Con l’arrivo dei quarti di finale di Women’s Champions League entra nel vivo la stagione che porterà al Mondiale di Australia e Nuova Zelanda. Un po’ di cose sono successe, prima fra tutte la ventilata sponsorizzazione di Visit Saudia alla rassegna iridata, che ha sollevato indignate proteste: le federazioni organizzatrici non vogliono soldi e logo dell’agenzia governativa che invita a visitare l’Arabia Saudita, paese in cui le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini e l’omosessualità è considerata reato.
Ebbene, a distanza di un mesetto il Guardian parla di necessaria cautela, ma di crescente ottimismo da parte della Federazione calcistica di Australia sul fatto che la FIFA possa fare retromarcia in merito.
Sarebbe un successo per l’immagine che il calcio mondiale vuole dare di sé, un successo tutto al femminile e non da poco se consideriamo quanto, grazie al Mondiale maschile appena concluso, il Qatar abbia potuto ripulire la sua di immagine, con l’interessato beneplacito di Infantino e compagnia e senza, di fatto, concedere nulla, sul piano dei i diritti, a migranti, donne e appartenenti alla comunità LGBTQ+.
Ad ogni modo, su tutta la vicenda Visit Saudia la FIFA non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali e questo non esclude che non stia aspettando il momento buono per imporre la propria volontà. Del resto, per il governo mondiale del pallone, esiste solo un modo per far “crescere” sempre più il movimento femminile, in generale, e il Mondiale donne, in particolare, ed è quello di ripercorrere gli stessi passi fatti con la Coppa del Mondo propriamente detta1. Non a caso, a inizi marzo si è saputo che sarà allestito un FIFA Fan Festival in ciascuna delle nove città australiane e neozelandesi che ospiteranno gare questa estate, proprio come accade da Germania 2006 in campo maschile.
The festivals will include music, entertainment, culture, food and games,
scrive il sito Inside the games, ma sarà anche il paradiso del merchandising e, immaginiamo, anche il luogo in cui i main sponsor della manifestazione si sentiranno liberi di pubblicizzare e non saranno ammesse proteste di nessun tipo perché a vigilare sarà, con ogni probabilità, direttamente la FIFA.
Che poi, detta così, sembra il luogo ideale per riuscire a sdoganare anche la sponsorizzazione di Visit Saudia… Vedremo.
Vabbé, siamo andati lunghi. Vorrà dire che di Women’s Champions League e di quanto sta accadendo nella Nazionale francese femminile ne parliamo la prossima volta.
Foto in evidenza: Un immagine da un FIFA Fan Festival allestito al Mondiale maschile in Qatar