La squadra che ha passato ai rigori il turno precedente, si sente autorizzata a sperare nel bis e, nonostante i supplementari siano ancora in corso, è già mentalmente pronta a presentarsi dal dischetto, magari riproponendo la stessa sequenza che ha già portato fortuna. Eppure, una volta tanto, la statistica mostra in modo netto quanto questa fiducia sia mal posta. Da quando Europei e Mondiali hanno più turni a eliminazione diretta, l’unica, a riuscire nell’impresa di sopravvivere due volte di seguito ai calci di rigore, è stata l’Argentina, la poco spettacolare Argentina di Italia ’90. Passata la fase a gironi solo grazie al ripescaggio delle quattro migliori terze, superato il Brasile agli ottavi solo grazie a un contropiede Maradona-Caniggia a pochi minuti dal termine, gli argentini, prima di vincere la semifinale contro l’Italia dal dischetto, eliminarono ai quarti la Jugoslavia nello stesso modo. Quel giorno Tomislav Ivković parò il rigore a Maradona. C’era già riuscito anche qualche mese prima in un Napoli-Sporting Lisbona di Coppa UEFA, aveva vinto 100 dollari, ma era stato il Napoli a passare il turno. E anche al Mondiale la prodezza di Ivković non bastò. Gli slavi fecero un disastro e alla fine il punteggio fu di 3-2 per l’albiceleste.
A fronte di una caso positivo, ce ne sono tanti negativi, cui si è aggiunto, durante Euro 2016, quello della Polonia, che, dopo aver fatto fuori la Svizzera, ha perso col Portogallo, sempre dal dischetto. A Euro ’96, ad esempio, Inghilterra e Francia eliminano, rispettivamente, Spagna e Olanda nei quarti ai calci di rigore, e poi vengono eliminate con la stessa modalità da Germania e Repubblica Ceca. Anche ai Mondiali brasiliani del 2014 la maledizione colpisce due volte e per di più in serie: la Costarica elimina la Grecia agli ottavi, poi è sopraffatta dall’Olanda ai quarti, in quella sequenza di rigori passata alla storia per l’impatto avuto dal neoentrato portiere orange Krul; la stessa Olanda -senza, però, l’amuleto Krul- perde contro l’Argentina in semifinale e, a ben vedere, solo il gol di Götze, a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, impedisce alla stessa finale di essere decisa dal dischetto e, forse, alla maledizione di poter colpire per la terza volta.
Caso un po’ particolare, invece, quello della Spagna ai Mondiali del 2002. Gli spagnoli hanno ragione dell’Irlanda agli ottavi dal dischetto, poi contro la Corea del Sud, ai quarti, ce la mettono tutta per segnare, ma l’arbitro egiziano Al-Ghandour non ne vuol sapere di convalidare i gol regolari che la Roja realizza. Si arriva dal dischetto e l’errore di Joaquín al quarto tiro spalanca la porta delle semifinali ai padroni di casa coreani.
Per trovare qualcuno in grado di emulare l’albiceleste di Italia ’90, proprio in Sud America dobbiamo andare. In Copa América, infatti, non ci sono i supplementari, se non in finale, e questo, giocoforza, fa aumentare il numero di match decisi dal dischetto e la possibilità di uscire vittoriosi da due lotterie consecutive. Due i percorsi che vogliamo mettere in evidenza, capirete poi perché. Nel 2011 il Paraguay, dopo tre pareggi nel girone iniziale e il ripescaggio come terza, elimina ai calci di rigore il Brasile ai quarti e il Venezuela in semifinale. In finale, poi, viene travolta 3-0 dall’Uruguay, ma intanto arrivare all’ultimo atto di una manifestazione senza mai vincere un match è davvero impresa notevole!
Storia simile quella che scrive l’Uruguay nel 1999: il 3-0 subito in finale dal Brasile di Rivaldo e Ronaldo è l’ultimo atto di una coppa che ha visto la celeste essere ripescata dopo il girone, nonostante una vittoria e due sconfitte, e prevalere dopo il 90′ con Paraguay, prima, e Cile, poi.[1]
Ora che la Polonia non ce l’ha fatta a passare due volte di seguito ai rigori, la palla passa al Portogallo. Prima della sfida contro i polacchi, per i lusitani tre pareggi nel girone, il ripescaggio come terza e una vittoria contro la Croazia agli ottavi, ottenuta, però, in contropiede al 117′. Le affinità con il Paraguay versione 2011, con l’Uruguay 1999 e con l’Argentina del 1990 sono evidenti. Le carte in regola per realizzare l’impresa di pareggiare tutte le partite, o quasi, il Portogallo sembra averle tutte. Poi dal dischetto si vedrà.[2]
federico
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[1] Nella Copa América del 1993 l’Argentina batte ai rigori prima il Brasile ai quarti e poi la Colombia in semifinale. Va, però, sottolineato che, nel momento in cui viene fischiata la fine della semifinale Argentina-Colombia sullo 0-0 al 90′, la successiva serie dei tiri dal dischetto deve per forza premiare una squadra che ce l’ha già fatta una volta ai rigori nello stesso torneo: anche i colombiani, infatti, hanno prevalso sull’Uruguay nei quarti solo dal dischetto.
Nell’edizione del 2004 il Brasile, invece, vince ai rigori con Uruguay e Argentina, rispettivamente, semifinale e finale
[2] Il Portogallo vincerà Euro 2016, prima volta tra Mondiali, Europei e Copa America per una ripescata come migliore terza. In semifinale e in finale vincerà, però, prima di arrivare ai tiri dal dischetto: 2-0 al 90′ col Galles e 1-0 con gol nel secondo tempo supplementare alla Francia