Un gol di Ciccio Baiano intorno al quarto d’ora dà la prima scossa al pomeriggio: questa Fiorentina di Radice può davvero fermare l’imbattibile Milan di Capello. Ma è solo un’illusione: i viola sono troppo sbilanciati all’attacco e il diavolo, punto nell’orgoglio, all’intervallo ne ha già segnati quattro. Il festival delle reti continua nella ripresa e alla fine sono dieci, ma il risultato pende nettamente dalla parte degli ospiti, 3-7. Intanto anche sugli altri campi si segna a ripetizione. Abel Balbo in maglia Udinese fa tre reti al Pescara e i suoi vincono 5-2, segna persino il costaricense Medford del Foggia, ma la squadra di Zeman esce dal Rigamonti di Brescia sconfitta 4-1. La Juventus va avanti 0-3 a Napoli e poi si fa quasi rimontare nel finale dai gol di Fonseca e Zola. Il Genoa, invece, si fa proprio riprendere dalla matricola Ancona: capitan Signorini in un minuto segna prima nella porta giusta e poi in quella sbagliata; i padroni di casa, guidati da Skuhravy, arrivano fino al 4-2, poi Sogliano e il condor Agostini riportano tutto in parità per un pirotecnico 4-4. A Cagliari e a San Siro non si partecipa troppo alla festa, ma il gol di Pusceddu alla Roma e il rigore di Ruben Sosa all’Atalanta servono comunque a rimpinguare il bottino, che al fischio finale dice 48 gol in 9 incontri, una media da 5,333 reti a partita.

Parte l’affannosa ricerca della statistica relativa e si scopre, ahimé, che il record per campionati a 18 squadre è stato polverizzato, ma che per quello assoluto è mancato pochissimo. Per stabilire, infatti, in quale giornata di Serie A si sia segnato di più è d’obbligo guardare la media, visto che si sono avuti anche tornei a 16, 20 e persino a 21 squadre. La meglio così ce l’ha la giornata numero 38 del campionato 1950/51. Gol totali 54, partite giocate dieci,  5,4 la media. Sarebbe bastato arrivare a 49 gol…
Seppur la statistica è contraria, un’osservazione va comunque fatta. Quella appena conclusa è la quinta giornata della Serie A 1992/93, quella del record assoluto era l’ultima del torneo 1950/51. Eravamo a metà giugno, non a ottobre, e lo scudetto era stato già assegnato. Morale, nei campi di Padova, Roma e Trieste, dove i padroni di casa si stavano giocando la permanenza in A, non si era andati oltre i tre gol;[1] altrove, invece, si era segnato tanto: 7-2 in Bologna-Lazio, 6-2 in Juventus-Atalanta, 5-2 in Inter-Genoa e 4-3 in Pro Patria-Torino. L’atmosfera da fine campionato aveva, pertanto, abbondantemente aiutato a far lievitare il numero delle segnature. I gol piovuti domenica 4 ottobre 1992 hanno decisamente più peso.

federico

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[1] Padova-Napoli 2-0, Roma-Milan 2-1, Triestina-Novara 3-0. A retrocedere in B, per la prima volta nella sua storia, è la Roma