Una stagione, tante vittorie. Spin-off un po’ caotico dello special “Un campionato, zero sconfitte”. Vittorie consecutive in campionato (2024)
Ne aveva parlato la BBC a novembre 2023 e The Guardian ad aprile 2024; la notizia era stata ripresa in Italia da East Journal e Rivista Undici: nel lontano Turkmenistan c’è una squadra che ha vinto tutte le partite di campionato dal momento in cui è stata fondata, che è arrivata a una sequenza di successi in match ufficiali ben più lunga di quella che recentemente agli arabi dell’Al-Hilal è valsa un riconoscimento da parte dell’International Federation of Football History & Statistics (IFFHS), ma che nessuno ha intenzione di celebrare. Il Guiness World Records in primis. Questa squadra è l’FK Arkadag.1
Si può dire che la città con annessa società di calcio sia stata la buonuscita per la pensione che, in pieno delirio di onnipotenza, si è regalato Gurbanguly Berdimuhamedow, secondo presidente nella storia del Turkmenistan, indipendendente dal momento della dissoluzione dell’URSS. Prima di lui, dal novembre 1990 al dicembre 2006, c’era stato Saparmyrat Nyýazow, eletto capo dello Stato nelle prime elezioni formalmente libere -ma in realtà con un unico partito2 e un unico candidato-, proclamatosi “Türkmenbaşy”, ovvero “padre di tutti i turkmeni”, nel 1992 e autonominatosi presidente a vita nel 1999.
Berdimuhamedow, anzi Gurbanguly Berdimuhamedow, nei suoi circa quindici anni di presidenza si era, invece, accontentato di diventare “Arkadag”, “protettore”, ma poco prima di lasciare al figlio Serdar il Paese di famiglia, aveva fatto iniziare la costruzione di un’avveniristica città battezzata, guarda caso, Arkadag e che, magari, in futuro potrà diventare capitale al posto di Aşgabat. Fatta la città e anche un po’ i cittadini (per adesso sono 70mila), serviva una squadra di pallone, anche perché l’ex presidente è stato capo della sanità ai tempi di Nyýazow e ha sempre predicato l’utilità di fare sport per il proprio benessere psico-fisico. E, se anche la squadra si chiama Arkadag e ha maglie e logo direttamente ideate da Berdimuhamedow, innanzitutto ha diritto a partire dalla Yokari Liga, la massima divisione turkmena, senza passare dalle serie minori; ha, poi, diritto di far slittare l’inizio di campionato a giugno 2023 e ha diritto a una speciale finestra di mercato per mettere sotto contratto giocatori di un certo livello; soprattutto, ha diritto a non perdere mai e, a quanto pare, neanche a pareggiare. Sono stati 24 i successi nella stagione 2023 in altrettante partite di campionato3, sette nella coppa nazionale e la striscia di vittorie in patria sta continuando. In attesa che l’esordio internazionale, nella seconda serie della AFC Champions League, blocchi almeno la sequenza di successi fuori dal cortile di casa4.
Guardando la formazione con cui il Turkmenistan il 26 marzo 2024 ha affrontato e perso 0-1 con l’Iran in un match valido per le qualificazioni mondiali, di giocatori dell’Arkadag in campo non ce ne erano poi così tanti: i centrocampisti Arslanmyrat Amanow (capitano della squadra di Berdimuhamedow) e Begmyrat Baýow; l’attaccante Didar Durdyýew, sostituito al 46′ dal suo compagno di squadra Altymyrat Annadurdyýew; Mämmedow e Akmämmedow, entrati nel corso della ripresa, e Ballakow, rimasto in panca. Ora, se in Yokary Liga, l’Arkadag non conosce pareggio, perché in Nazionale non viene trasferito in blocco, come si faceva, ad esempio, in Italia ai tempi della Pro Vercelli?
Questo dato e qualche altra notizia filtrata attraverso agenzie di stampa non filogovernative lasciano immaginare che l’Arkadag domina così a man bassa nelle competizioni di carattere nazionale anche grazie all’occhio di riguardo mostrato da parte dei direttori di gara. Come nel match contro il Şagadam
del novembre 2023, in cui un rigore a tempo scaduto ha permesso il successo per 3-2 (ne parla, ad esempio, The Guardian nel suo articolo).
Bastano, però, queste informazioni indirette a giustificare la scelta di non considerare la sequenza record dell’Arkadag alla stregua, se non meglio, di quanto fatto dall’Al-Hilal finanziato dal fondo sovrano saudita?
A quanto pare, sì. Trovo, però, indicativo il fatto che l’IFFHS, a presidenza araba, usi a tale proposito l’argomento della poca competitività (il Turkmenistan ha ranking FIFA oltre il 100esimo posto e, quindi, i primati ottenuti in campionati di così basso livello non possono essere ritenuti “degni”) invece di accampare la scusa della poca regolarità del campionato turkmeno, di certo falsato dalla sproporzione delle forze in campo generata dall’intervento dell’ex presidente nelle dinamiche calcistiche. Perché, usando questo criterio, anche i record dell’Al-Hilal andrebbero depennati.
Nell’immagine in evidenza: Arslanmyrat Amanow
In precedenza: Vittorie consecutive in partite di campionato (2017), Vittorie consecutive in partite ufficiali (2024)