Michael Ballack ne sarà sicuramente felice, molto felice. In una video-intervista rilasciata ad
Up Front With Simon Jordan racconta di come quei due titoli persi in volata ai tempi del Bayer Leverkusen lo abbiano fatto crescere tanto, più del titolo vinto da panchinaro con il Kaiserslautern qualche anno prima; parla poi con affetto del Bayer Leverkusen di oggi, di Xabi Alonso, di quanto bene farà a tutte le squadre tedesche la vittoria delle “aspirine” in Bundesliga, di quanto servirà persino al Bayern Monaco.
Di quella autorete spezzagambe sul campo dell’Unterhaching già salvo del maggio 2000, quando bastava un pareggio non si parla direttamente. Forse per delicatezza nei confronti dell’intervistato. Il fatto è che mai più il Bayer Leverkusen era stato così tanto vicino a conquistare il primo Meisterschale della sua storia1 e tutto ci si attendeva tranne che lo conseguisse nella stagione in cui il Bayern Monaco, reduce da undici successi consecutivi, aveva messo sotto contratto Harry Kane.
Motivo per cui Ballack potrà davvero, in futuro, sentirsi più leggero e meno responsabile.

Messa a posto la storia o, meglio, la cabala (perché io per primo ho pensato per lunghi tratti della stagione che tanto a un certo punto il Bayer si sarebbe incartato e il Bayern avrebbe rimontato), rimangono i numeri di un dominio che fa capire quanto Xabi Alonso abbia lavorato in primis sulla mentalità dell’ambiente e su questa base abbia costruito una macchina che in campo sa sempre quello che vuole, non demorde mai e ha sete di vincere perché, in fondo, nessuno crede che siano i più forti.
Ecco, detta così, sembra un po’ la situazione dell’Italia di Mancini nel trienno 2018-2021 e per questo la prossima stagione per Xabi Alonso e per il suo Leverkusen sarà la più dura, soprattutto perché la pressione e le attese saranno ben diverse: a dispetto di tutte le sirene che lo tentavano, lo spagnolo, campione del mondo nel 2010, rimarrà, infatti, sulla panchina del Bayer, come dichiarato prima dell’incontro di Europa League con il West Ham.

Ad ogni modo, parlavo di numeri. Xabi Alonso alla prima stagione da titolare della panchina2 ha ottenuto la certezza del successo in campionato con cinque giornate d’anticipo, al termine di un roboante 5-0 sul Werder Brema, ed è ancora imbattuto: 29 giornate, condite da soli quattro pareggi e 25 vittorie. Nessuna squadra è mai riuscita a concludere con zero sconfitte una Bundesliga, neanche il Bayern Monaco di Guardiola, che nel 2013/14, dopo aver triturato gli avversari e vinto matematicamente il titolo con sette giornate di anticipo, perse alla 29°, 1-0 in casa dell’Augsburg. Si vedrà se i rossoneri avranno un calo legittimo e se avversari di livello come Stoccarda e Borussia Dortmund interromperanno la serie positiva.

Tornando al Meisterschale vinto, sono tante le situazioni in cui un altro Leverkusen sarebbe uscito dal campo con meno punti, vedi la trasferta di Lipsia (da 1-0 a 2-3 con rete vincente di Hincapie a tempo scaduto), la rimonta con l’Hoffenheim in pieno recupero, ma anche le partite in casa di Heidenheim, Wolfsburg e Friburgo, in cui la gestione del vantaggio acquisito non è stata perfetta, ma neanche scriteriata. Il vero punto di svolta si è, però, avuto alla ripresa dopo la pausa dicembrina proprio ad Augsburg, luogo in cui si interruppe la serie di Guardiola: partita ostica, 0-0 che potrebbe andar bene, vista la paura generata dal gol poi annullato di Demirović, e, invece, Palacios in pieno recupero segna e riporta i suoi in vetta. Già, perché il Bayern di Tüchel si è liquefatto da metà febbraio in poi, ma è stato a ridosso del Bayer per molto tempo e solo il 3-0 della BayArena ha dato il La all’allungo decisivo (da +2 a +5, diventato subito +8 dopo la sconfitta dei biancorossi di Monaco a Bochum la settimana successiva).

Come visto, il titolo è arrivato con molto anticipo, ma a dare a tutta la stagione dei rossoneri una dimensione ancor più completa è il fatto che, per adesso, non siano stati sconfitti neanche in DFB-Pokal (cinque successi e finale il prossimo 25 maggio contro il Kaiserslautern) e in Europa League (percorso netto nei gironi, due vittorie e due pareggi nella fase a eliminazione diretta). Siamo a 44 partite.
La prima Juventus di Conte nella stagione delle zero sconfitte era fuori dalle coppe europee e perse solo la finale di Coppa Italia con il Napoli, macchiando nel finale la possibilità di chiudere imbattuta la stagione, cosa, per esempio, riuscita al Preston North End 1888/89 in Inghilterra. Era il 2012, questo blog chiudeva la sua prima stagione di attività e l’impresa dei bianconeri di Conte fu l’occasione per fare una corposa indagine statisitca sulle squadre che avevano concluse imbattute un campionato di massima serie. Xabi Alonso e il Bayer Leverkusen 2023/24 mi costringeranno ad aggiornare quanto scritto allora?