Due campionati or sono la Roma di Rudi Garcia infilò dieci vittorie iniziali consecutive, cosa in precedenza mai avvenuta in Serie A. E l’undicesima, a Torino contro i granata, sfumò con gran rimpianto. Il Bayern Monaco di Guardiola, in questo inizio di Bundesliga 2015/16, si è reso protagonista di una impresa simile, perché ha migliorato il record relativo del campionato tedesco, ma ha solo sfiorato il primato di undici successi del Tottenham Hotspur del 1960/61, indicato spesso dagli addetti ai lavori come punto di riferimento, perché nessun altra squadra in Italia, Germania, Spagna o Inghilterra ha saputo far meglio.

L’onore dello stop è toccato all’Eintracht Francoforte, che ha beneficiato del calendario intasato dei rossi bavaresi, reduci da una insidiosa, ma vittoriosa trasferta di Coppa di Germania a Wolfsburg e attesi a giorni dal decisivo incontro di Champions League con l’Arsenal. Non che la formazione schierata a Francoforte da Guardiola fosse da buttare, anzi c’erano Robben, Vidal, Xabi Alonso, Douglas Costa… Le polveri eccezionalmente bagnate di Lewandowski sono state, però, indice dell’impossibilità a esser sempre concentratissimi che le grandi squadre a volte accusano. Non a caso c’è stato anche il classico momento Neuer, in cui il portiere si è distratto, salvo poi recuperare con una parata miracolosa su Stendera.
La possibiltà, comunque, che alla schiacciasassi bavarese sfugga il quarto titolo consecutivo non è molta. E non perché non le manchino gli avversari, ma perché proprio i più accreditati tra questi sono stati triturati nel corso di questa serie iniziale. Ci riferiamo a Wolfsburg e Borussia Dortmund, accomunati dal 5-1 rimediato all’Allianz Arena. Quello subito dai gialloneri fa specie per la superiorità mostrata dal collettivo in tutti i 90′ su una squadra che ha iniziato il dopo Klopp con Tüchel nel migliore dei modi (8 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta in 11 giornate). Quello subito dal Wolfsburg -tra l’altro a pochi giorni dallo scoppio dello scandalo Volkswagen- fa, invece, sensazione per la qualità dei singoli (o del singolo, in questo caso): in vantaggio 0-1 grazie a un gol di Caligiuri, i verdi sono stati travolti da Lewandowski che, entrato al 46′, ha segnato cinque gol cinque in nove minuti nove tra il 51′ e il 60′.
Capita così che l’unica volta, prima della trasferta francofortese, in cui i bavaresi hanno davvero tremato e avrebbero meritato di non uscire vincitori è stato alla quarta giornata, in casa con l’Augsburg, che naviga nelle basse acque della classifica. Il successo per 2-1 è, infatti, arrivato solo grazie a un rigore assegnato al 90′ per un non-fallo subito da Douglas Costa.

Esaurita la parte tecnica, passiamo a quella, per così dire, statistica. Le dieci vittorie iniziali migliorano un record molto recente, griffato sempre Bayern Monaco, l’ultimo di Jupp Heynckes, quello che nel 2012/13 fu Campione d’Europa, vinse il campionato con sei giornate d’anticipo, fece 91 punti e 98 gol e incappò in una sola scivolata, alla nona giornata in casa contro il Bayer Leverkusen. Scivolata che fece fermare la striscia di vittorie iniziali a otto. Curioso notare come dallo 0-3 in casa del Greuther Fürth del 24 agosto 2012 al pareggio di Francoforte del 30 ottobre 2015 i bavaresi abbiano ottenuto 93 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte (5 delle quali a scudetto acquisito) in 113 match di Bundesliga.
Prima di Heynckes il record era di sette vittorie consecutive, condiviso da un’altra edizione dei bavaresi, quella 1995/96, dal Kaiserslautern 2001/02 e dal Mainz 2010/11. La cosa interessante è che in tutti e tre questi casi la serie iniziale non era coincisa con la vittoria finale, andata poi sempre al Borussia Dortmund. Al di là della dura realtà dei valori in campo, calcio romantico si appoggia, dunque, alla scaramanzia e tifa affinché, anche quest’anno, il record iniziale altrui porti fortuna ai gialloneri di Westfalia e regali, se non altro, una Bundesliga combattuta fino all’ultimo.

federico