La vittoria del Manchester City a Brighton, in rimonta dopo che una testata di Murray ha fatto passare sessanta secondi molto brutti a Guardiola, ha chiuso una Premier League che passa direttamente dal campo agli annali, così tanti sono i record da aggiornare. Se i 100 punti in solitario della scorsa stagione avevano messo in chiaro cosa potrebbe succedere da qui a cinque anni nel campionato più ricco del mondo, ovvero un unico club che vince titoli a raffica come accade da un po’ in Italia, Germania, Spagna e Francia, i 98 di quest’anno valgono molto di più, vista la strenua resistenza opposta dal Liverpool, fermatosi solo un punto sotto e sconfitto un’unica volta in tutto il campionato, 2-1 nello scontro diretto di inizi gennaio. Adesso sarà dura anche solo immaginare di poter battere i citizens in un torneo così lungo ed estenuante come la Premier. Passato, però, questo momento di sconforto e di poca fiducia nel futuro, non resta che ringraziare i grandi artefici di questo girotondo che ci ha tenuti impegnati per dieci mesi.

Partire dal rigore mancato da Mahrez che poteva dare al Manchester City la vittoria ad Anfield Road a inizio ottobre, passando per il dicembre orribile per gli uomini di Guardiola, che rimediano tre delle quattro sconfitte patite nell’intero torneo, contro Chelsea, Crystal Palace e Leicester City, e d’oro per quelli di Klopp, che le vincono tutte e arrivano al loro massimo vantaggio, +7. Ripartire, quindi, dal già citato 2-1 nel big match dell’Etihad che lascia intendere quale sarà la determinazione con cui i citizens braccheranno i reds capolista. Poi lo scivolone del Manchester City a Newcastle, unica partita non vinta nelle 19 del girone di ritorno, e il Liverpool che il giorno dopo sotto la neve manca il colpo del ko e non riesce a battere il Leicester di Puel davanti ai propri tifosi. Per finire con il momento di appannamento della squadra di Klopp, culminato con il controsorpasso del Manchester City a inizio marzo, e l’incredibile volatone finale che ha visto il Liverpool vincere inutilmente le ultime nove partite.
Anche se il posto d’onore lo merita l’attimo in cui tutti hanno capito che non c’era più niente da fare e che il titolo sarebbe inevitabilmente rimasto a Maine Road. Era, infatti, alta la possibilità che una sfida così lunga, tirata ed estenuante fosse definitivamente orientata dall’una o dall’altra parte da un evento inatteso, poco probabile se non addirittura appartenente al soprannaturale calcistico. Insomma, una di quelle rarità tipo il diluvio che si scatenò il 14 maggio 2000 a Perugia tra il primo e il secondo tempo e allagò la Juventus o la vittoria di un già abbondantemente retrocesso Lecce in casa di una Roma in formissima alla penultima del 1985/86. Oppure, giusto per rimanere in tema Premier, la scivolata del simbolo dei reds, Gerrard, che spianò la strada a Demba Ba e al Chelsea di Mourinho in versione B e permise aggancio e relativo sorpasso ai citizens per via della differenza reti. E visto che gli stessi due club erano i due assoluti protagonisti di questa stagione, c’era il sentore che stavolta il soprannaturale calcistico si sarebbe materializzato favorendo il Liverpool, magari sotto forma di una Dike con il volto Brendan Rodgers, tecnico dei reds in quel fatidico 27 aprile 2014 e subentrato sulla panchina del Leicester City al posto di Puel. In effetti le Foxes, ospiti del Manchester City in occasione della penultima giornata, al 70′ resistevano ancora sullo 0-0 e davano anche la sensazione di poter pungere in contropiede. Quand’ecco capitan Kompany prendere palla, avanzare al limite dell’area e, visto lo scarso movimento dei compagni, decidere di tirare da fuori per la prima volta da sei anni a questa parte, lasciando partire un tracciante di rara potenza e precisione che andava a togliere la ragnatela dall’incrocio dei pali di un altrimenti imbattibile Schmeichel. Chapeau.
Il difensore belga, a dire la verità, aveva già vestito i panni del risolutore nel derby di Manchester del 30 aprile 2012 che aveva rilanciato il City, allora allenato da Mancini, verso il titolo. Ma un gol di testa su corner non si può paragonare a quanto estratto dal cilindro contro il Leicester City.

Per concludere ricordiamo che la stagione non si è ancora conclusa e che la squadra di Guardiola potrebbe portare a casa anche la FA Cup, dopo aver vinto Coppa di Lega e campionato. Un domestic treble che in Inghilterra è riuscito solo all’Arsenal Ladies nel 2007 e che, se vogliamo contare anche la Community Shield vinta ad agosto, diventerebbe un domestic poker stile Paris Saint Germain. Col solito rammarico Champions League, quest’anno ancor più forte, visto che in finale a Madrid ci saranno Liverpool e Tottenham Hotspur.

federico