British Tales. Storie di football d’oltremanica (1857-1939). 4° puntata: La White Horse Final (1923)
La prima partita della storia giocata nel mitico stadio di Wembley lascia una immagine indelebile ai posteri. In un campo da gioco gremito la foto più rappresentativa dell’incontro non corrisponde a un gol, a una giocata o alla consegna di una coppa, ma alla caotica e allo stesso tempo straordinaria invasione di campo che avvenne poco prima dell’inizio della partita.
Empire Stadium, Stadio dell’Impero, così era stato battezzato questo prodigio dell’architettura civile britannica. Costruito per l’Esposizione Imperiale Britannica del 1924, avrebbe successivamente mutuato il nome dal quartiere dove era stato edificato, ovvero Wembley. Nel 1923 l’opera era già terminata e agibile. Per questo la Federazione inglese diede disposizione affinché l’inaugurazione dello stadio avvenisse con la finale di F.A.Cup tra il Bolton Wanderers e il West Ham United. La finale del campionato di calcio più antico del mondo avrebbe di per sé attratto molto, se non si fosse aggiunta anche l’occasione di essere presenti alla storica inaugurazione del nuovo colosseo londinense, grande simbolo dell’Impero Britannico.
Il 28 di aprile in un clima primaverile, inusuale per la capitale inglese, le tifoserie circondarono rapidamente lo stadio monumentale, anche se il governo aveva disposto una serie di trasporti pubblici molto efficienti per creare accessi facili e privi di intoppi alla cittadinanza. Una massa di tifosi dei Trotters e degli Hammers invasero il quartiere di Wembley.
Il West Ham militava in Second Division ed era in corsa per uno dei due posti che garantivano la promozione in First Division. Era una squadra dal gioco brioso e aveva già eliminato Hull City, Brighton Albion, Southampton, e in semifinale il Derby County.
Di ben altra levatura il Bolton Wanderers che era una delle squadre protagoniste del campionato inglese e aveva spesso lottato per il titolo della First Division. Nel suo cammino verso Wembley aveva lasciato fuori Leeds United, Huddersfield Town, Charlton, e Sheffield United.
Era mezzogiorno a Londra quando per la prima volta le porte dell’Empire Stadium furono aperte, tre ore più tardi alle 15:00 sarebbe iniziata la finale. In pochissimo tempo i ben 125.000 posti a sedere di cui disponeva Wembley furono occupati. L’affluenza del pubblico, però, non si fermava e i punti di accesso non tardarono a collassare. A dispetto delle disposizioni della polizia, la moltitudine saltò le barriere e arrivò a invadere il terreno di gioco, anche perché le gradinate erano complete. Gli agenti non poterono far niente per impedirlo e, a causa dell’invasione, il terreno di gioco era impraticabile e si era sul punto di sospendere la finale. Il caos era tale che i giocatori del Bolton non potevano neanche raggiungere gli spogliatoi.
Re Giorgio V, la cui indispensabile presenza era legata anche alla consegna del trofeo a fine incontro, stava per arrivare, quando la polizia ricorse alla sua divisione a cavallo per tentare alla disperata di disperdere la massa presente sul terreno di gioco e permettere lo svolgimento della partita.
Manca ancora il pezzo chiave della storia, l’uomo che immortalò tutta la scena, un fotografo inglese. Da un punto elevato aveva la prospettiva perfetta per vedere tutti gli incidenti che stavano avvenendo. Da questa posizione privilegiata riuscì a immortalare Billie, il cavallo bianco che avrebbe dato il nome alla prima finale di Wembley. Billie fu fotografato mentre in mezzo a una moltitudine di fans con cappelli e berretti si muoveva da un lato all’altro, cercando di disperdere il pubblico e di mantenerlo fuori dalle linee che delimitavano il campo. Fece tutto il possibile perché la partita fosse disputata. L’unica cosa che Billie non poté evitare fu che non venisse meno la famosa puntualità inglese: l’incontro cominciò con 45 minuti di ritardo.
Si calcola che nello stadio più di 200.000 persone assistettero alla finale, ammucchiandosi sino ai bordi delle linee di gioco e lasciando solo il rettangolo verde ai giocatori. Vinse il Bolton per 2-0. Dopo due minuti i Trotters erano già avanti grazie a un gol di David Jack e avrebbero chiuso il discorso con Jack Smith all’8′ della ripresa. Ma gli eroi del Bolton si videro oscurati dalle grandi gesta di Billie, il cavallo bianco.
Per quanto si sa, una delle maggiori valanghe della storia del football non dovette lamentare né morti, né feriti gravi. Solo 22 persone finirono in ospedale e un migliaio furono medicate sul posto per piccole lesioni. Dopo quanto successo la Camera dei Comuni approvò nuove norme di sicurezza per le partite. al fine di evitare incidenti di questo tipo. La norma più importante riguardava la messa in vendita dei biglietti in anticipo per le partite di cartello. Il governo, inoltre, si congratulò con la polizia si mosse e in special modo lodò il cavallo Billie e il suo poliziotto, ma anche gli spettatori il cui comportamento evitò che il tutto finisse in tragedia.
George Scorey e il suo cavallo Billie, entarono per sempre nella storia di Wembley e della F.A. Cup. Dopo la ricostruzione dello stadio avvenuta nel 2005 un sondaggio online ottenne che il ponte pedonale di accesso al colossale stadio londinese si chiamasse White Horse Bridge. Così il cavallo Billie continua ad essere presente a tutte le finali di F.A. Cup.
víctor traduzione di federico
Puntate precedenti: Campionati del mondo fatti in casa; L’evangelizzazione calcistica dell’Europa continentale; Il Corinthian F.C.;
Puntata successiva: L’assenza britannica ai primi tre Mondiali