Manlio Scopigno

Manlio Scopigno

Al Comunale di Firenze per la giornata numero 5 del campionato 1969/70 scende il Cagliari, allenato da Manlio Scopigno, uno che è soprannominato il filosofo forse perché nello spogliatoio preferisce il dialogo agli ordini e non porta i suoi in ritiro dopo una sconfitta. L’incontro ha tutti i crismi del big match perché la Fiorentina, laureatasi a sorpresa campione d’Italia nella stagione precedente, ha iniziato alla grandissima e ha infilato quattro vittorie: 1-0 col Verona, a Napoli e con la Sampdoria, 2-1 a Vicenza. Ma il Cagliari non è stato da meno, o meglio è stato da meno solo all’esordio (0-0 in casa della Sampdoria) e poi ha battuto 2-1 il Vicenza, 2-0 il Brescia al Rigamonti e 1-0 la Lazio.

Al Comunale ci si gioca, quindi, la vetta e per questo la direzione della gara è stata affidata a Concetto Lo Bello, il principe dei fischietti, alla 261° direzione in A, record dell’arbitro Jonni di Macerata eguagliato[1]. Lo Bello ha però sempre sofferto di protagonismo e una partita di cartello senza le grandi è palcoscenico troppo invitante. Così, al 21′ concede agli isolani il rigore per una spinta non trascendentale subita dal terzino Zignoli in proiezione offensiva. Il mitico Gigi Riva, pur in precarie condizioni fisiche, non si esime dal realizzare. Il pubblico rumoreggia.
La ripresa inizia con qualche altra recriminazione dei viola e con un siparietto di pugni e calci, che costa le espulsioni di Amarildo e Martiradonna, una per parte. Nel finale Lo Bello fischia una punizione a due in area per una chiusura subita dal viola Esposito da parte di Riva e Nené e poi annulla un gol a “cavallo pazzo” Chiarugi per un fuorigioco di posizione di Mariani che nessuno (a parte la terna arbitrale) ha visto. Lo 0-1 non si schioda e il pubblico, che nel frattempo è passato agli insulti, scende giù a inveire contro avversari e arbitro. Che sarà comunque assolto dalla moviola.

La classifica ora dice Cagliari a 9, Fiorentina a 8. Una partita non dovrebbe valere una stagione e, invece, i viola non recupereranno più lo smalto delle giornate iniziali, mentre il Cagliari non lascerà più quella vetta, festeggerà, con ben due giornate di anticipo sulla chiusura del torneo, il primo scudetto al di sotto della capitale e vedrà il suo Riva capocannoniere.
Ma per abbandonare l’idea che la squadra di Scopigno era identificabile con il suo bomber, basta dare un’occhiata alla formazione scesa in campo a Firenze: accanto agli “onesti” Martiradonna, Zignoli, Tomasini e Greatti, e al brasiliano Nené (autentica bandiera isolana), ecco i futuri vicecampioni di Messico ’70 Ricky Albertosi, Cera, Niccolai, Domenghini, Gori. E, ovviamente, Luigi Riva “Rombo di Tuono”.

federico

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[1] Ci riferiamo al record di partite arbitrate in Serie A. A tale primato fa riferimento sia la Gazzetta dello Sport del 13 ottobre 1969 nell’articolo di Gualtiero Zanetti in prima pagina, sia il servizio della Domenica Sportiva curato da Marcello Giannini. Va tuttavia sottolineato che l’Almanacco Panini assegna a Jonni 263 direzioni tra il 1951 e il 1964.