizione sul terreno di gioco o troppo indecisi per spendere un cartellino giallo – ostacolassero l’attaccante lanciato verso la porta avversaria e concludesse a rete con un potente tiro sotto la traversa. La difesa del gol del vantaggio della Guinea-Bissau – con annessa voglia di raddoppiarlo in ripartenza – e’ stata la chiave tattica che ha caratterizzato tutto il primo tempo. Il Camerun, male organizzato sul terreno di gioco e poco concreto nel realizzare le occasioni capitate sul piede di Aboubakar, ha chiuso il primo tempo in svantaggio, con la consapevolezza di essere stato più’ vicino a concedere il secondo gol alla Guinea-Bissau che a realizzare quello del pareggio.

Il secondo tempo e’ iniziato in maniera molto diversa da come era finito il primo. Rientrato dagli spogliatoi con uno spirito battagliero invisibile nel primo tempo, il Camerun, decisamente messo meglio in campo, ha trovato il pareggio con una bella conclusione dalla distanza di Siani dopo 15 minuti, prima che il cronometro potesse mettere pressione aggiuntiva al risultato di svantaggio. Sciolti dall’ansia del gol, i leoni in maglia verde hanno continuato a esercitare pressione sugli avversari, decisi a segnare il gol della vittoria che li avrebbe portati in testa al girone. La marcatura è arrivata puntuale e tutto sommato meritata a 10 minuti dopo l’1-1 quando il centrale difensivo Ngadeu-Ngadjui ha scaricato il pallone in rete dal limite dell’area dopo una bella azione sulla fascia di Bassogog, il migliore dei suoi… a parte proprio Ngadeu-Ngadjui che , oltre al gol vittoria, ha anche il merito di aver salvato con un elegante intervento sullo 0-1 il pallonetto con cui Frédéric Mendy aveva buggerato il portiere camerunense Ondoa.

Vincendo questo match il Camerun – nella sua versione nemmeno vagamente assimilabile a quella infarcita di campioni delle edizioni passate – ha seriamente ipotecato il passaggio del turno e dimostrato di avere le doti caratteriali per sopperire ad alcune lacune tattiche innegabili. In una competizione nella quale le altre favorite sembrano aver difficoltà’ a ingranare la marcia giusta, potrebbe essere un vantaggio non marginale.
[Trappola del fuorigioco]