Cinque milioni di dollari versati nelle tasche opportune per poter ottenere il “giusto” supporto alla candidatura del Qatar al Mondiale del 2022. Il Sunday Times affermava di avere prove schiaccianti contro Mohamed Bin Hammam, ex presidente della federcalcio qatariota e capo della AFC, la Confederazione Asiatica, al momento dell’assegnazione della rassegna iridata allo stato arabo. Era il maggio del 2014. Pensate… Sepp Blatter era ancora presidente FIFA e, in merito all’imminente Mondiale brasiliano del 2014, diceva che il calcio era più importante dell’insoddisfazione della gente.
Il Sunday Times sperava che dalle proprie rivelazioni nascessero indagini, processi, condanne con le quali acclarare cosa era davvero accaduto in prossimità del 2 dicembre 2010, il giorno in cui il Qatar era stato scelto come sede per la Coppa del Mondo del 2022. C’era, però, un problema: lo scoop arrivava fuori tempo massimo, visto che Bin Hammam dal 2011 non contava più nulla all’interno della FIFA, cioè da quando aveva provato la scalata allo scranno più importante, quello del sopracitato Blatter1.

Con lo stesso ex capo supremo del calcio mondiale e con il suo ex delfino e poi avversario Platini è andata in modo simile. Di colui che nel dicembre 2010 era presidente della UEFA si sa che era un convinto sostenitore della candidatura degli Stati Uniti, ma che improvvisamente cambiò idea, pare a margine di un pranzo all’Eliseo a cui l’allora Primo ministro francese Sarkozy aveva invitato anche il futuro Emiro del Qatar Al Thani per discutere di tante cose, tipo l’acquisizione del Paris Saint-Germain dal fondo sovrano dello stato del Golfo Persico. Di Blatter si sa che era il più grosso sponsor della candidatura qatariota e che fu lui a insistere affinché al Congresso FIFA del 2010 si decidesse con enorme anticipo anche la sede del Mondiali 2022 e non solo quella dell’edizione 2018, andata -giusto per rinfrescare le idee- all’allora amica Russia di Putin.
Ebbene, prima Blatter e poi, a stretto giro di posta, Platini hanno lasciato i loro posti di comando nel cuore del calcio internazionale per questioni di mazzette, ma l’affaire Qatar ne è rimasto al di fuori: il primo si dimise nel maggio 2015, pochi giorni dopo esser stato eletto per la quinta volta presidente FIFA, a seguito di uno scandalo che aveva coinvolto dirigenti a lui molto vicini; all’ex numero di Francia e Juventus venne contestato, a ottobre 2015, il percepimento di una tangente sotto forma di consulenza FIFA e questo portò alla sua sospensione. Si immagina che dietro la consulenza a Platini si nasconda il premio per aver cambiato idea a margine del citato pranzo all’Eliseo (le consulenze erano del 1999 e del 2003, ma il pagamento era avvenuto nel 2011, guarda caso); nel luglio 2022 è, però, arrivata l’assoluzione e, quindi, anche questo filone d’indagine si è fermato prima di arrivare a Doha.

Scrive il Guardian che ben 16 dei 22 delegati FIFA che parteciparono a quella famosa votazione del dicembre 2010 sono stati implicati o hanno subito investigazioni per presunta corruzione o cattive pratiche. Quindi, a votare a favore o contro Qatar 2022 c’erano delle persone corrotte, corruttrici o corrompibili, ma non possiamo (ancora) dire che la scelta sia stata orientata da corruzione. O, al contrario, possiamo sospettare che ci sia stata corruzione ma al momento non abbiamo corruttori disponibili.
Ad ogni modo, almeno una cosa va specificata: il Mondiale che sta per cominciare non è il primo per cui c’è più di un dubbio in merito a come i delegati abbiano preso la loro decisione in sede di assegnazione (giusto per usare un eufemismo). Già il 6 luglio 2000, al momento di deliberare su dove disputare la Coppa del Mondo 2006, la Germania vinse a sorpresa sorpassando alla terza e ultima votazione il Sud Africa, grazie anche all’improvvisa astensione del neozelandese Dempsey, unico membro della OFC. E, anzi, a veder bene, tutte le assegnazioni, da Francia 1998 in poi, hanno il loro lato più che oscuro.

Ricordiamo che, in occasione del Mondiale di atletica di Doha del 2019, abbiamo prodotto uno special in tre puntate che esamina aspetti legati anche al Mondiale di calcio e ad altri sport. Qui la PRIMA PARTE, qui la SECONDA PARTE, qui la TERZA PARTE.