Dalle ore sedici a mezzanotte, passando per Scozia, Inghilterra, Germania, Spagna e Francia. Tutte partite secche, che assegnano trofei. Il fascino particolare del sabato di maggio dedicato alle finali delle coppe nazionali è presto spiegato. Non si riesce, invece, a spiegare perché, come già nel 2015, la FIGC abbia deciso in sede di programmazione del calendario di non prevedere l’atto conclusivo della Coppa Italia nello stesso giorno o nello stesso week end, ma di posizionarlo a ridosso della finale di Champions League. Così, si è dovuto assistere a un suo anticipo, perché, come già accaduto nel 2015, la Juventus è arrivata in finale sia nella seconda manifestazione nazionale che nella più importante manifestazione continentale. Intanto, esattamente come nel 2015, la Juventus nel match che ha assegnato la Coppa Italia ha battuto la Lazio… e i bianconeri sperano che le coincidenze finiscano qua.

Pensiamo, però, alle coppe del giorno. L’antipasto è riservato alla Scottish FA Cup. Troppo superiore il Celtic Glasgow per pensare che a sedici anni di distanza il domestic treble non gli riesca. L’Aberdeen, dopo essere andato in vantaggio con Hayes su azione da corner ed esser stato immediatamente raggiunto da un tiro da fuori di Armstrong, capitola solo al secondo minuto di recupero -bella azione in solitaria dell’australiano Rogić- e sfiora il pareggio a fil di sirena. Ma i numeri parlano da soli: i Saints di Brendan Rodgers hanno finora giocato tra campionato, Coppa di Scozia e Coppa di Lega 47 partite ottenendo 43 vittorie e 4 pareggi, l’Aberdeen si è, invece, sempre piazzato secondo.
Da Hampden Park si va a Wembley in quella che può esser definita come la “finale della difesa a tre”, visto che non solo dietro la fuga del Chelsea in Premier League, ma anche dietro il buon finale di stagione dell’Arsenal c’è il passaggio da quattro a tre uomini nella linea arretrata. Sembra anche la finale che preannuncia quanto tempo si perderà con la VAR: il sostegno tecnologico non c’è ancora, ma arbitro Taylor e guardalinee ci mettono una vita prima di convalidare il gol di Sanchez al 4′ minuto. Ramsey è in offside, la terna opta tuttavia per la non partecipazione al gioco, lasciando invero qualche dubbio. Certo è che l’Arsenal meriterebbe di chiudere in largo vantaggio il primo tempo, ma causa pali e salvataggi di Cahill sulla linea rimane col margine esiguo. Così quando Taylor al 67′ punisce giustamente con un secondo giallo una simulazione di Moses, in pochi scommetterebbero su un Chelsea in grado di rimanere in partita in inferiorità numerica. Invece, gli ultimi venti minuti più recupero sono quanto un allenatore di calcio non vorrebbe mai vedere, ovvero sono emozionanti perché le squadre in campo lasciano tanti spazi. Diego Costa pareggia al 76′ pescato al limite dell’area piccola da Willian. Il gioco riprende dopo tre minuti causa festeggiamenti e ingresso di Giroud ed è proprio il francese che, scattando sulla sinistra su invito di Sanchez, confeziona un assist al bacio per l’accorrente Ramsey che fa 2-1. Ospina salva alla grande su Diego Costa, Özil prende un incredibile palo da pochi passi, poi il fischio finale sancisce la terza FA Cup in quattro anni per i gunners. E adesso Wenger chi lo caccia? Nota bene, anche stavolta, come nel 2014 contro l’Hull City, il gol decisivo è stato di Ramsey.

Intanto a Berlino nella finale di DFB Pokal Ousmane Dembélé ha portato in vantaggio il Borussia Dortmund nel match contro l’Eintracht Francoforte. Sembra tutto in discesa per i favoritissimi gialloneri, che in semifinale sono riusciti a vincere all’Allianz Arena di Monaco, ma il resto del primo tempo dice ben altro. Alla mezzora un errore in uscita di Papastathopoulos favorisce l’intervento di Gacinović, palla a Rebić e Bürki battutto. Poco dopo Seferović, ben liberato in area da Rebić, centra in pieno il palo. Il fattore -ić incide anche nella ripresa, direbbe Tuttosport. Nell’intervallo Tuchel riorganizza i suoi e inserisce Christian Pulisic al posto di Reus. In attacco il Borussia è più imprevedibile e, dopo un incredibile salvataggio di Fabian sulla linea su bella girata acrobatica di Aubameyang, arriva il rigore del nuovo vantaggio: Guerreiro lancia Pulisic in profondità, il giovane americano è defilato, ma viene messo giù lo stesso dal portiere avversario Hradecky; Aubameyang opta per il cucchiaio e ha ragione. Il terzo 2-1 della giornata è servito, perché il risultato non cambia nonostante il finale un po’ confusionario dei gialloneri di Tuchel. Dopo tre DFB Pokal perse all’ultimo atto, arriva così la vittoria per l’undici di Dortmund. Per l’Eintracht Francoforte, che era arrivato in fondo anche grazie a tre qualificazioni ottenute ai rigori, l’ultima in semifinale a Mönchengladbach, il solo rimpianto di non aver sfruttato in pieno lo sbandamento avversario nella seconda metà del primo tempo.

Siamo quasi alla fine, anche perché sono rimaste le due partite sulla carta meno equilibrate: Paris Saint-Germain-Angers e Barcellona-Alaves. I blaugrana sono in vantaggio 3-1 all’intervallo, allo Stade des Princes sono sullo 0-0 al 60′ e, quindi, la scelta è obbligata. Di Maria dà l’illusione del gol su punizione, ma i commentatori spagnoli ci spiegano che l’Angers ha avuto la migliore occasione del primo tempo, cogliendo il palo ad Areola battuto. In fondo, non fatichiamo a crederlo perché i bianconeri non stanno tutti dietro ad aspettare i forti e blasonati avversari e giocano in modo sbarazzino. Certo, hanno i cali di concentrazione tipici di una squadra della Coppa d’Africa, tanto che due grosse opportunità per segnare il Paris Saint-Germain ce l’ha in contropiede. Quando poi i supplementari sembrano dietro l’angolo, arriva in pieno recupero un suicidio in stile Alaves 2001: angolo di Di Maria e Cissokho, ex Genoa e Bari, per anticipare Matuidi mette nella sua porta. La Coppa di Francia rimane per il terzo anno di seguito in mano ai parigini.
Non resta che vedere che sta facendo l’Alaves 2017. Risultato immutato, 3-1 per il Barcellona. Il tabellino dice Messi, Theo Hernandez per l’1-1 e poi Neymar, gol in posizione dubbia, e Paco Alcacer. I tifosi baschi stanno festeggiando sugli spalti, proprio come stanno festeggiando quelli dell’Angers. Non c’è più partita e così anche per i blaugrana arriva il terzo successo consecutivo nella coppa nazionale.

federico