Un inizio stagione davvero disastroso – terza parte
L’impatto con la Serie A per la matricola Benevento sarà duro, però quanto fatto dal Crotone nella scorsa annata calcistica invita a non arrendersi mai. Nella città campana prima dell’avvio della stagione 2017/18 se lo saranno detto mille volte, ma nessuno immaginava che l’inizio anno sarebbe stato così duro.
Oltretutto il 20 agosto 2017 a Marassi, all’esordio in A, le streghe giallorosse giocano bene, vanno in vantaggio con un bel gol di Ciciretti e cedono 2-1 alla Sampdoria solo nella ripresa. E poi nelle due partite successive, giocate entrambe al Vigorito, sembra che sia solo questione di fortuna se non sono riuscite a guadagnare qualche punto: col Bologna è un altro “esordiente”, il VAR, a fermare l’urlo dei tifosi a più di un minuto di distanza dal gol di Lucioni che sarebbe valso il pareggio; col Torino in casa la ‘X’ sembra cosa fatta quando Iago Falque segna tre minuti oltre il 90′.
I successivi sei match gettano invece qualche ombra sull’effettiva consisenza della squadra. Quattro sono contro big e, 1-2 in casa con l’Inter a parte -incontro in cui i sanniti meriterebbero il pareggio-, finisce sempre in goleada per gli avversari: 6-0 per il Napoli al San Paolo, 0-4 e 0-3 per Roma e Fiorentina al Vigorito. Sono, però, soprattutto i due scontri salvezza persi in trasferta, prima a Crotone e poi a Verona, a segnare il destino del tecnico della promozione dalla B alla A Marco Baroni. In panchina si accomoda De Zerbi, che tra l’altro solo due stagioni prima da allenatore del Foggia in Lega Pro era stato acerrimo rivale per la promozione in B. Intanto il record della Serie A, otto sconfitte iniziali consecutive stabilito dal Venezia 1949/50, è stato già battuto.
Alla decima partita il primo punto sembra di nuovo in tasca: il Cagliari è andato avanti, ha mancato il raddoppio sprecando un rigore, poi il Benevento è uscito nella ripresa e al terzo minuto di recupero ha sfruttato con Iemmello il penalty fischiato a suo favore. Ma, niente da fare… palla al centro cross dalla destra di Faragò e Pavoletti segna in tuffo: 2-1. Con la Lazio in casa un altro rovescio senza storia e sono undici.
Nello stadio della Juventus un gran primo tempo e il vantaggio firmato da Ciciretti fanno sperare, ma poi arriva la rimonta nella ripresa e ai campani non rimane che uscire #ATestaAlta, come va di moda scrivere ultimamente. E intanto anche il record della Ligue 1 stabilito dal Grenoble 2009/10 è superato e quello del Manchester United 1930/31 è uguagliato.
Il match contro il Sassuolo in casa è l’ultimo “ostacolo” che rimane tra i sanniti e quello che sembra il peggior inizio che abbia mai fatto un club in un campionato nazionale di massima serie nella storia del calcio europeo. E il Benevento con sconcertante dedizione riesce a perdere anche questo incontro: prima il portiere Brignoli regala a Matri la palla dello 0-1, poi sul risultato di 1-1 a tempo scaduto Costa tocca inspiegabilmente di mano in area; Berardi dal dischetto manda la palla sulla traversa, ma nonostante tutto Peluso su azione di corner al quarto di recupero ha il tempo di segnare il definitivo 1-2 per il Sassuolo. E così sono tredici.
Il Benevento ha finito di soffrire? È arrivato davvero a toccare il fondo e può mettersi l’anima in pace perché nessuno ha mai fatto peggio? Ahimè, una ricerca nemmeno tanto complessa e una convinzione, quella che un amante delle statistiche non deve darsi pace finché non trova qualcosa che a molti sfugge -organi di informazione e addetti ai lavori compresi-, permettono di spostare un po’ più su il record negativo di riferimento. E senza neanche andare a cercare chissà dove.
Italia, stagione 1926/27, la prima in cui si disputi un vero campionato nazionale, in cui cioè club di Nord, Centro e Sud siano iscritti allo stesso girone. Le venti le società ammesse alla fase preliminare sono divise in due gironi da dieci. Tra queste c’è il neonato Napoli, in omaggio ai dettami della Carta di Viareggio e del calcio fascistizzato che spinge affinché in ogni grande città ci sia una squadra di alto livello.
La squadra partenopea non è evidentemente ancora pronta al grande salto e rimedia sconfitte su sconfitte: passano tutto il girone d’andata e cinque match del girone di ritorno senza che la classifica si muova. Poi finalmente il 13 febbraio 1927 arriva uno 0-0 casalingo col Brescia, che rimarrà l’unico punto conquistato nell’intero campionato. Le sconfitte iniziali consecutive sono dunque quattordici.[1]
Sanniti, allora, di nuovo in marcia! A Bergamo 1-0 per l’Atalanta e anche il Napoli 1926/27 è eguagliato. Poi ci sarebbe il Brescia 1994/95 che con quindici partite perse di seguito detiene il record assoluto di sconfitte consecutive in Serie A e, se ancora non basta, ci sono Salgueiros 1961/62, Oberlaaf 1949/50 e Third Lanark 1964/65 come prossimi obiettivi.[2]
E invece no, basta così. Contro il Milan al Vigorito il 3 dicembre 2017 arriva il primo punto, ma la sensazione che il campionato di A che attende le streghe giallorosse continuerà a essere eccezionale ne esce addirittura rinforzata: a segnare il definitivo 2-2 è, infatti, il portiere Brignoli su azione di angolo al quinto minuto di recupero della ripresa! Come Brignoli solo Rampulla e Taibi in precedenza. Come il Benevento solo il Benevento. Oltre ogni ragionaevole dubbio.
federico
————————————————————————————-
[1] Le 14 sconfitte del Napoli: N.-Inter 0-3, N.-Alba 0-2, Genoa-N. 4-1, Hellas Verona-N. 5-0, N.-Casale 0-2, Brescia-N. 5-1, N.-Juventus 0-3, N.-Modena 0-1, Pro Vercelli-N. 4-1, Inter-N. 9-2, Alba-N. 5-2, N.-Genoa 2-3 [poi 0-2 a tav. per invasione di campo], N.-Hellas Verona 0-1, Casale-N. 3-0,
[2] Qui parliamo di sconfitte consecutive in assoluto e non a inizio campionato. Il Brescia ha il record relativo alla Serie A, 15 partite perse; il Salgueiros con 16 detiene il record della Primeira Liga portoghese; l’Oberlaaf nella Staatsliga austriaca 1949/50 è arrivato a perdere le ultime 20 partite; il Third Lanark nella Scottish Division One 1964/65 le ultime 21