Due semifinali spalmate in due giorni, due partite completamente diverse che lasciano parecchi dubbi su cosa sia davvero questo “calcio moderno”. Dagli anni Novanta in poi ci eravamo abituati a partite tattiche, in cui le squadre si chiudevano e c’era poco spazio per tutti. Il rifiorire negli ultimi anni delle mezze punte e lo sbocciare del 4-2-3-1 non ci avevano certo illuso sul fatto che ogni partita sarebbe finita con almeno quattro gol segnati, ma certo ci rassicurava che qualche tiro in porta, seppure nell’arco di 120′, l’avremmo visto.
Mascherano-Robben-100714Poi arriva la semifinale Olanda-Argentina ed ecco sembrare di essere ripiombati nel peggiore incubo della nostra gioventù: la finale di Coppa Campioni del 30 maggio 1991 tra Olympique Marsiglia e Stella Rossa. Robben, Sneijder, Messi, Higuaín, Van Persie come Savićević, Prosinečki, Waddle, Abedi Pelé e Papin: gente che a pallone ci sa giocare, ma che per una partita intera non lo fa. Ventidue persone in campo che, attanagliate dalla paura, aspettano i rigori e si allenano nella tattica della verticalizzazione all’indietro. E come a Bari 23 anni fa, a spuntarla alla fine è stata la squadra che non doveva fare la partita. Anche se, rispetto alla Stella Rossa, l’Argentina ieri ha giocato meglio e aveva nell’assenza di Di Maria una scusa in più per aspettare l’avversario. Due delle tre occasioni dell’intero match sono, infatti, capitate agli attaccanti dell’albiceleste (Higuaín e Palacio). L’altra a Robben, che è stato anticipato a pochi passi dalla porta da Mascherano, il migliore in campo. Per Arijen è il ritorno all’antico (vedi finale Sudafrica 2010 e Champions 2012), dopo esser stato decisivo nelle finali di Champions 2013 e di Coppa di Germania 2014 e negli ottavi col Messico (ma la patata bollente del rigore in quella circostanza l’ha passata a Huntelaar).

Come dice il twitter di Vujadln Boskov (@VujaBoskov),

io spera che #FIFA non fatto pagare stesso prezzo per biglietto di due semifinali di #mondiali2014

david luiz meme

dalla pagina Facebook “Calciatori Brutti”

La partita del Mineirão di Belo Horizonte è stata ricca di gol, ben otto. Ma sette ne ha fatti la Germania e uno solo in Brasile, vanificando tra l’altro la nostra semiseria previsione di finale tutta sudamericana. Superfluo dire che in un 7-1 in una semifinale mondiale c’è ben poco di moderno, figuriamoci in un Brasile che prende 5 gol nei primi 29 minuti.[1] A vedere poi il modo con cui Klose, Kroos, Khedira e Schürrle hanno segnato, Germania-Brasile è sembrata la classica sfida di calcetto tra amici in cui si fanno due squadre squilibrate.
Bertrand è stato inguardabile anche più di Dante, ma il tracollo non è imputabile alla FIFA cattiva che non ha cancellato la squalifica di Thiago Silva e a Zuñiga che ha messo KO Neymar. Anche i tifosi brasiliani lo hanno capito e, alla faccia della stampa italiana che ci ha riempito di titoli in cui si sottolineava il “dramma” o il “paese in lacrime”, la parola più usata adesso in Brasile è vergonha e nei bar e per le strade si parla di quanto sia forte la Germania. Ovviamente per i brasiliani è difficilissimo accettare una sconfitta così, ancor più difficile esser considerati agli occhi del mondo degli incapaci. Comunque sin da principio non c’era grande fiducia nella nazionale e solo il fatto che il Mondiale fosse in casa aveva fatto nascere loro un sentimento di speranza e di ottimismo.  E anche Dilma dovrà fare i conti con questa disfatta. Ma adesso il vero incubo è che vinca l’Argentina e che Maradona continui a prenderli in giro.
A proposito di Diego, Felipão ha conteso sin dall’inizio al Brasile di Lazaroni la palma di peggior nazionale verde-oro vista ai Mondiali dal 1950 in poi. Questa sconfitta gliela consegna di diritto, perché la squadra di Sebiastião giocava male, badava molto più a difendersi (anche se in un contesto in cui tutte le squadre lo facevano) e fu sconfitta agli ottavi dall’Argentina, ma in quell’occasione fu veramente sfortunata: colpì tre legni e fu beffata in contropiede a dieci minuti dal termine da Caniggia imbeccato da un Maradona a mezzo servizio.

Era il 1990 e la finale, come quattro anni prima, fu tra Argentina e Germania. Il 13 luglio ci attende dunque al varco la terza sfida tra queste due nazionali che vale un titolo mondiale, un record. Anche se, a dire il vero, nelle due precedenti occasioni la dizione esatta della Mannschaft era Germania Ovest.

federico

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[1] Il risultato di 7-1 in un match dei Mondiali a eliminazione diretta si è registrato solo nel 1934, 8vi, Italia-USA 7-1. Per quanto riguarda le semifinali, nel 1930 ci si è andati vicini: Argentina batte USA 6-1 (con gol della bandiera statunitense segnato all’89’ sul 6-0) e Uruguay batte Jugoslavia 6-1 (stavolta sono gli slavi a segnare prima di essere travolti). Nel 1950, invece, le semifinali non c’erano, ma nel girone finale a 4 il Brasile batte 7-1 la Svezia e 6-1 la Spagna, prima di perdere con l’Uruguay la partita decisiva. Infine, nel 1954, un altro 6-1 in semifinale in Germania Ovest-Austria (il gol austriaco arriva sul 2-0)
Per il Brasile è la peggiore sconfitta della storia, unitamente al 6-0 subito nel Campionato Sudamericano del 1920 dall’Uruguay. Va, inoltre, segnalato che in partite ufficiali il Brasile non perdeva in casa dalla semifinale di Copa América del 1975 col Perù (1-3).