Tra il 2001 e il 2009 ben quattro edizioni della Confederations Cup vengono disputate. La FIFA riesce a dare alla coppa una dimensione accettabile quale preparazione al Mondiale e a regime si accontenta di una cadenza quadriennale. La Francia vince nel 2001 in Corea e Giappone da campione d’Europa e del mondo e bissa in casa il successo nel 2003. Il Brasile trionfa invece in Germania nel 2005 travolgendo 4-1 in finale l’Argentina e ottiene il terzo titolo in Sud Africa nel 2009, dopo una incredibile rimonta condotta ai danni dei sorprendenti statunitensi (da 0-2 a 3-2). Proprio nel 2009 l’Italia fa il suo esordio nella manifestazione, batte 3-1 gli USA, poi perde malamente con Egitto (0-1) e Brasile (0-3) e torna subito a casa. Ma purtroppo la cosa che resta di questo decennio di Confederations Cup è il ricordo di una notte drammatica, quella del 26 giugno 2003.

Allo stadio Gerland di Lione si gioca la semifinale tra il Camerun e la Colombia. I leoni indomabili sono avanti 1-0 dal 9′ grazie a una bellissima azione innescata da un cross dalla destra di Geremi e proseguita con la torre di Idrissou e la girata in rete di Ndiefi ben posizionato nell’area piccola. Siamo giunti al minuto 72, il Camerun è appena rimasto in dieci. Improvvisamente il numero 17, Marc Vivien Foé, si accascia a centro campo. Foé ha soli 26 anni, ma ormai è un simbolo della sua nazionale: due mondiali giocati da titolare, una lunga esperienza in Europa tra Francia e Inghilterra e una Confederations Cup finora giocata ad alti livelli. Tutto si svolge in fretta e gli altri giocatori non sembrano accorgersi di niente. La partita continua, i colombiani attaccano e in pieno recupero colpiscono due volte il palo nella stessa azione. Il fischio dell’arbitro consegna l’1-0 agli annali, e la finale ai camerunensi che si abbracciano e festeggiano in campo. La festa però non può durare a lungo. Dal centro medico dello stadio arriva poco dopo la terribile notizia che Foé è morto, così. Lo shock per tutti è incredibile. Due giorni dopo la finale si gioca forse solo per onor di firma. Thierry Henry regala alla Francia la seconda coppa consecutiva, ma il suo pensiero dopo il gol è altrove.

federico