I pionieri del football italiano a caccia di avventure internazionali – 1° puntata

La prima partita della nazionale italiana è datata 15 maggio 1910, il primo torneo internazionale cui partecipi una squadra italiana è solo di due anni prima. Eppure il football italiano ha sin dal principio avuto la possibilità, anzi la necessità di confrontarsi con rappresentative o con squadre legate ad altre scuole calcistiche e misurare così il livello di competitività raggiunto.

L’inizio è ben noto. Il football association -questo il nome usato originariamente per distinguerlo dal (football) rugby- arriva in Italia negli ultimi quindici anni del secolo XIX attraverso le navi che sbarcano dal Regno Unito, dove il gioco è diventato maturo da un bel pezzo: nel 1857 è nata la prima squadra, lo Sheffield F.C., nel 1863 ne sono state stabilite ufficialmente le regole, nel 1871 è partita la F.A. Cup e nel 1872 Scozia e Inghilterra hanno dato vita al primo incontro tra nazionali.

Gli inglesi, che per motivi di lavoro passano molto tempo in Italia, cominciano a creare nelle città portuali circoli per praticare i loro sport, cricket e football in primis. Ma, mentre il cricket non attecchirà mai, a Genova, Napoli, Livorno o Palermo si ha ben presto la possibilità di vedere sfide di football tra gli equipaggi delle navi di Sua Maestà di passaggio e i membri di queste associazioni sportive. Gioco forza molte delle prime partite ufficiose, ad esempio, del Genoa Athletic and Cricket Club sono internazionali in tutti i sensi. Anzi non sono “italiane” visto che solo dal 1896 soci italiani posso entrare nella società genoana. Quest’abitudine di confrontarsi con rappresentative di passaggio continuerà per molto tempo, ma intanto nel 1898 il football italiano ha fatto un grande passo.

Il gioco è arrivato anche a Torino, dove ha coinvolto subito numerosi aristocratici del luogo. I tempi sono maturi per costituire la Federazione Italiana Foot-Ball (FIF), organizzare il primo campionato e dopo neanche un anno disputare il primo incontro a carattere internazionale.

Bosio e i cannottieri

Canottieri della fine del XIX sec. Edoardo Bosio è il primo in piedi iniziando da destra

È il 30 aprile 1899. Al Velodromo Umberto I di Torino, una selezione di giocatori di squadre affiliate alla FIF incontra una selezione di giocatori svizzeri. Gli italiani si presentano in maglia bianco e blù a strisce verticali, in onore del Genoa campione d’Italia e cinque degli undici giocatori provengono proprio dal Genoa (De Galleani, Spensley, Pasteur I, Leaver, Agar). Gli altri sei (Beaton, Dobbie, Bosio, Weber, Kilpin, Savage) sono invece dell’Internazionale Torino. Come si intuisce dai cognomi gli “italiani” sono in realtà quasi tutti britannici e solo tre di essi sono nati in Italia: De Galleani, Pasteur I e Edoardo Bosio.[1]

Gli svizzeri segnano due gol e vincono dopo “una viva lotta”, come spiega La Stampa.[2] Anche La Gazzetta del Popolo dà notizia della partita e racconta come la squadra svizzera “ebbe ragione della squadra italiana, alla quale le contese abilmente e valorosamente la palma del trionfo”. A fine partita c’è anche il terzo tempo, con tanto di banchetto fraternizzante e foto di gruppo. Uno scatto voluto chissà da chi e che, senza saperlo, ritrae l’inizio di una lunga storia.

federico

Puntata successiva:  28 aprile 1903: Il Genoa varca il confine

————————————————————————————
[1] Edoardo Bosio (1864-1927?) è forse l’unico italiano a rivestire un ruolo di primo piano nella nascita della FIF e del campionato. Fu tra i fondatori dell’Internazionale Torino, ma si dedicò anche al canottaggio, tanto che l’unica sua foto pervenuta lo ritrae in tenuta da canottiere
[2] La Stampa non specifica quanti gol segna la rappresentativa italiana. L’Archivio Storico Fondazione Genoa 1893 riporta come risultato finale 2-0. Fornisce anche la formazione svizzera e la squadra/città di provenienza dei singoli giocatori: Therdigon (Ginevra); Williams (Losanna), Suter (Zurigo); Schmid (Zurigo), Butler (Zurigo), Gamper (Zurigo); Iweins (Ginevra), Collinson (Zurigo), Dewitt (Ginevra, cap.), Dégérine (Ginevra), Maedler (Zurigo)