A novembre del 2019, nella settimana che avrebbe condotto a un Sampdoria-Udinese come tante, ne approfittai per tornare indietro con la memoria all’inizio degli anni Ottanta, tempi in cui doriani e friulani erano buone squadre di media classifica, con in più la tendenza a non chiudersi troppo (o a non saperlo fare troppo bene). Cosa che portava blucerchiati e udinesi a “partecipare a più due”, come dicevo allora, ossia a vincere qualche partita in più fuori e a perderne qualcuna in più in casa rispetto alle compagini con cui lottavano direttamente per il piazzamento finale. E parliamo di stagioni, tipo quella 1983/84, in cui appena il 15% dei match disputati finì con una vittoria corsara.
Nel pezzo si osservava come, invece, con l’arrivo dei tre punti, con l’allargamento a 20 squadre e con il sempre maggior divario tra prime della classe e resto della ciurma, quella percentuale di vittorie in trasferta sul totale dei match era via via cresciuto, sorpassando stabilmente il numero dei pareggi e, addirittura, iniziando a rivaleggiare con il numero degli “uno”.
Quanto accaduto nell’ultimo anno solare ci spinge, però, a tornare sull’argomento e ad approfondire il discorso. Partendo, ovviamente, da qualche dato in più, che non fa mai male.

Per uniformità concentriamoci sui campionati dal 2004/05 in poi, ovvero da quando la Serie A è tornata a 20 squadre. Escludendo il 2019/20 per motivi che saranno chiari più in là (e che immagino avete intuito), abbiamo un totale di quindici campionati conclusi. Bene, li raggruppiamo a tre a tre e andiamo a vedere quante vittorie interne, quanti pareggi e quante vittorie esterne ci sono state in ogni triennio.
La percentuale degli “uno” non sembra essere stata soggetta a grandi fluttuazioni: tra il minimo (44.6% del triennio 2013/14-2015/16) e il massimo (48.5% del triennio 2007/08-2009/10) lo scarto non è eccessivo, anche perché si parla di un numero di vittorie interne che oscilla tra 508 e 553. Come largamente atteso, sono le “ics” ad andare giù, quasi con regolarità, dal 30.4% del triennio 2004/05-2006/07 al 23.8% del 2016/17-2018/19, e ovviamente i “due” a salire: 24.4%, 24.4%, 26.9%, 28.7% e, infine, 31.1% grazie anche alle 133 vittorie esterne registrate nel 2017/18, realizzando un sorpasso che negli anni della Serie A a 16 squadre, del “prima non prenderle” e dei due punti a match sarebbe stato a dir poco impensabile.

E veniamo alla stagione 2019/20, la cui peculiarità è stata lo stop per il Covid-19 a marzo, come tutti ricordiamo sulla nostra pelle (e non perché il campionato sia finito ad agosto). L’ultimo terzo di stagione è stato disputato senza pubblico, in un clima che per gli stessi giocatori, allenatori, addetti ai lavori deve essere apparso surreale per molto tempo, prima di farci in qualche modo il callo. Nessuno stupore, quindi, nel constatare che nell’annata da non molto terminata sia stato ritoccato il record dei successi esterni, 137, un numero pari al 36,1% del totale, e che le vittorie interne siano state solo 21 in più di quelle esterne. Se, però, andiamo a scorporare il dato tra prima e dopo il lockdown, ovvero tra prima e dopo il weekend dell’8 marzo 2020, la sorpresa c’è: la frequenza di “due” nelle prime 256 partite è stata, anche se di poco, maggiore rispetto alle ultime 124 giocate senza pubblico, 37,1% contro il 33,9%.
Invece, la stagione attuale, che potrebbe anche passare tutta senza che la presenza del pubblico all’interno degli stadi torni ad essere significativa, ha visto in questo primo periodo la definitiva affermazione del fattore trasferta o, più sacchianamente, del fatto che (quasi) tutte le squadre non modificano il loro approccio alla partita a seconda se debbano giocare sul proprio terreno di gioco o altrove: nelle prime undici giornate e, quindi, a poco più di un quarto del cammino si sono registrati addirittura meno “uno”, 39, che “due”, 43, con una percentuale per le vittorie fuori che ha sfiorato il 40%!
Forse l’incremento sostanzioso dei successi corsari è qualcosa di più solido e non necessariamente correlabile all’attuale situazione. Lo scopriremo in futuro. Come scopriremo anche se, al contrario, l’aumento della media dei gol per partita registrato in questo anno solare è proprio frutto della minore tensione emotiva che restituisce uno stadio vuoto. I numeri, in questo caso, sembrano, infatti, dare indicazioni molto più chiare: fino all’8 marzo la stagione 2019/20 aveva visto una media di 2.914 gol a partita, già di per sé molto alta; dopo il lockdown si sono avuti 3.290 gol a partita, un dato di fatto confermato dalle prime undici giornate del 2020/21 (3.239 gol a partita).