Non sappiamo se qualcuno lo ha mai contemplato, ma se ci fosse qualcosa tipo… il primato delle reti segnate tra andata e ritorno in una sfida di A, con il doppio vincolo che in ciascuna partita vi siano stati tanti gol e ben distribuiti tra le due squadre, allora Pescara-Ancona stagione 1992/93 difficilmente se lo lascerebbe sfuggire. Spiegare cosa intendiamo non è così facile e, quindi, passiamo subito a raccontare i due “derby dell’Adriatico” in cui le cerentole di quel torneo, che vide un improvviso fiorire di gol, di fatto si giocarono il penultimo posto in graduatoria.
La prima partita va in scena a Pescara, il 10 gennaio 1993. È il quindicesimo turno, i padroni di casa guidati da Galeone hanno solo sei punti, frutto di due vittorie e altrettanti pareggi. L’Ancona di Vincenzo Guerini ne ha appena due in più e il 3-0 rifilato sotto la pioggia all’Inter al Del Conero due giornate prima è sembrato più un caso che l’inizio della riscossa. E, infatti, sono i biancazzurri abbruzzesi a scappare: una punizione dalla destra di Dunga beffa Micillo dopo pochi minuti; al 10′ è lo stesso portiere dell’Ancona a metter giù Allegri che dal dischetto fa 2-0; il tris dopo la mezzora, grazie a Stefano Borgonovo che risolve una mischia sotto porta. L’arbitro triestino Baldas ridà fiato agli ospiti concedendo, per un intervento scomposto di DI Cara su Agostini, un generoso rigore che Lajos Detari realizza.
L’autolesionismo che carattizzerà l’intera stagione del Pescara fa capolino tra la fine del primo tempo, rete da pochi passi di Agostini su cross di Vecchiola, e inizio ripresa, altro gol del “condor” che si avventa sulla palla dopo un liscio del suo compagno di squadra Lupo con i difensori abbruzzesi che stanno a guardare. A questo punto il Pescara torna a premere e con un diagonale di Palladini trova il gol vittoria a sei minuti dal termine. Una vittoria che persino l’allenatore avversario Guerrini considera meritata, mentre l’autore del servizio per Domenica Sprint preferisce sottolineare come le due compagini, anche alla luce di quanto fatto vedere allo stadio Adriatico, meritano le ultime posizioni.
In effetti, il 23 maggio 1993, giorno del retour match al Del Conero, le due squadre sono già retrocesse e questo rende la partita ancora più surreale. Dopo tante batoste e un pareggio con api, Il Pescara ha appena rifilato un 3-0 al Napoli e medita di agganciare i marchigiani, ma saranno il fattore campo e quello allegria ad avere la meglio. Come all’andata si contano cinque gol nella prima frazione: Detari imbecca Vecchiola indisturbato sulla destra, cross per Agostini che fa ovviamente centro, 1-0 per l’Ancona; il danese campione d’Europa in carica Sivebæk con un tiro non irresistibile batte Nista, 1-1; di nuovo l’asse Detari-Vecchiola-Agostini ed è 2-1; Vecchiola fa 3-1 sugli sviluppi di un corner; Palladini, il match winner all’Adriatico, riporta i suoi sotto, riprendendo un tiro di Borgonovo finito sulla traversa. Intervallo e poi, come se nulla fosse, si riprende e si arriva a otto gol complessivi: Agostini fa 4-2 ben lanciato da… Dunga (e pensare che il centrocampista brasiliano l’anno dopo vincerà un Mondiale da protagonista), Allegri si fa parare un penalty, ma poi segna sulla respinta, Ermini buca la difesa avversaria come il burro e fissa il risultato sul 5-3.
Con quelli dell’andata fanno quindici, otto per l’Ancona, sette per il Pescara. Basta.
federico
Federí Guerini, non Guerrini… Forza Pescara…
Grazie