Deutsche Zeitung. 5° puntata: Union-Dinamo Berlino 8-0
und war der Beginn einer einzigen Sturm- und Drangphase
Passi una vita a tifare per la tua squadra del cuore, vinci una coppa nazionale, festeggi qualche promozione e rimani soddisfatto di alcune stagioni nei campionati che contano. Poi ti trovi a pensare che nulla è valso quanto quell’8-0 rifilato ai nemici di sempre nella terza giornata della NOFV-Oberliga Nord 2005/06, praticamente una Serie C2. Cose del genere possono accadere a Berlino, anzi a Berlino Est, perché lì la parola “nemico” assume a volte un significato che va al di là del campo sportivo.
La Dinamo Berlino, o meglio quel che ne resta, è la protagonista in negativo. Dell’intera storia e di quella singola partita. Come tutte le “Dinamo” dell’Europa socialista, aveva a che fare con il gruppo sportivo della polizia e, visto che qua si parla di DDR, finì per essere legata a doppio filo alla Stasi, la ben nota polizia segreta che controllava tutte le vite degli altri nella piccola Repubblica Democratica. La Dinamo nacque nel 1953 e fu subito rinforzata trasferendo nella capitale alcuni elementi dell’altra Dinamo, quella di Dresda. Arrivò in DDR-Oberliga nel 1957, vinse la coppa nazionale nel 1959, ma furono il successivo declino e la retrocessione a convincere Erich Mielke a intervenire in maniera massiccia. A partire dall’anno 1966, il grande capo della Stasi cominciò, infatti, a smuovere le carte per far diventare la sua Dinamo la squadra più forte della DDR e -possibilmente- anche un punto di riferimento a livello europeo.
Diciamo subito che del secondo obiettivo neanche a parlarne: risultato di maggior prestigio due quarti di finale in Coppa dei Campioni (1979/80 e 1983/84). Il Magdeburgo con la vittoria in Coppa delle Coppe nel 1974, il Carl Zeiss Jena e la Lokomotive Lipsia con la finale raggiunta nella stessa competizione -rispettivamente nel 1981 e nel 1987- avrebbero ottenuto risultati migliori.
Il primo obiettivo fu, invece, raggiunto solo a partire dal 1979. La Dinamo mise insieme dieci titoli consecutivi, alcuni decisi da aiuti arbitrali (vedi la volata contro la Lokomotive Lipsia del 1986), altri agevolati dall’avere i migliori giocatori del lotto, tutti conditi da profondo odio sportivo dei tifosi delle altre squadre che spesso portava a violenti scontri tra le opposte fazioni.
Chi a quest’odio sportivo aggiungeva certamente qualcosa in più, erano i tifosi dell’altra faccia di Berlino Est, la Union, l’altra protagonista dell’8-0 in questione. Soprattutto negli anni Ottanta scegliere di tifare per gli Eisernen, gli Uomini di ferro provenienti dal quartiere Köpenick, era sinonimo di malcelato dissenso, di malsopportazione verso tutto quello che il presidente Honecker, il capo della Stasi Mielke e, indirettamente, la Dinamo Berlino rappresentavano. La Union in campionato non andava bene, la Dinamo vinceva; i derby erano quasi sempre appannaggio della squadra della polizia e talvolta con risultati schiaccianti (i più clamorosi,uno 0-6 in casa il 3 maggio 1980 e un 8-1 in trasferta il 13 settembre 1986); eppure il numero di spettatori che si recavano nei rispettivi stadi era quasi lo stesso. In uno stato di polizia a cielo aperto che si stava lentamente dissolvendo, tifare Union, indirizzare cori contro la Dinamo e scontrarsi con i loro sostenitori era una scelta di campo non dettata dalla sola appartenenza geografica. Non a caso, nella Germania odierna, nelle curve di Lokomotive Lipsia o Dinamo Dresda non trovi la stessa composizione sociale che trovi in quella dell’Union Berlino.
Arriviamo, dunque, al fatidico 21 agosto 2005. L’effetto muro ha travolto e ridmensionato le aspirazioni della Dinamo,[1] che ha più familiarità dell’Union con le serie minori nella Germania unita. I Köpenicker si sono, invece, ritagliati un ruolo di primo piano nel panorama calcistico della nuova Berlino unificata, in cui bisogna fare i conti anche con l’occidentale Hertha. La Union è stata anche in Zweite Bundesliga, ma due retrocessioni consecutive l’hanno riportata in NOFV-Oberliga Nord.
Il derby va in scena allo stadio della Vecchia foresteria, l’Alte Försterei, che è da sempre il terreno di gioco dell’Union. Curve e tribune, tutte in legno, traboccano. Ci sono 14 mila spettatori, tremila dei quali ospiti.
L’odio per questi è così grande che nel programma ufficiale distribuito in tribuna la Dinamo non è mai citata direttamente, ma sempre con un generico Gäste, ospiti. Il match sugli spalti si scalda: striscioni con il nome delle due squadre e poi cartelli con su scritto Scheiß Dynamo (Dinamo merda) da una parte, un unico sessista Kategorie Gay! dall’altra. In campo il match è, invece, a senso unico. Mattuschka segna due gol nel primo tempo, poi arriva la fase Sturm-und Drang dei padroni di casa: Grubert ne fa due a inizio ripresa, seguono tre reti di Benyamina e una di Jörg Heinrich[2], che portano a otto il computo totale delle reti per i vincitori, come 19 anni prima, quando a dominare era stata la Dinamo.
Il tabellone azionato a mano segna 8 sotto Union e 0 sotto Gast. Lo azzereranno in vista del match successivo, ma, quando lo stadio sarà allargato e un nuovo tabellone elettronico verrà installato, quello vecchio non verrà abbattuto e tornerà a segnare Union 8, Gast 0.
Del resto, nulla per gli Eisernen varrà mai come quella partita del 21 agosto 2005.[3]
federico
Fonti:
Vincenzo Paliotto, Stasi Football club, Urbone publishing
http://www.stadionbesuch.de
Puntata precedente: “Lebbe geht weider”, la vita continua
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[1] Dopo l’unificazione, la Dinamo Berlino ha prima cambiato il suo nome in F.C. Berlin, poi nel 1999 ha ripreso la sua vecchia denominazione, Berliner Fussball Club Dynamo
[2] È l’ex terzino di Borussia Dortmund e Fiorentina, vincitore di una Champions League con i gialloneri
[3] Qualche notizia in più:
La 1. FC Union Berlin ha avuto tante denominazioni: Olympia 06 Oberschöneweide, dal 1906, anno della fondazione, al 1910; Union Oberschöneweide, dal 1910 al momento in cui, finita la Seconda Guerra Mondiale, gli alleati sciolgono tutte le associazioni, comprese quelle sportive; SG Oberschöneweide dalla ripresa delle attività dopo la guerra alla divisione in due della Germania, di Berlino e del club; di nuovo Union Oberschöneweide e poi BSG Motor Oberschöneweide, Motor Berlin, TSC Oberschöneweide e TSC Berlin nei diciassette anni targati DDR che vanno dal 1949 al 20 gennaio 1966, giorno in cui la società assume la denominazione attuale.
L’Alte Försterei fu inaugurato ufficialmente il 7 agosto 1920, con una partita tra l’allora Union Oberschöneweide e i campioni di Germania in carica del Norimberga, ma già il 17 marzo dello stesso anno si era giocato in amichevole il derby berlinese con il Viktoria. Il primo ampliamento iniziò nel 1970, con la costruzione di una tribuna, e nel corso del decennio successivo la capienza arrivò a più di ventiduemila posti, grazie ad altri interventi. A partire dalla fine degli anni Novanta l’Union poté giocare all’Alte Försterei solo grazie alla concessione di permessi temporanei e alla riduzione della capienza massima. Finché nel 2006 la Lega Calcio Tedesca decise di non rinnovare più il permesso di disputare all’Alte Försterei match di Regionalliga, la terza divisione che avevano appena riguadagnato.
La dirigenza dell’Union, anzi i tifosi, scelsero di rinnovare la struttura già esistente, di persona, sacrificando le giornate libere dal 2 giugno 2007. L’8 luglio 2009, finalmente, giunse il giorno dell’inaugurazione che scoprì una nuova Vecchia Foresteria con tribune completamente coperte e capienza tornata a più di ventimila posti. Quel giorno l’Hertha Berlino vinse 5-3. L’Union, intanto, era tornata in Zweite Bundesliga nel 2008/09