British Tales. Storie di football d’oltremanica (1857-1939). 6° puntata: Il calcio a Sheffield
Un modo per indicare Sheffield, nello Yorkshire, è la città dell’acciaio, viste le tante industrie metallurgiche che, specie nel corso del XIX secolo, ebbero lì un grande sviluppo. Un altro nome, che la città si porta dietro, è la culla del football e questo appellativo è altrettanto meritato.
A Sheffield, infatti, il 24 ottobre 1857 venne fondato il club di calcio più antico al mondo, lo Sheffield Foot-ball Club, e tre anni dopo, il 26 dicembre del 1860, venne giocato il primo derby della storia del calcio, il Rules derby. Di fronte i biancoblù padroni di casa dell’Hallam Football Club, nato in quel 1860 come costola dell’Hallam Cricket Club, e ovviamente lo Sheffield F.C., in maglia biancorossa. Scesero in campo sedici persone per squadra e gli ospiti vinsero 2-0. Si giocò al Sandygate Road, terreno di gioco costruito nel 1804 e destinato al cricket, ma divenuto in tutto e per tutto stadio di calcio proprio nel 1860 a seguito della nascita della sezione football dell’Hallam.1.
E se la bacheca della più antica squadra del mondo non rispecchia il suo blasone e può esporre solo la F.A. Amateur Cup 1903/04 (la versione della F.A. Cup riservata alle squadre non professioniste), lo si deve principalmente alla scelta societaria di continuare a praticare il calcio a livello amatoriale, nonostante la svolta verso il professionismo fatta dal calcio inglese già nel 1885. L’impronta lasciata dallo Sheffield F.C. nella storia del calcio è, però, notevole. Basti pensare che le regole che la Football Association approvò nel 1863 furono mutuate quasi interamente da quelle approvate nel 1858 in una assemblea del club di Sheffield, le cosiddette Sheffield Rules che indirettamente diedero il nome al derby contro l’Hallam.
Lo stesso Sheffield F.C. successivamente inserì in modo autonomo innovazioni tecniche quali la traversa, il calcio d’angolo e la punizione a seguito di un fallo di mano.
La storia e la tradizione della città dell’acciaio non terminano qui, visto che altre due squadre, lo Sheffield United e lo Sheffield Wednesday, furono fondate prima della fine del XIX secolo, lo United nel 1889 e il Wednesday addirittura nel 1867. Nacquero entrambe come costola dedita al football della omonima società di cricket. Due curiosità. Lo Sheffield United Cricket Club fu fondato nel 1854 e fu la prima società sportiva della storia ad avere United nel nome. The Wednesday, messa su nel 1820, prese il nome dal fatto che la squadra di cricket giocava di mercoledì.
La grande rivalità sportiva tra Blades, le lame dello United, e Owls, i gufi del Wednesday, continua ancora oggi. Uno dei grandi derby di Inghilterra, ovviamente noto come Steel City Derby o anche come derby delle sciabole, perché all’inizio anche quelli dello Wednesday avevano come soprannome blades. Ricchi di storia anche i due stadi, Bramall Lane e Hillsborough, anche se quest’ultimo -terreno di gioco del Wednesday- è noto soprattutto per la più grande tragedia del football britannico.
United e Wednesday hanno un discreto palmarés, sebbene non confrontabile con quello delle grandi del calcio inglese: quattro campionati e tre F.A. Cup per il Wednesday, conquistate tra il 1895 e il 1935; una vittoria in campionato e quattro F.A. Cup per lo United, conquistate tra il 1898 e il 1925.

Jimmy Hagan
Per gli appassionati di araldica calcistica lo Sheffield United offre qualcosa in più, perché il suo stemma sa coniugare tradizione e vocazione della città. Sulla sua tradizionale maglietta biancorossa, da sempre abbinata a pantaloncini neri, lo United pose nel 1965 l’emblema della città. Nel 1977 Jimmy Sirrel, allenatore dello United, presentò l’attuale stemma, disegnato (secondo la leggenda popolare) vent’anni prima dal mitico Jimmy Hagan, bandiera della squadra tra il 1938 e il 1958.
Disegno semplice e chiaro. Tre colori e basta, bianco rosso e nero, non scelti a caso ma come omaggio all’uniforme del club. Nome e anno di fondazione bordano lo scudo e al centro due sciabole incrociate, un rimando diretto al soprannome della squadra e al suo carattere combattivo, al derby e all’industria metallurgica che ha segnato lo sviluppo e, successivamente, la crisi della città intera.
L’introduzione nella parte alta del disegno della rosa bianca degli York fa sì che la storia intera della contea dello Yorkshire rimanga poi ritratta sullo stemma dello Sheffield United. Il rimando è alla guerra delle due rose: la rosa rossa (Lancaster) e quella bianca (York) furono usate dai due casati belligeranti nella guerra civile per distinguersi nella guerra che terminò con la fusione delle stesse in una rosa dal doppio colore simbolo dell’unione del potere dell’Inghilterra nel casato dei Tudor.
In altre compagini dell’isola si trovano altri esempi di questo simbolo araldico. Ad esempio, il Leeds United porta anch’esso sul suo stemma la rosa degli York e, non a caso, lo scontro con il Manchester United è noto come derby delle due rose, visto che la città di Manchester apparteneva al casato dei Lancaster. Una rappresentazione simbolica di un evento storico passato che riflette tuttavia la latente rivalità non solo sportiva tra le due città.
La storia di “blades and roses” non si ferma alla frontiera della gran Bretagna, ma arriva fino al lontano oriente, fino alla città cinese di Chengdu. Nel gennaio del 2006 i proprietari dello Sheffield United comprano il club F.C. Chengdu Wuniu, che letteralmente vuol dire “cinque tori”. Un acquisto che ha come conseguenza un cambio di nome e emblema. La società passa a chiamarsi Chengdu Blades F.C., chiaro riferimento al soprannome dello Sheffield, e copia quasi interamente lo stemma del suo club gemello inglese.
Nello scudo del club cinese, però, la rosa bianca sparisce e al suo posto viene messo un fior di loto rosso, preso dalla tradizione orientale. Un dettaglio di araldica medievale che non oltrepassa la Muraglia, una metamorfosi floreale per venire incontro alle esigenze del football attuale.
victor e federico
Nell’immagine in evidenza: lo Sheffield Wednesady vincitore della FA Cup nel 1935
Fonti: per una approfondita storia dello Sheffield F.C. cfr. http://simonepierotti.blogspot.it
Puntate precedenti: Campionati del mondo fatti in casa; L’evangelizzazione calcistica dell’Europa continentale; Il Corinthian F.C.; The White Horse final; L’assenza britannica ai primi tre Mondiali;
Puntata successiva: Il Poppy Day